Il gap generazionale sembra essere insormontabile, ma non lo è
Al giorno d’oggi è difficile inquadrare in modo preciso e immutabile il ruolo che hanno i nonni nella vita dei nipoti. Con il ritmo frenetico della vita e i cambiamenti nelle dinamiche delle famiglie tradizionali, non si può più parlare del “nonno” come di una figura standard. Non tutti i nonni interagiscono con le altre generazioni in modo uguale.
Ogni famiglia può presentare delle situazioni specifiche e i nonni – in quanto parte della famiglia – devono quindi adattarsi alle varie realtà.
Tuttavia quasi tutti i nonni contemporanei hanno qualcosa in comune: una costante curiosità su alcuni stili di vita di molti giovani di oggi.
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Qualche giorno fa parlavo con una signora, che mi diceva: “Noi nonni viviamo con un punto interrogativo stampato in fronte. E non possiamo dire niente, perché altrimenti ci guardano come se fossimo dei retrogradi. Ma in realtà non capiamo il motivo per cui i ragazzi fanno ciò che fanno, e spesso ci pare evidente che stiano agendo in modo sbagliato e che ne soffriranno le conseguenze”.
Che fare davanti a questa realtà? Infastidirsi? Discutere? Forse è meglio iniziare a comprendere il mondo in cui sono immersi i nostri nipoti, in modo da raggiungere gradualmente dei punti di incontro attraverso i quali poter arricchire il rapporto tra le generazioni.
Cos’è che oggi devono affrontare i nostri nipoti?
Sarebbe molto ambizioso elencare tutto ciò che può influenzare le generazioni più giovani. Reputiamo tuttavia che, nella cultura in cui vivono, ve ne siano due particolarmente importanti.
In primo luogo, i giovani sono l’obiettivo principale dei media, che trasmettono contenuti dannosi con lo scopo di vendere realtà effimere e di far credere che il piacere sia lo scopo ultimo della vita. Questi messaggi tendono a sottovalutare lo sviluppo della virtù e dell’impegno come causa principale del successo (il quale, a sua volta, è stato svuotato di significato e circoscritto unicamente all’ambito economico, accademico o all’approvazione sociale).
Non è raro vedere ragazzi confusi (spesso senza un’appropriata guida paterna) che pensano che la felicità si possa ottenere partecipando a reality shows e seguendo personaggi famosi con una stabilità pari a quella della casa di paglia del noto racconto sui tre porcellini.
Poi ci sono i genitori, che spesso pagano il prezzo del poco tempo che dedicano alla formazione e alla crescita interiore dei figli, finendo col credere a teorie moderne sull’educazione famigliare e sulla pedagogia. Per non parlare dei suggerimenti di medici e psicologi che sembrano attaccare direttamente l’autorità paterna, e quindi al diritto-dovere di educare i figli, lasciandoli nelle mani delle istituzioni che cercano tutto fuorché il benessere reale dei ragazzi.
Questa realtà può essere difficile da capire per i nonni, perché fino a poco tempo fa le scuole lavoravano fianco a fianco dei genitori, e la collaborazione che chiedevano andava al di là della vendita di biglietti per qualche evento. Le istituzioni comprendevano che il proprio ruolo fosse sussidiario – e mirante all’istruzione – non sostitutivo della famiglia.
Oggi molti educatori (ma non tutti) si credono detentori della verità e sembrano sapere ciò che è meglio per i ragazzi, pur non conoscendone la storia famigliare, i bisogni, i doni e le caratteristiche uniche di ognuno dei componenti della famiglia, che per noi è la cosa più importante nella vita.
Di fronte a tutto ciò, cosa possono fare i nonni per aiutare i propri nipoti? Nella pagina seguente vi mostriamo alcune idee per accorciare la distanza intergenerazionale.