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Cosa si sono detti il Presidente Mattarella e il Papa?

Lucandrea Massaro - Aleteia - pubblicato il 18/04/15

Sul tavolo i temi dell'emergenza lavorativa e quello dell'accoglienza dei profughi, le grandi crisi umanitarie e l'ambiente

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella è stato oggi in Vaticano per la visita di Stato a papa Francesco. Il corteo presidenziale è arrivato da Via della Conciliazione ed è entrato in Vaticano da Piazza San Pietro e quindi dall'Arco delle Campane. La cerimonia di saluto, guidata dal prefetto della Casa Pontificia monsignor Georg Gaenswein, è avvenuta nel Cortile di San Damaso.

Un democristiano al Quirinale
Un presidente cattolico dopo 15 anni: l’ultimo proveniente da un’area politica cattolica infatti è stato Oscar Luigi Scalfaro, dopo di lui 15 anni di presidenti laici o quasi, come Carlo Azeglio Ciampi, credente ma nella vita privata, e Giorgio Napolitano, nato e cresciuto politicamente nel Pci. Questa mattina invece in Vaticano arriva un cattolico doc, con la famiglia cresciuta nell’Azione cattolica, consapevole però che la spiritualità e la fede non influisce sulla sua funzione istituzionale di essere presidente di uno Stato laico.

Il colloquio privato con Papa Francesco è durato un po' meno di mezz'ora.

Il Presidente è accompagnato dalla figlia Laura nella sua prima uscita in qualità di "first lady" presidenziale (Mattarella è vedovo) e da cinque dei suoi sei nipoti. Il seguito ufficiale è guidato dal ministro degli Esteri Paolo Gentiloni con la consorte, Emanuela Mauro, e diverse altre personalità.

Papa Francesco: con l'Italia rapporti eccellenti
La visita di Mattarella in Vaticano, "a soli due mesi" dall'elezione "manifesta le eccellenti relazioni tra la Santa Sede e l'Italia". Papa Francesco lo ha sottolineato nel suo saluto al Capo dello Stato, ricordando che "tale gesto" si pone "in continuità" con le visite di Napolitano e con l'ormai lunga tradizione, che "in particolare dal periodo conciliare, vede infittirsi le occasioni d'incontro tra le supreme Autorità civili italiane e quelle della Chiesa universale". "I Patti Lateranensi, recepiti dalla Carta Costituzionale repubblicana, e l'Accordo di Revisione dei medesimi hanno offerto – ha detto il Papa – un solido quadro di riferimento, all'interno del quale si sono pacificamente sviluppati e rafforzati i rapporti tra Italia e Santa Sede, garantendo la reciproca sovranità e indipendenza e al tempo stesso il mutuo orientamento alla fattiva collaborazione, sulla base di valori condivisi e in vista del bene comune".

Il discorso ufficiale
La disoccupazione giovanile, un «grido di dolore» che chiama in causa tutti, a livello di Stato e di Chiesa. Lo ha sottolineato papa Francesco nel discorso ufficiale pronunciato nel corso della visita di Stato de Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. «Signor Presidente, – ha ammonito Bergoglio davanti a Mattarella e alle delegazioni – tra i diversi beni necessari allo sviluppo di ogni collettività, il lavoro si distingue per il suo legame con la stessa dignità delle persone, con la possibilità di costruire un'esistenza dignitosa e libera. In special modo, la carenza di lavoro per i giovani diventa un grido di dolore che interpella i pubblici poteri, le organizzazioni intermedie, gli imprenditori privati e la comunità ecclesiale, perché si compia ogni sforzo per porvi rimedio, dando alla soluzione di questo problema la giusta priorità. Nella disponibilità del lavoro risiede infatti la stessa disponibilità di dignità e di futuro». Il Pontefice ha ricordato che «per un'ordinata crescita della società è indispensabile che le giovani generazioni, tramite il lavoro, abbiano la possibilità di progettare con serenità il loro futuro, affrancandosi dalla precarietà e dal rischio di cedere a ingannevoli e pericolose tentazioni. Tutti coloro che detengono posizioni di speciale responsabilità hanno perciò il compito primario di affrontare con coraggio, creatività e generosità questo problema». Il Papa ha anche parlato di Expo e ambiente, oltre che naturalmente di profughi e migranti, da sempre nel suo cuore.

Il Presidente Mattarella ha risposto così alle parole di Francesco: "Papa punto di riferimento costante". "Considero il colloquio appena concluso, per l'intensità che lo ha caratterizzato, una testimonianza preziosa del rapporto davvero speciale che esiste tra la Santa Sede e lo Stato italiano".

Il Giubileo
"Il giubileo della misericordia, da poco indetto, costituirà occasione di riflessione preziosa sui valori della giustizia e della solidarietà insieme a quello della pace. Nella nostra epoca le dinamiche economiche perdono spesso di vista la dimensione umana, rischiando di alimentare ingiustizie, sedimentare conflittualità e aumentare precarietà" ha ribadito il Presidente Mattarella. "Il richiamo alla misericordia rilancia, tra gli uomini – aggiunge il capo dello Stato – la gratuità come valore nei rapporti economici e sociali – come dimostra la straordinaria storia del volontariato italiano – e la pace come condizione di benessere comune".

Retroscena
Fonti informate sui contenuti della visita hanno escluso che due argomenti in discussione in questo momento in Parlamento (divorzio breve e coppie di fatto) siano stati anche solo sfiorati stamane con Mattarella. Nella visita di oggi si è volato su un piano più alto. E non ci vuole molto a immaginare che cosa sta maggiormente a cuore di Francesco. La sua agenda riservata coincide con gli interventi pubblici: le povertà, le emarginazioni, le ingiustizie, i profughi. E poi le persecuzioni nei confronti dei cristiani, le scomode verità storiche come il genocidio degli armeni (il cui presidente è stato recentemente ricevuto da Mattarella). È qui che le rispettive sensibilità non hanno faticato a incontrarsi perché sono gli stessi valori di un cattolicesimo moderno cui si richiama il presidente della Repubblica (La Stampa, 18 aprile).

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