Viene inaugurato il 26 agosto il nuovo museo dedicato a Giovanni Paolo I a Canale d’Agordo: non solo ricordi e cimeli, ma un affascinante percorso che aiuta a comprendere il «Papa del sorriso» nel suo contesto
Il processo di beatificazione e canonizzazione di Giovanni Paolo I procede: il nuovo postulatore, il cardinale Beniamino Stella, continua a ricevere segnalazioni di grazie e sta valutando una guarigione inspiegabile avvenuta in America Latina, attribuita all’intercessione di Papa Luciani. Ma il trentottesimo anniversario dell’elezione del Pontefice veneto sarà ricordato per l’apertura al pubblico del nuovo museo di Canale d’Agordo, che viene inaugurato il 26 agosto dal cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato vaticano.
Fino all’anno scorso ricordi, cimeli, lettere e pubblicazioni di Giovanni Paolo I erano raccolti ed esposti in alcune sale della canonica parrocchiale. Ora grazie al paziente lavoro della Fondazione Papa Luciani, all’impegno del Comune di Canale d’Agordo, al sostegno della Regione Veneto e di altri enti e fondazioni, è stato realizzato un vero e proprio polo museale, in una casa accanto alla chiesa parrocchiale: realizzato con tutte le tecnologie più moderne, attraverso unpercorso fatto di immagini, video, documenti e cimeli, il nuovo museo aiuta il visitatore a conoscere non soltanto il percorso umano e spirituale di Albino Luciani, ma anche il contesto nel quale questo è avvenuto. Una delle novità più significative del museo che sta per essere inaugurato – e che Vatican Insider ha visitato in anteprima – è infatti, accanto ai ricordi appartenuti al Pontefice, ladescrizione dell’ambiente sociale ed ecclesiale nel quale il futuro Papa era inserito. Lungi dall’essere soltanto uno sperduto paese nella periferia montana, Canale d’Agordo è stato un ambiente culturalmente vivace ed effervescente.
Una delle figure che più hanno segnato le vite degli abitanti del paese, e dunque anche quelle dei genitori di Albino, è don Antonio Della Lucia, divenuto arciprete di Canale e vicario foraneo nel 1860. In un contesto denso di problemi sociali, Della Lucia lancia e mette in pratica personalmente una serie di idee e proposte, tutte volte ad arginare il fenomeno emigratorio e a rifondare un’economia sociale in grado di procurare nuove risorse di sopravvivenza. È lui a fondare la prima latteria cooperativa, secondo un modello che sarà esportato in tutto il Regno d’Italia. In un pannello del nuovo museo uno dei curatori, Loris Serafini, ha riportato la frase tratta da una lettera di questo sacerdote impegnato e popolare: «Va certo che se un briciolino di tempo mi avanza, volentieri lo spendo, nel poco che valgo, a sbugiardare e distruggere quel “Sempre si è fatto così!”». Il pensiero corre subito al paragrafo 33 dell’esortazione «Evangelii gaudium», la road map del pontificato di Papa Francesco, che recita: «La pastorale in chiave missionaria esige di abbandonare il comodo criterio pastorale del “si è fatto sempre così”. Invito tutti ad essere audaci e creativi in questo compito di ripensare gli obiettivi, le strutture, lo stile e i metodi evangelizzatori delle proprie comunità».