Un problema che esisteva già nella Chiesa delle origini ci affligge ancora oggi
Apollo si accingeva a partecipare al pasto comunitario settimanale, ospitato in casa di uno dei membri della comunità, alla periferia della città. Mentre camminava, passò davanti a uno degli anziani della sinagoga locale, che girò lo sguardo dall’altra parte. Anche se Apollo era stato ben accolto nella sinagoga quando era arrivato a Corinto, ora era bandito dal predicarvi. I leader della sinagoga lo consideravano un apostata pericoloso e contestavano con vigore qualsiasi dichiarazione facesse su Gesù.
Mentre si avvicinava alla sua destinazione, Apollo vide che la comunità aveva già iniziato a riunirsi. Un membro anziano del gruppo stava parlando con il padrone di casa sulla giusta sistemazione dei posti, una fonte di discussione sorprendentemente costante. Un povero pastore di capre e sua moglie si tenevano a distanza dal gruppo principale, non sapendo se sarebbero stati accolti con favore.
Apollo aveva offerto alla coppia un piccolo aiuto finanziario la settimana precedente, anche se avrebbe voluto poter essere più generoso. Assenti dall’assemblea erano le tre famiglie fondatrici della comunità, leali sostenitrici dell’apostolo Paolo. Spesso gli scrivevano esortandolo a tornare, e avevano sempre considerato Apollo uno scarso sostituto come guida del gruppo. Nonostante le sfide, Apollo era molto affezionato alla piccola comunità di credenti, ed era sempre felice di trovarsi con loro.
Le lettere di San Paolo ci permettono di capire come fosse la vita delle prime comunità cristiane e quali fossero le sfide che dovevano affrontare.