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Quelle suore Domenicane allo show di Oprah che insegnano come dialogare con il mondo

Zoe Romanowsky - Aleteia - pubblicato il 19/10/15

Le Suore di Maria, Madre dell'Eucaristia, sono questo weekend su OWN Network

Era l’ultimo anno dello show di Oprah a Chicago, e lo staff di produzione stava passando in rassegna un po’ di storie che non aveva mai coperto in 25 anni di produzione. Una donna prendo allora la parola. Una comunità religiosa femminile “autentica”, suggerisce. Oprah esita un po’. “Pensi davvero che una comunità di questo tipo vorrebbe apparire nel mio programma?”, domanda e poi  dà ordine al suo staff di fare qualche telefonata. Quasi tutte le comunità contattate rispondono di no, tranne una: le Suore Domenicane di Maria, Madre dell’Eucaristia.

Fondata nel 1997 con base ad Ann Arbor, in Michigan, la comunità si è sempre interessata al confronto con la cultura. La Priora Generale, Madre Assumpta Long, e un consiglio di consorelle hanno pregato dopo aver ricevuto la richiesta, chiedendo consiglio.

“Suor John Dominic è amica di Amy Grant [la cantante], che aveva partecipato al programma di Oprah, per cui ha chiamato Amy per chiedere il suo parere”, ha ricordato suor Joseph Andrew, una delle fondatrici della comunità.

“Amy è stata molto incoraggiante, e quindi la Madre ha richiamato, ha detto ‘sì’ e ha chiesto quando sarebbero venuti per le riprese, e hanno risposto: ‘Questa domenica sera, e ce ne andremo nel tardo pomeriggio di lunedì’. Ed è andata proprio così”.

Le Domenicane di Maria sono apparse due volte nello show di Oprah nel 2010 – il 2 febbraio e poi il 23 novembre, dopo di che la troupe televisiva le ha seguite ad Ann Arbor per filmare una professione di voti e la celebrazione successiva. In entrambi gli episodi sono apparse varie professe e novizie mentre in studio c’erano suor Mary Judith, suor Maria, suor Maria Catherine e le quattro fondatrici: Madre Assumpta, suor Joseph Andrew, suor John Dominic e suor Mary Samuel.

Cinque anni dopo, il 17 ottobre le suore sono intervenute al programma Where are they now? (Dove sono ora?) sull’OWN Network di Oprah.

“Dopo che i produttori ci hanno spiegato cosa aveva intenzione di fare questa terza volta abbiamo accettato”, ha detto suor Joseph Andrew. “Lo staff apparentemente ha detto ‘Riportate le suore!’ Oprah stessa ci ha detto quattro anni fa che eravamo state il terzo programma più popolare di quell’anno. Penso che anche lei sia rimasta sorpresa, ma penso anche che fosse molto aperta alla grazia di Dio”.

Suor Maria Catherine, intervistata sul set a Chicago, ha detto che quando i membri della troupe di Oprah si sono presentati per la prima volta nella loro casa madre “era chiaro che non avevano la minima idea di cosa fare con noi”. Quando sono andati per la seconda volta, però, erano molto più consapevoli della routine delle suore. “Avevano iniziato a pensare a noi come a delle spose – faceva piacere vedere come coglievano la nostra vita di preghiera e la nostra consacrazione. Era più facile fare tutto tenendo conto di Gesù, perché per loro era una cosa meno estranea”.

L’ultima visita è stata più breve. La troupe ha seguito alcune suore che erano state intervistate in precedenza e ha “catturato” alcuni dei talenti nascosti dei membri della comunità, come cantare, roteare le bacchette, fare giochi di destrezza con le arance e decorare torte nuziali.

I produttori hanno anche chiesto alle suore cosa fosse cambiato dall’ultima volta che sono apparse nello show, e c’erano varie cose da condividere – la loro comunità ha continuato a crescere e ad espandersi. Con più di 120 suore (il doppio rispetto a dieci anni fa), la casa madre è diventata troppo piccola, per cui stanno usando temporaneamente un centro cattolico a Huntington, nell’Indiana, e stanno costruendo un nuovo priorato nella diocesi di Austin, in Texas. Ordine dedito all’insegnamento, la comunità ora serve in sette Stati, includendo sette diocesi e tre arcidiocesi. Ha aperto nuove missioni a San Francisco, Chicago, Peoria e St. Clair Shores, e ha la sua prima missione internazionale a Roma. Le sue missioni estive sono cresciute e si è aggiunta un’atra iniziativa televisiva con EWTN, lanciando anche un programma di istruzione virtuale che viene usato nelle scuole cattoliche del Paese e nelle comunità per l’insegnamento domestico.

