Tra le ipotesi prevale quella che non avesse fratelli ma cugini paterni. Vi spieghiamo perché
Gesù di Nazareth aveva davvero dei fratelli? Nel Nuovo Testamento e in alcuni scritti di autori cristiani successivi sono presenti diversi accenni a “fratelli di Gesù” (Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda) e “sorelle” (anonime).
Data la sporadicità degli accenni del Nuovo Testamento e la polisemia del termine “fratello” nelle lingue semitiche sono state proposte diverse interpretazioni: fratellastri, figli di un matrimonio precedente di Giuseppe (tradizione ortodossa); fratelli di sangue, figli di Maria e di Giuseppe (tradizione protestante recente); cugini di Gesù (tradizione cattolica e primi riformatori).
La questione dunque, se limitata all’esame del solo Nuovo Testamento, non può trovare una soluzione certa. Se però si estende l’esame alle fonti storiche extra-bibliche, tralasciando l’apocrifo e leggendario Protovangelo di Giacomo, l’unica opzione possibile è l’interpretazione come cugini: Egesippo (metà II secolo) afferma per esempio, dopo aver parlato di Giacomo «fratello» di Gesù, che Simone era «ancora figlio di Clopa, zio del Signore» e «secondo cugino del Signore», intendendo implicitamente Giacomo come «figlio di Clopa» e «cugino del Signore» (cit. in Eusebio, SE 4,22,4).
FRATELLO NELL’ANTICO TESTAMENTO
Il termine ‘fratello’ e derivati è largamente usato nella Bibbia e non sempre con lo stesso significato.
Nei 39 libri che compongono il testo masoretico, detto anche Antico Testamento ebraico, il termine ebraico e aramaico ‘ah (fratello) compare 635 volte. Secondo il Lexicon Hebraicum et aramaicum veteris testamenti dello Zorell, pietra miliare dello studio dell’ebraico biblico, il termine ampiamente polisemico può avere 17 significati diversi. In particolare:
“fratello”, cioè figlio degli stessi genitori: ad esempio Caino e Abele (Gen 4,1-2); Esaù e Giacobbe (Gen 25,24-26, dove si tratta propriamente di gemelli); Mosè, Aronne e Miriam (Nm 26,5).
“fratellastro”, cioè fratello dello stesso padre ma madre diversa: ad esempio i dodici figli che Giacobbe ebbe da quattro donne diverse (Gen 35,22-26; 37,4; 42,3; 42,4; 42,13);
“parente” o “cugino“, cioè generico appartenente alla cerchia familiare (cugino di vario grado, nipote = figlio del fratello): ad esempio Abramo chiamava ‘fratello’ suo nipote Lot, figlio del fratello Aran (Gen 11,27; 13,8; 14,14.16).
FRATELLO NEI TESTI IN GRECO CLASSICO
Nei testi di ambiente greco classico, la parola adelfos (fratello) indica effettivamente il fratello carnale, figlio degli stessi genitori. Il concetto di fratello couterino insito nell’etimologia del termine viene tuttavia ampliato ed esteso ai figli di uno stesso genitore, compreso il padre. Adelfos può quindi indicare il fratello in senso stretto, oppure il fratellastro.