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5 modi in cui Hillary Clinton non è pro-donne o pro-famiglia

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Carolyn Moynihan - pubblicato il 16/04/15

Corre come candidata pro-famiglia senza la piattaforma per sostenere queste aspirazioni

lary Clinton vuole diventare il primo Presidente donna degli Stati Uniti. Questo non sorprende. Vuole anche essere il primo Presidente donna family-friendly, una persona che sostiene il ragazzo o la ragazza che alleva un bambino, lavora nell'impresa di famiglia e si sposa – come si vede nel suo video promozionale, Getting Started.

È sicuramente un bel video. Caro, senza dubbio, e accenna ai valori familiari – matrimonio, mamma, papà e bambino, coppia nera sposata, mamma casalinga, avviare un'impresa familiare, un uomo che lavora sodo (il papà?) -, ma ciò che offre, o suggerisce, con un'immagine viene poi smentito da un'altra. In poche parole, non convince.

Al contrario, convince quelli che non hanno mai pensato a Hillary come a una paladina della famiglia. Ecco i motivi per i quali il Presidente Hillary Clinton non sarà la prima donna democratica dai valori familiari a guadagnare la Casa Bianca.

1. È confusa sul matrimonio. È vero che nel suo video c'è una promozione del matrimonio, ma si tratta del “matrimonio” omosessuale: due uomini aspettano il giorno delle loro nozze. Viene mostrata anche una coppia lesbica felice. Hillary ha sempre sostenuto i diritti dei gay, ma come Barack Obama ha subito un'“evoluzione” sulla questione del matrimonio omosessuale. Nel 1996 ha sostenuto il Defense of Marriage Act del Presidente Bill Clinton, che definiva il matrimonio in modo tale da precluderlo alle coppie dello stesso sesso. Nel marzo 2013 ha sostenuto chiaramente il matrimonio per le coppie gay e lesbiche. Si è inserita nella linea per la quale il matrimonio riguarda il riconoscimento dell'amore di una coppia, non un'unione potenzialmente feconda di un uomo e una donna. Ne è davvero convinta o è stata una mossa politica calcolata?

2. Ci vuole un'intera famiglia per allevare un bambino. Hillary ha scritto un libro intitolato It Takes a Village to Raise a Child (Ci vuole un villaggio per allevare un bambino), ma come lei stessa ha riconosciuto serve in primo luogo una famiglia. In genere serve più di una madre single, e tuttavia il primo ritratto del suo video è quello di una donna dalla faccia tosta che sta per cambiare casa di modo che la figlia possa cominciare la scuola in una zona migliore. Nessun padre in vista, neanche nel cameo della donna che sta per tornare al lavoro dopo cinque anni in cui ha “allevato i miei figli”. O in un'altra scena in cui vengono mostrati solo una mamma e i bambini.

È vero, ci sono una coppia nera sposata (lui ha una fede nuziale) che aspetta un bambino e un'altra coppia con la figlia. C'è anche una coppia apparentemente senza figli con un cane e un gatto. Il messaggio del promo è che le famiglie sono di ogni forma e tipo. Non c'è una norma, non c'è un'ideale. Scusa, Hillary, ma con questo atteggiamento non costruirai un'America più forte e più felice.

3. I bambini vengono al secondo posto, o al terzo, non al primo. La cosa peggiore del fatto di relativizzare la famiglia con mamma e papà sposati è la conseguenza sui bambini. I bambini hanno il diritto di nascere in un modo che rispetti la loro dignità umana, e di essere allevati dai propri genitori a meno che la morte o altre circostanze non lo rendano impossibile. L'idea per la quale i padri sono un extra opzionale danneggia i bambini. L'idea che una coppia di gay possa avere dei figli – come implica lo status del matrimonio – significa che i bambini sono prodotti virtualmente e possono finire per non conoscere mai la madre e il padre reali. Non c'è modo in cui il villaggio possa compensare questi aspetti negativi fondamentali.

4. Le donne vengono al primo posto, anche quando questo significa uccidere i loro figli. L'obiettivo di Hillary sono soprattutto le donne. La nozione dei diritti delle donne, in particolare dei diritti riproduttivi, è uno dei suoi grandi temi. Come ha detto alle Nazioni Unite lo scorso anno, “Non si può progredire sul tema dell'uguaglianza di genere o di uno sviluppo umano più ampio senza salvaguardare la salute e i diritti riproduttivi delle donne. È una verità fondamentale”.

E i diritti riproduttivi includono l'aborto. Parlando per l'Amministrazione Obama nel 2009, ha ribadito una frase famosa: “Pensiamo che la pianificazione familiare sia una parte importante della salute femminile, e la salute riproduttiva include l'accesso all'aborto, che ritengo dovrebbe essere sicuro, legale e raro”.

Al di là dell'attacco evidente ai diritti dei bambini che implica la sua posizione, non è vero che tutte le attività che sostiene sotto il titolo di diritti riproduttivi rappresentano ciò che vogliono le donne. È infatti certo che alcune di loro non vedono la contraccezione e l'aborto come risposta ai problemi sanitari, finanziari o di relazione che hanno loro stesse o altre donne. Questo è particolarmente vero nel caso delle donne dei Paesi in via di sviluppo. Alla fin fine, l'aborto è un omicidio e non può essere l'aspetto “fondamentale” di una sana cultura familiare.

5. Dov'è il villaggio? Nel video di Hillary manca un intero strato della vita americana. Tra lei e la base popolare c'è uno spazio che si propone di raggiungere con una legge di permessi di maternità, politiche fiscali e qualche altra cosa. Ma dov'è la società civile: i gruppi di servizio volontari, i club sportivi, la Chiesa – le istituzioni che hanno sostenuto in passato una forte vita familiare? Può non essere colpa sua se queste realtà stanno scivolando via dalla vita degli americani, soprattutto dei poveri dei quali si preoccupa tanto, ma ignorarne il ruolo in una società sana non farà che peggiorare le cose.

Un esperto ha suggerito che la mossa di apertura di Hillary segna “il momento in cui i democratici sono diventati ufficialmente il partito dei valori familiari”. Io non la penso così.

Carolyn Moynihanè vice-editore di MercatorNet, dove è stato pubblicato in origine questo articolo.

[Traduzione dall'inglese a cura di Roberta Sciamplicotti]

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