Celebrare lo spirito contemplativo di Maria con Nostra Signora di Einsiedeln
Il 21 gennaio 861, due ladri uccisero brutalmente un anziano monaco benedettino che viveva da decenni come eremita nella Foresta Nera svizzera. Il monaco, Meinrado, aveva offerto ai due ladri cibo e rifugio, pur avendo avuto una premonizione sul fatto che avevano intenzione di ucciderlo.
Il piccolo eremo di San Meinrado – ora onorato come il “Martire dell’Ospitalità” – è diventato un luogo di pellegrinaggio e casa di altri eremiti, incluso il beato Benno di Metz. Un’abbazia benedettina è stata costruita sul posto nel 934 sotto la cura del primo abate, il beato Eberhard. Nel corso dei secoli, questa importante e storica abbazia – l’abbazia di Maria Einsiedeln – ha goduto di molti privilegi ed è stata la casa di numerosi santi, come il vescovo San Wolfgang di Regensburg, gli abati San Thietland, San Gregorio e Sant’Adalgott e i monaci beato Kuno, beato Ulrich e Sant’Alarico. Oggi un altro dei monaci di Einsiedeln, il venerabile Meinrad Eugster (d. 1925), è un candidato alla beatificazione.
Nel 1854, due monaci missionari viaggiarono dalla Svizzera alle colline dell’Indiana meridionale, stabilendo un monastero che alla fine sarebbe diventato l’arciabbazia di San Meinrado. Quei monaci svizzeri portarono con loro l’immagine della nota “Madonna nera” che era stata venerata per secoli nella loro abbazia originaria, introducendo questa devozione negli Stati Uniti.
La parola “einsiedeln” significa “eremo”, e si riferisce alla dimora originaria di San Meinrado. Un’antica tradizione riferisce che una statua della Madre di Dio nell’eremo del santo divenne il centro di preghiere e pellegrinaggi e venne tramandata da una generazione di monaci all’altra. Purtroppo l’immagine originaria è andata perduta (forse in uno degli incendi che hanno devastato l’abbazia nel corso degli anni); la statua della Madonna col Bambino ora venerata nell’abbazia di Einsiedeln è stata scolpita da un ignoto artigiano alla metà del XV secolo e si erge in una cappella marmorea splendidamente adornata costruita sul luogo dell’eremo di San Meinrado. Nella cappella sono custodite anche le reliquie del santo.
L’immagine attuale, annerita da secoli di fumo di candele e incenso e nota come Nostra Signora di Einsiedeln, è un riverito simbolo di Maria, onorata con quel titolo da monaci, suore e sorelle benedettini in tutta Europa, negli Stati Uniti e in America Latina. La sua festa si celebra il 16 luglio, osservato più in generale come la commemorazione di Maria sotto il titolo ispirato dai Carmelitani di Nostra Signora del Monte Carmelo.
Oggi il Santuario di Maria all’abbazia di Einsiedeln attira più di 200.000 pellegrini ogni anno e ha la caratteristica di essere sia una tappa importante lungo il Cammino di Santiago che il terzo santuario mariano più popolare in Europa.
Se il titolo di Maria di Nostra Signora del Monte Carmelo celebra splendidamente la protezione materna di Maria (simboleggiata dallo scapolare marrone), la tradizione di onorare Maria come Nostra Signora dell’Eremo potrebbe essere ritenuta in onore allo spirito contemplativo di Maria, come il santo eremita la cui storia è alla base di questa antica devozione.
In due passi, il Vangelo di Luca ci dice che Maria ponderava ciò che stava accadendo nella sua vita – e in quella di suo Figlio – “nel suo cuore”. Il primo è immediatamente successivo al racconto lucano della nascita di Gesù, con gli angeli che cantano e i pastori che gli vanno a far visita (2, 19), l’altro è quando Maria e Giuseppe trovano nel Tempio di Gerusalemme Gesù dodicenne che si era perso: “Partì dunque con loro e tornò a Nazaret e stava loro sottomesso. Sua madre serbava tutte queste cose nel suo cuore” (2, 51).