In 200 firmano la petizione: «Si rischia di non rispettare il preminente interesse del minore, prevalga invece il principio di precauzione»
Adozioni gay: in pochi sono al corrente del fatto che il 13 giugno scorso l’Organismo Unitario dell’Avvocatura (OUA), vale a dire l’organismo di rappresentanza politica dell’avvocatura italiana, è stato ascoltato dalla Commissione Giustizia della Camera dei Deputati, sull’ “Indagine conoscitiva sullo stato di attuazione delle disposizioni legislative in materia di adozione ed affido”.
Nel corso dell’audizione è stato consegnato un documento di osservazioni e proposte, nel quale auspica e propone l’apertura delle adozioni anche a single, conviventi di fatto e coppie omosessuali.
Da qui la proposta di una modifica della legge 184/83 che disciplina l’adozione. Il documento afferma che la società è in continua evoluzione anche sul piano familiare e quindi gli avvocati non possono che prenderne atto. Dalla corretta registrazione di un dato sociologico si passa indebitamente all’avallare giuridicamente tale dato, anche se ,dal punto di vista antropologico ed etico, più che una evoluzione si tratta di una involuzione (La Nuova Bussola Quotidiano, 7 agosto).
IL PARADOSSO DELL’OUA
Sul documento, però, l’OUA si è diviso. L’avvocato Lorena Lombardelli non condividendo tale posizione, ha avviato una petizione per esprimere la contrarietà al documento portato in audizione alla Camera.
Ed è stato stilato un nuovo documento, presentato ai vertici dell’OUA, che ad oggi conta circa 200 sottoscrizioni, tra cui si segnalano illustri personalità del mondo giuridico (come il Prof. Mauro Ronco, Presidente del Centro Studi Rosario Livatino, già componente del Consiglio Superiore della Magistratura, ordinario di diritto penale presso l’Università’ di Padova; l’Avv. Gianfranco Amato, Presidente dei Giuristi per la Vita) e aperto alla possibilità di ulteriori adesioni.
IL PREMINENTE INTERESSE DEL MINORE
Secondo i 200 sottoscrittori del nuovo documento, il primo paradosso del documento OUA è che «alla formale dichiarazione d’intenti di garantire l’effettività della tutela dei minori, fa immediato seguito la messa da parte proprio del “preminente interesse del minore”».