LA PREGHIERA-DONO È “IL SENSO DELLA PRESENZA DI DIO”
Il periodo della preghiera difficile durò vent’anni e poi finalmente giunse per la Santa un momento di passaggio e cambiamento fondamentale: entrò un giorno nell’Oratorio e soffermò il suo sguardo su una statua che raffigurava Gesù coperto di piaghe e così… “nel vederla mi sentii tutta commuovere perché rappresentava dal vivo quanto Egli aveva sofferto per noi”.
Continua il cardinal Martini:
“La sua preghiera difficile aveva ottenuto finalmente quella purificazione faticosissima ma necessaria dalla presunzione di sé, rendendola pronta ad affidarsi unicamente al Signore. (…) È così spiegata la ragione della preghiera difficile: era un cammino positivo di purificazione, di cui non coglieva il senso, un disegno misterioso di Dio che operava per la sua purificazione”.
TERESA ATTRAVERSO LE SUE OPERE INSEGNA A PREGARE… PREGANDO
Vogliamo concludere con le parole di papa Benedetto XVI che, parlando dell’assoluta centralità della preghiera in Santa Teresa d’Avila, durante una sua omelia così disse:
«(…) La preghiera è vita e si sviluppa gradualmente di pari passo con la crescita della vita cristiana: comincia con la preghiera vocale, passa per l’interiorizzazione attraverso la meditazione e il raccoglimento, fino a giungere all’unione d’amore con Cristo e con la Santissima Trinità. Ovviamente non si tratta di uno sviluppo in cui salire ai gradini più alti vuol dire lasciare il precedente tipo di preghiera, ma è piuttosto un approfondirsi graduale del rapporto con Dio che avvolge tutta la vita. Più che una pedagogia della preghiera, quella di Teresa è una vera “mistagogia”: al lettore delle sue opere insegna a pregare pregando ella stessa con lui (…)».
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