Questo elenco potrebbe non sorprendere un cattolico che conosce il grande lavoro delle religiose e la crescita esplosiva dei nuovi ordini religiosi negli ultimi anni, ma questi sforzi non ottengono sempre l’attenzione dei media.

Ma le Suore Domenicane di Maria si sono mai preoccupate di come sarebbero state dipinte nello show di Oprah?


“La prudenza richiederebbe sempre cautela in una situazione del genere, ma dobbiamo dire onestamente che Oprah e il suo staff sono stati sinceri, professionali, rispettosi, pieni di stupore e di interesse genuino”, ha detto suor Joseph Andrew. “Siamo diventati grandi amici!”

Suor Maria Catherine ha richiamato la necessità di discernere inviti di questo tipo, ma ha detto che erano ansiose di condividere la gioia della consacrazione religiosa con il mondo. “Come ha detto Madre Assumpta nel secondo episodio, ‘Oprah ci ha dato una grande opportunità di raccontare la nostra storia’”.

Le suore hanno detto che dalla loro decisione sono derivati molti frutti.

“Lo show ha permesso a sempre più persone di avvicinarsi a noi”, ha detto suor Maria (diversa dalla suor Maria Catherine citata in precedenza). “Cristiani e non cristiani che prima potevano non sentirsi a proprio agio riescono a vederci come amici perché hanno fiducia in Oprah. È una grande sfida costruire un rapporto con il popolo di Dio che altrimenti non si sarebbe mai intrattenuto a parlare con noi”.

Suor Joseph Andrew crede che il programma abbia presentato la vita religiosa come una scelta autentica, che dà vita, qualcosa di antico ma anche di nuovo, come mostrato dall’entusiasmo e dalla gioia di giovani donne ‘follemente innamorate’ di Gesù Cristo e del Suo popolo”.

“Oltre a tutte le visite al nostro sito web, Oprah ci ha girato centinaia di e-mail che ha ricevuto… e sì, siamo state impegnate per un bel po’ cercando di assimilare tutto i complimenti che ci hanno fatto tantissime persone splendide”, ha aggiunto la religiosa.

Le suore non hanno ricevuto solo una pubblicità istantanea apparendo nel programma di Oprah. Molte giovani donne hanno trovato la comunità grazie allo show e hanno fatto dei ritiri di discernimento. Alcune hanno aderito alla comunità.

“Dobbiamo molto a Oprah, e anche lei è stata colpita dall’intensità intelligente della giovani suore”, ha ricordato suor Joseph Andrew. “Crediamo che lo Spirito Santo abbia usato lei e i suoi sforzi per proclamare la verità con carità in un mondo affamato”.

Cosa pensano le suore della regina della televisione americana?

Suor Maria dice che è rimasta colpita soprattutto dalla gentilezza e dall’attenzione di Oprah. “Comprende la dignità delle persone in un modo straordinario, e sa che una delle cose più importanti che si possano fare è essere presenti per qualcuno. Sa che è uno dei modi più belli per riverire la persona e per amarla”.

Suor Maria ricorda che quando è andata agli Harpo studios per la seconda volta e ha visto Oprah nel corridoio la presentatrice “ha teso le braccia e ha detto: ‘Le mie sorelle!’ Poi ci ha abbracciate. Spero di essere sempre così calorosa e accogliente con i miei ospiti”.

Anche suor Joseph Andrew ha parole di lode per Oprah.

“Nei nostri incontro con Oprah abbiamo trovato una persona professionale, molto umana, calorosa, entusiasta e gioviale, con una mente penetrante che vuole sapere sempre di più e approfondire le ragioni e le motivazioni della nostra vita. Era piacevole in ogni senso e siamo tutte venute via sentendo di aver trovato una nuova amica. È facile capire il suo successo – si interessa autenticamente a tutti, dice la verità per come la vede ed è una persona calorosa e molto accogliente se riesci a convincerla che quello in cui credi e il modo in cui vivi ha senso… almeno per te!”

Cosa si aspettano le suore da questo terzo programma? Suor Maria spera che Dio lo usi come crederà meglio: “Se toccherà anche solo un’anima sarà abbastanza”.

[Traduzione dall’inglese a cura di Roberta Sciamplicotti]

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