Più di quanto potresti pensare...
"Il vero test del carattere di un uomo è ciò che fa quando nessuno guarda”. Così diceva il leggendario allenatore di basket John Wooden. Penso che spesso i test del carattere si svolgano quando chiunque sta a guardare.
L’approccio di Wooden non è nuovo. Nel secondo libro della Repubblica di Platone, leggiamo dell’“anello di Gige”, che permette a chi lo porta di diventare invisibile. Platone usa la storia dell’anello per chiedersi perché una persona intelligente dovrebbe essere morale se non ha paura di essere colta sul fatto (grazie all’invisibilità conferita dall’anello). Con il rischio di mettermi in conflitto con il grande Platone, insisto sul fatto che soprattutto nella nostra epoca i test del carattere si svolgeranno più spesso quando chiunque sta guardando – via streaming, con i social media, ecc. Permettetemi di fare un esempio.
Ultimamente si è parlato molto della definizione di amore e matrimonio. Di recente l’Irlanda ha votato in un referendum nazionale sulla ridefinizione del matrimonio. Uno degli slogan di quanti sostengono l’“uguaglianza del matrimonio” è “Ogni amore conta!” Sembra difficile smentire questa affermazione, vero? Chiunque, ovunque, sembra dare importanza al valore supremo dell’amore, e quindi come si potrebbero accettare alcuni amori rifiutandone altri?
Prima di capitolare davanti a slogan come “Ogni amore conta!”, faremmo bene a prendere le distanze da qualche idea approssimativa. L’“amore” può davvero significare condonare il peccato di un’altra persona? L’amore, compreso in modo appropriato, è più di semplici sentimenti calorosi e accessi di stima reciprocamente conveniente. Il vero amore è amor benevolentiae, che è un desiderio soprannaturale del meglio per l’amato. Qual è il meglio per la persona amata? I discepoli di Gesù Cristo, anche dopo una rapida lettura del Vangelo di Giovanni, sanno che ciò che è meglio per l’amato è l’unione eterna nel cuore del nostro Padre Celeste. I cristiani sanno che il vero amore ci porta al cuore del nostro Padre Celeste, e che non lo fa nient’altro.
Allora a cosa assomiglia quel vero amore, l’unica via che porta alla realizzazione umana, che è la nostra dimora celeste? Per comprendere il vero amore dobbiamo considerare quattro parole: Croce, Altare, Confessione e Comunione. Facendolo, dobbiamo ricordare che Satana desidera disperatamente confonderci al riguardo, perché se le capiamo bene possiamo fuggire ai suoi progetti per noi e andare a riposare nella Casa del Padre.
Il vero amore, l’amor benevolentiae, richiede la Croce. Perché? Per via della nostra natura umana caduta, siamo troppo egoisti per amare come dovremmo. Abbiamo bisogno del potere della Croce per spezzare il guscio duro dell’egoismo che circonda il cuore umano. Dov’è che riusciamo a trovare meglio il pieno potere della Croce? All’Altare del Sacrificio.
Faremmo bene a meditare sulla Croce, pregare la Via Crucis e pregare davanti alle rappresentazioni della Croce di grandi artisti, ma nulla è paragonabile a stare ai piedi della Croce sul Calvario mentre Nostro Signore si offre in sacrificio. Quel sacrificio sulla Croce è di nuovo presente per noi sull’Altare nel Santo Sacrificio della Messa. Lì possiamo vedere l’amore perfetto, un amore che spiana la via verso il cuore di Nostro Padre. Lì possiamo prendere i nostri poveri doni e tutte le nostre imperfezioni e unirli al sacrificio perfetto di Cristo. Dobbiamo unirci a Cristo nella Sua offerta perfetta. Se non lo facciamo, allora qualsiasi cosa che tratterremo dall’Altare del Sacrificio diventerà bottino di Satana.
Ora dirò qualcosa che forse molti troveranno scioccante. L’obiettivo di andare a Messa non è ricevere la Santa Comunione. L’obiettivo di andare a Messa è unirci al sacrificio di Nostro Signore sul Calvario. Ricevere la Santa Comunione è il frutto impagabile di quel sacrificio, ma non è l’obiettivo della Messa. Se non siamo chiari a questo riguardo, possiamo essere trascinati in un peccato terribile.