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Come far sì che il perdono vinca il rancore?

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padre Carlos Padilla - pubblicato il 16/02/16

Ricordo offese, e non perdono, e la ferita si riapre...

La Quaresima è iniziata quando abbiamo quasi ancora il presepe in casa. Con l’aroma del Natale cominciamo a camminare verso la Pasqua. Sappiamo ciò che è davvero importante, come ci ricorda papa Francesco nel tema del Messaggio per la Quaresima di quest’anno, “Misericordia io voglio e non sacrificio” (Mt 9, 13).

La misericordia è più importante dei sacrifici che compio. È più importante amare ed essere misericordiosi con gli uomini che rinunciare a molte cose. È più importante ricevere l’amore di Dio che vivere facendo sacrifici. Il più grande sacrificio in questa vita è amare. Dare la vita per amore.

Dio lo sa. Come diceva padre Josef Kentenich, “Dio misericordioso sa che l’istinto ad amare dell’uomo si risveglia nel modo più potente quando questi prende coscienza del fatto di essere circondato da un amore abbondante”.

Dio sa che più ci ama, più saremo capaci di amare. Più siamo coscienti dell’amore di Dio nella nostra vita, più ameremo. Più siamo perdonati, più potremo perdonare gli altri.

Lo sappiamo, è più importante amare e perdonare che compiere sacrifici di ogni tipo. A volte rinunciamo, digiuniamo, ci sforziamo, e nel frattempo serbiamo rancore, odio e disprezzo nell’anima. La misericordia e il perdono sono il cammino di questa Quaresima.

Papa Francesco ha detto ai sacerdoti: “Siate grandi perdonatori, perché chi non sa perdonare (…) è un grande condannatore, sempre ad accusare… E chi è il grande accusatore, nella Bibbia? Il diavolo! O fai l’ufficio di Gesù, che perdona dando la vita, la preghiera, (…), o fai l’ufficio del diavolo che condanna, accusa”.

Mi piace questo paragone. Dio perdona sempre. Il demonio accusa e tenta. Il demonio denuncia e odia. Dio ci guarda sempre con amore. È sempre misericordia. Il papa chiede a noi sacerdoti di perdonare sempre, di non stancarci di perdonare. Misericordia anziché sacrifici.

Ma questo invito si estende a tutti, perché tutti siamo chiamati a perdonare nella nostra vita. E quanto ci costa perdonare anziché accusare!

Perdonare con misericordia chi ci fa un danno, chi ci ferisce con le sue parole e le sue azioni, chi ci rifiuta e non ci tratta con amore. Restituire misericordia quando riceviamo odio e disprezzo. È un passo decisivo nella nostra vita.

Guardo il mio cuore e vedo rancori che aderiscono all’anima. Guardo e ricordo offese, e non perdono, e la ferita si riapre.

Il papa ci ricorda che il giorno della nostra morte Gesù ci chiederà se perdoniamo chi ci ha offesi e respingiamo qualsiasi forma di rancore o di odio che conduce alla violenza. Ci chiederà se abbiamo amato, non tanto se ci siamo sacrificati.

L’amore porta sempre con sé rinunce e sacrifici. Ma tutto per amore. E il perdono è sempre unito all’amore. Un perdono che pacifica la nostra anima. Un perdono che ristabilisce i vincoli d’amore spezzati tra gli uomini.

Il perdono inizia nel mio cuore. Quando perdono me stesso è più facile perdonare, ma quanto è difficile a volte perdonare le proprie cadute, i propri errori, le proprie mancanze!

Dio vuole misericordia. E io ho bisogno di perdonarmi per le tante volte in cui non sono quello che sogno, quello che desidero. Per quelle volte in cui le mie mete restano troppo lontane o irraggiungibili e io resto troppo lontano nella mia debolezza. Di perdonarmi per non essere all’altezza di ciò che si aspettano gli altri, per non avere quelle virtù e quei talenti che invidio.

È difficile perdonarci sempre. E se non ne siamo capaci, sarà molto più difficile perdonare gli altri, guardare gli altri con amore.

Misericordia: è quello che vuole Dio e di cui io stesso ho bisogno. Perché il perdono guarisce il cuore. Il perdono che riceviamo e il perdono che offriamo.

Quando perdoniamo chi ci ha fatto un danno, qualcosa si sana nell’anima, una ferita si chiude, un filo rotto si ristabilisce.

Giorni fa una persona mi diceva quanto bene le aveva fatto perdonare i suoi genitori. Ha tenuto nell’anima quella ferita per tutta la vita. È stata capace di perdonare perché Dio le ha concesso questo miracolo, e il perdono guaritore l’ha liberata.

Ora poteva stare con loro, amarli e prendersene cura senza rancore. Poteva voler loro bene nell’ultimo tratto della loro vita.

Il perdono è un miracolo. Una grazia che chiediamo. Più dei sacrifici è importante perdonare, chiedere perdono ed essere perdonati. Quell’amore che rende possibile il perdono, che nasce dal perdono, è l’elemento centrale.

[Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti]

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