Francesco chiede all'Assemblea delle Nazioni "decisioni critiche e globali di fronte ai conflitti mondiali" che aumentano il numero degli esclusi e dei bisognosi
Per la quinta volta un Papa interviene alle Nazioni Unite dimostrando quanto la Santa Sede creda nell’importanza di questa istituzione che compie 70 anni: va rafforzata e non indebolita. Francesco invita a non limitarsi ai buoni propositi, a indicare obiettivi o stilare statistiche: bisogna far sì che le nostre istituzioni agiscano ed «evitare qualsiasi tentazione di cadere in un nominalismo declamatorio con effetto tranquillizzante sulle coscienze. Dobbiamo aver cura che le nostre istituzioni siano realmente efficaci nella lotta» contro tutti i flagelli dell’umanità. Bergoglio chiede di rispettare la vita, di far sempre prevalere il negoziato, di rinunciare agli armamenti nucleari, di evitare interventi armati che non avvengano sotto l’egida dell’Onu. Parla delle nefaste conseguenze di un irresponsabile malgoverno dell’economia mondiale. E lancia un grido per i cristiani e le altre minoranze perseguitate.
Elogio dell’Onu
Davanti ai leader del mondo, Francesco afferma che l’Onu è «una risposta imprescindibile dal momento che il potere tecnologico, nelle mani di ideologie nazionalistiche o falsamente universalistiche, è capace di produrre tremende atrocità. Non posso che associarmi all’apprezzamento dei miei predecessori, riaffermando l’importanza che la Chiesa Cattolica riconosce a questa istituzione e le speranze che ripone nelle sue attività». Il Papa elenca come elementi positivi conseguiti nei primi settant’anni di vita, «la codificazione e lo sviluppo del diritto internazionale, la costruzione della normativa internazionale dei diritti umani, il perfezionamento del diritto umanitario, la soluzione di molti conflitti e operazioni di pace e di riconciliazione». Se fosse mancata «tutta quell’attività internazionale», osserva «l’umanità avrebbe potuto non sopravvivere all’uso incontrollato delle sue stesse potenzialità». Bergoglio rende omaggio a tutti coloro che hanno servito «con lealtà e sacrificio l’intera umanità in questi 70 anni». In particolare, quanti hanno perso la vita per la pace. Cita Dag Hammarskjöld, lo scomodo segretario dell’Onu che cercava di scongiurare la guerra del Congo, morto misteriosamente 54 anni fa, premio Nobel per la pace – postumo – del 1961 «fino ai moltissimi funzionari di ogni grado, caduti nelle missioni umanitarie di pace e di riconciliazione». Il Papa auspica una «riforma» delle Nazioni Unite e un «adattamento ai tempi per arrivare all’«obiettivo finale di concedere a tutti i Paesi, senza eccezione, una partecipazione e un’incidenza reale ed equa nelle decisioni. Tale necessità di una maggiore equità, vale in special modo per gli organi con effettiva capacità esecutiva, quali il Consiglio di Sicurezza, gli Organismi finanziari e i gruppi o meccanismi specificamente creati per affrontare le crisi economiche». Questo aiuterà «a limitare qualsiasi sorta di abuso o usura specialmente nei confronti dei Paesi in via di sviluppo. Gli organismi finanziari internazionali devono vigilare in ordine allo sviluppo sostenibile dei Paesi e per evitare l’asfissiante sottomissione di tali Paesi a sistemi creditizi che, ben lungi dal promuovere il progresso, sottomettono le popolazioni a meccanismi di maggiore povertà, esclusione e dipendenza».
Proteggere gli esclusi e l’ambiente
Francesco ricorda che «la limitazione del potere è un’idea implicita nel concetto di diritto.Dare a ciascuno il suo, secondo la definizione classica di giustizia, significa che nessun individuo o gruppo umano si può considerare onnipotente, autorizzato a calpestare la dignità e i diritti delle altre persone singole o dei gruppi sociali». Oggi, osserva ci sono «molti falsi diritti, e – nello stesso tempo – ampi settori senza protezione, vittime piuttosto di un cattivo esercizio del potere: l’ambiente naturale e il vasto mondo di donne e uomini esclusi». Due settori intimamente uniti tra loro, che le relazioni politiche ed economiche preponderanti hanno trasformato in parti fragili della realtà. Il Papa spiega che «esiste un vero “diritto dell’ambiente”: ogni danno a quello è un danno all’umanità e stigmatizza la «brama egoistica e illimitata di potere e di benessere materiale, conduce tanto ad abusare dei mezzi materiali disponibili quanto ad escludere i deboli e i meno abili». L’esclusione economica e sociale è una negazione totale della fraternità umana e un gravissimo attentato ai diritti umani e all’ambiente. I più poveri sono quelli che soffrono maggiormente questi attentati».