Nel periodo orribile della “guerra fredda”, quando sul mondo il pericolo di una guerra nucleare pendeva come una spada di Damocle sulle nostre teste, papa Paolo VI avvisò che “la pace si afferma solo con la pace, quella non disgiunta dai doveri della giustizia, ma alimentata dal sacrificio proprio, dalla clemenza, dalla misericordia, dalla carità”. Se questo è valido per il mondo, perché trovi la pace, è ancor più valido perché tutte le coppie vivano bene.
Come insegna quindi Tommaso da Kempis ne L’imitazione di Cristo, “prima mantieniti in pace, e poi potrai pacificare gli altri”. E Paolo VI, ardente difensore della pace, diceva che “se la guerra è l’altro nome della morte, la vita è l’altro nome della pace”. Perché nel matrimonio ci sia vita, dev’esserci quindi la pace, e questa ha un prezzo: la nostra maturità.
6.La disinvoltura con cui una persona è tollerabile con tutti tranne checon il coniuge
Nella vita a due tutto può e deve essere importante, perché la felicità nasce dalle piccole cose. La mancanza di attenzione nei confronti del coniuge è triste nella vita di coppia e dimostra disprezzo nei confronti dell’altro. State attenti a ciò che dice il partner, ai suoi problemi e alle sue aspirazioni.
7.Non andare mai a dormire senza essere giunti a un accordo
Se questo non accade, il giorno dopo il problema sarà maggiore. Non si può lasciare che i problemi si accumulino senza soluzione.
Cosa succederebbe se usaste lo stesso bricco del latte che avete usato il giorno prima senza averlo lavato? Il latte si inacidirebbe senz’altro. Lo stesso accade quando ci svegliamo senza aver risolto i conflitti di ieri.
I problemi della vita coniugale sono normali e richiedono da noi attenzione e coraggio per affrontarli fino a risolverli, con il nostro lavoro e con la grazia di Dio. L’atteggiamento dello struzzo, quello della fuga, è il peggiore che possa esistere. Cerchiamo la soluzione con pace e perseveranza.
8.Almeno una volta al giorno dire all’altro una parola affettuosa
Molti hanno enormi riserve di tenerezza ma si dimenticano di esprimerle a voce alta. Non basta amare l’altro, bisogna anche dirglielo. Soprattutto per le donne, ha un effetto quasi magico. È un tonico che cambia completamente il loro stato d’animo e il loro umore. Molti uomini hanno difficoltà da questo punto di vista – alcuni per problemi di educazione, ma la maggior parte perché non si è ancora reso conto della sua importanza.
Quanto sono importanti le espressioni di affetto che fanno crescere l’altro! “Ti amo”, “Sei molto importante per me”, “Senza di te non sarei riuscito a superare questo problema”, “La tua presenza è importante per me”, “Le tue parole mi aiutano a vivere”… Ditelo al partner con sincerità ogni volta che sperimentate il suo aiuto edificante.
9.Quando si commette un errore, saperlo ammettere e saper chiedere scusa
Ammettere un errore non è un’umiliazione. La persona che ammette il proprio errore dimostra di essere onesta, con se stessa e con l’altro. Quando sbagliamo non abbiamo due alternative oneste, ma solo una: riconoscere l’errore, chiedere scusa e cercare di rimediare a cò che abbiamo fatto di sbagliato, con il proposito di non ripeterlo. Questo significa essere umili. Agendo in questo modo, i nostri errori e le nostre cadute sarannno leve per la nostra maturazione e la nostra crescita. Quando abbiamo il coraggio di chiedere scusa, vincendo il nostro orgoglio, eliminiamo quasi definitivamente il motivo di conflitto nel rapporto, e la pace torna nei cuori. Chiedere scusa è nobile!
10.Quando uno dei due non vuole, non si discute
Lo insegna la saggezza popolare. Sarà allora necessario che qualcuno prenda l’iniziativa di spezzare il ciclo pernicioso che porta alla discussione. Prendere questa iniziativa sarà sempre un gesto di grandezza, maturità e amore, e il modo migliore sarà non alimentare la discussione. Spesso è attraverso il silenzio di uno che la calma torna nel cuore dell’altro. Altre volte sarà atraverso un abbraccio affettuoso, o una parola amica.
Tutti abbiamo bisogno di un “capro espiatorio” quando ci succede qualcosa di avverso. Quasi incoscientemente vogliamo prendere qualcuno su cui sfogare i nostri dolori e le nostre tensioni. È un meccanismo di compensazione psicologica che agisce in tutti noi nei momenti difficili, ma è un grande pericolo per la vita familiare. Quante volte finiamo per far pagare lo scotto a persone che non hanno niente a che vedere con il nostro problema? A volte ne fanno le spese i figli ad opera del padre che arriva a casa stanco e nervoso, altre volte è la moglie o il marito a ricevere dall’altro un profluvio di lamentele, reclami e offese.