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Vince a sorpresa Giosada, twitter stregato dagli Urban Stranger è X Factor 2015

Lucandrea Massaro - Aleteia - pubblicato il 11/12/15

Ma al di là del successo, che auguriamo a tutti, cosa resta?

Gran finale per il format di origine anglosassone: X Factor. Versione 2015. Chi vince? Un barese: Giosada, al secolo Giovanni Sada, che ha sicuramente sbancato i pronostici – che vedevano in vantaggio i giovanissimi Urban Strangers – e ha vinto, facendosi apprezzare sin dalle selezioni, quelle che quando lo vedi “questo finisce in finale sicuro”. E’ andata così, a dimostrazione che nonostante il glamour, alla fine, lo spettacolo c’è sul serio e il sistema di scrematura quest’anno ha funzionato molto bene, perché anche i “piccoli” arrivati secondi sono un duetto voce e chitarra di grande impatto e infatti sono piaciuti tantissimo, al punto che si possono considerare i vincitori morali dell’edizione, almeno stando ai social dove è circolato moltissimo l’hashtag: #ImAnUrbanStranger

Si tratta di un duo nato nel 2012 e composto da Alessio Iodice e Gennaro Raia, ventenni di Somma Vesuviana. Il disco d’esordio si chiama Runaway e mescola un pop, elettronica e influenze di R&B. Per giorni sono stati in cima alla classifica della Top 10 di iTunes sui brani più venduti in Italia e la situazione è decisamente sfuggita di mano quando più di qualcuno sul web ha cominciato a paragonarli a Simon & Garfunkel. Nulla di più sbagliato ovviamente ma le adolescenti di tutta Italia gli hanno già accordato il loro amore e lo dimostrano dati di vendita e chiacchiericcio sui social network (Giornalettismo, 11 dicembre)

https://twitter.com/STYLVS94h/status/675254682630115328

Ma torniamo alla serata di ieri dove si è consumata la sfida all’ultima nota

Per lo scontro decisivo, i due finalisti Giosada e Urban Strangers si sono giocati il podio, e un contratto con Sony Music Italia, con un brano a scelta tra quelli interpretati durante il percorso nel talent show: “The best of you” per il primo e “Oceans” per i secondi. Ed è qui che Giosada, dopo l’esibizione applauditissima degli Skunk Anansie, ha definitivamente conquistando il consenso del pubblico aggiudicandosi il nono titolo del talent show (La Stampa, 10 dicembre).

https://twitter.com/SkyUno/status/675089182000349185

Tuttavia vogliamo lasciarvi con una riflessione, uno spunto come si dice, su questo tipo di kermesse ed eventi che costruiscono immagini e miti solo apparentemente democratici, solo superficialmente vincenti:

ogni generazione ha i suoi sogni da sognare e i suoi piccoli miti da emulare. L’unico problema è che sempre più raramente è lei a sceglierseli, anche se glielo si fa credere con molta meno fatica di un tempo. Del resto i ragazzotti di X Factor sono solo pedine, sostanzialmente interscambiabili (non a caso ogni anno ne servono di nuove per tener vivo il gioco). Dunque, più che i loro, i sogni da preservare sono quelli di chi li guarda specchiandovisi, e magari sperando di riuscire a prenderne il posto al prossimo giro. C’è qualcosa di più genuinamente pop di questo?A X Factor si entra pulcini e si esce galletti (se ce la si fa) o si torna alla qualunquità di chi è destinato ad attraversare la vita navigandola sottotraccia. Ma questa ennesima reincarnazione della sempiterna macchina delle illusioni proprio a questo serve: insegnare alla generazione adolescenziale in corso che “i sogni son desideri” come cantava la Cenerentola disneyana, e che dunque – almeno quelli supportati da talento e una buona dose di fortuna – possono realizzarsi. Un contributo da non sottovalutarsi, tanto più in questi tempi depressi e deprimenti, per quanto si tratti di un postulato basato su presupposti alquanto sdrucciolevoli se non taroccati (Città Nuova, 11 dicembre).

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