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Ciao, Dio, non ti amo!

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Jeffrey Bruno - Aleteia - pubblicato il 05/11/15

Cosa fa un ateo ex cattolico quando vuole provare che Dio non esiste?

Vi siete mai chiesti se Dio esiste davvero?

Eliminate tutte le questioni di Chiesa, i rituali, la comunità… cosa costituisce una religione, cosa costituisce la fede? È ben possibile avere una sorta di “religione” senza Dio: creare un club, fare cose buone per la terra o la comunità, creare regole, sacramenti e “correzioni” (leggi penitenze), riconoscere un’autorità e… boom! Ecco una religione.

Guardate la storia. Guardate tutti i falsi dei che sono stati inventati per dominare o placare le masse; cose rende questo Dio, Gesù Cristo, quello vero? Come potete esserne sicuri?

Sono domande che spaventano, soprattutto per persone che dicono di credere ma dentro di sé hanno dei dubbi. Fanno perfino più spavento a quanti praticano la fede solo perché è quello che fa la famiglia, o la cultura. Ma la religione è “reale” se si crede per paura o si è troppo spaventati per non credere?

Sapete chi non è affatto spaventato da queste domande? Chi non crede. Lo so perché non ero affatto spaventato nel rispondere a qualsiasi domanda. Ero curioso ma non avevo paura, e non ero neanche particolarmente serio.

Molti anni fa, però, le domande sono diventate serie, e un po’ spaventavano, mentre soppesavo l’ipotesi di “sprecare denaro” mandando i miei figli a una scuola cattolica. Preoccupazioni economiche a parte, cosa avrei fatto – io, che non credevo in alcun Dio, tranne quello cristiano – quando i miei figli fossero venuti da me con delle domande? Mentire? Sviare la questione? No. Da tipico cattolico-perduto-ateo, avevo una conoscenza di base dei meccanismi della fede, abbastanza da sapere che se c’era un Dio sarei andato comunque all’inferno, ma non potevo mentire.

Sapevo una cosa per certo. Non “amavo” Dio. Dubitavo che esistesse, ma nel caso in cui fosse esistito non lo amavo. Ma ora, dovevo sapere con certezza se Dio esisteva, perché non ha senso non amare ciò che non esiste.

Ho fatto quello che fa ogni miscredente di buonsenso per provare che Dio non esiste – sono andato a Messa. Ho iniziato ad andare a Messa ogni giorno, senza alcuna aspettativa. Ogni giorno dicevo: “Ciao. Tu sai che non ti amo, e probabilmente non ha importanza, perché tu probabilmente non esisti, ma sono qui. Amen”.

Questo strano sforzo è andato avanti per oltre 80 giorni, e poi all’improvviso è successo qualcosa.

Tutto quello che posso dire è che Dio mi ha toccato. Mi sono inginocchiato per recitare il mio solito “Se sei lì, non ti amo…” e… boom! Tutto era diverso.

Le parole sono del tutto inadeguate a descrivere quell’esperienza. Ho sentito una Presenza che ha completamente schiacciato i miei sensi e l’ho sperimentato: amore, gioia, pace – completezza! -, ed era tutto così intenso che pensavo sarebbe trapelato.

Dopo la Messa sono uscito malfermo dalla chiesa e non sapevo cosa fare. Sono un fotografo; il mondo sembrava diverso. Dio esiste! Era come passare dalla vita in bianco e nero a quella a colori.

Mentre scrivo questo, sono seduto su un autobus sul quale sto viaggiando con un gruppo di giornalisti di ritorno da Machaerus, in Giordania – il luogo in cui Salomè danzò per Erode e Giovanni il Battista venne decapitato –, e ora capisco perché le sabbie del Medio Oriente sono così ricche del sangue di coloro che hanno preferito sacrificare la propria vita che negare Dio.

Una volta che si è avuto l’incontro, si cambia per sempre. Ho deciso di seguire Gesù. Non si torna indietro. Non si torna indietro.

E quindi ecco il mio suggerimento non richiesto: se non credete in Dio o se pensate che non esista, cercatelo. Mettete le vostre facoltà intellettuali da parte per un momento e cercatelo in modo genuino. Non dovete dire ai vostri amici atei che lo state facendo, ma dovete a voi stessi il fatto di iniziare la ricerca, perché se trovate Cristo conoscerete la gioia. Vi rimodellerà come mai potreste immaginare.

E se credete in Dio ma a volte dubitate, diteglielo. Siate perseveranti e non vi preoccupate. Tutti hanno dei momenti deboli nella vita di fede, e io ne ho vissuto uno, ma qui in Giordania sono stato rassicurato: Egli si rivelerà a voi quando ne avrete davvero bisogno.

Quello che ho imparato quel giorno a Messa, quello che posso riaffermare ora dal retro di questo autobus, è questo: Dio è reale, e non c’è davvero niente di più importante che stare con lui e servirlo in qualsiasi piccolo modo mi sia possibile.

A proposito: Ciao, Dio! So che sei lì, e ti amo.

[Traduzione dall’inglese a cura di Roberta Sciamplicotti]

Tags:
ateismotestimonianze di vita e di fede
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