Gustavo Andújar, presidente di SIGNIS, un'associazione cattolica mondiale per la comunicazione presente in 140 Paesi del mondo, ha inviato un messaggio in occasione della Pasqua che contiene un importante pronunciamento sulla prossima beatificazione di monsignor Óscar Arnulfo Romero Galdámez.
All'inizio del messaggio, scritto all'Avana (Cuba), Andújar riconosce la gioia per la recente dichiarazione della Congregazione delle Cause dei Santi in cui si annuncia che Romero, arcivescovo martire di San Salvador (El Salvador), sarà beatificato il 23 maggio.
“Appena qualche giorno fa, il 24 marzo, abbiamo commemorato il suo martirio nel 1980, quando è stato assassinato mentre celebrava la Messa. Questa Settimana Santa è l'occasione ideale per riflettere sull'eredità che ha lasciato a noi comunicatori cristiani”, ha scritto il presidente di SIGNIS.
Anche se non si pensa spesso a monsignor Romero come a un comunicatore, “è un esempio per i comunicatori cristiani, non tanto per il suo lavoro nella stampa e nella radio all'inizio del suo ministero, quanto per le vibranti omelie che pronunciava nella cattedrale e che venivano trasmesse via radio in tutto il Paese”, ricorda Andújar nel suo messaggio pasquale ai membri dell'associazione.
Comunicatore con coraggio e speranza
Per il comunicatore cattolico, nelle omelie di monsignor Romero c'è un appello incessante a difendere i poveri e gli oppressi, vittime della violenza fratricida che flagellava la Nazione salvadoregna.
“Già da tempo aveva abbracciato con fervore l'opzione preferenziale per i poveri, alla quale i suoi confratelli dell'episcopato latinoamericano avrebbero richiamato a Puebla nel 1979. Prima ascoltava il popolo, e poi offriva la sua voce a quanti non l'avevano”.
Per Andújar, monsignor Romero ha vinto la sua naturale timidezza, e la sua volontà di servire Dio e la sua esperienza della Grazia sono riuscite a superare i suoi limiti personali fino a trasformarlo nel pastore coraggioso e risoluto di cui la Chiesa aveva bisogno.
Ai comunicatori cristiani viene chiesto spesso di essere “profetici”, dice Andújar, e in monsignor Romero possono avere una guida straordinaria di ciò che questo significa, visto che il messaggio dell'arcivescovo di San Salvador “era il Vangelo di Gesù Cristo, e le sue denunce, pur se vigorose e piene di autorità, erano allo stesso tempo portatrici di speranza”.
Per questo Andújar, come altri comunicatori cattolici, propone che monsignor Romero venga dichiarato patrono di SIGNIS e compatrono dei comunicatori cattolici.
“Personalmente l'idea mi piace molto, e sono convinto che la Pasqua, quando celebriamo il trionfo della vita abbondante ed eterna che Gesù è venuto a portarci e che monsignor Romero voleva per tutti, sia il miglior momento possibile per riflettere su questo”, conclude il messaggio.
[Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti]