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Giallo in Vaticano: no al riscatto per scritti rubati di Michelangelo

Michelangelo Buonarroti (1475-1564) – © Everett Historical / Shutterstock – it

© Everett Historical / Shutterstock

Chiara Santomiero - Aleteia - pubblicato il 09/03/15

Lombardi conferma il furto dei documenti del grande artista della Cappella Sistina. Le indagini della Gendarmeria vaticana e della polizia italiana

Nessuna concessione da parte del Vaticano ai ladri o ai ricettatori di preziosi documenti di Michelangelo che ne hanno prospettato la restituzione in cambio del pagamento di un "riscatto".

Il portavoce della Sala stampa vaticana, padre Federico Lombardi, ha chiarito le circostanze di una notizia apparsa l'8 marzo sul quotidiano Il Messaggero, relativa al furto negli archivi della Fabbrica di S. Pietro di una lettera olografa di Michelangelo Buonarroti, "probabilmente l'unico esemplare conservato al di là del Tevere, che l'architetto e artista toscano scrisse interamente di suo pugno, dall'inizio alla fine. Una vera rarità, considerando che normalmente «Michelagnolo» apponeva la sua firma nervosa su testi che dettava ai suoi collaboratori".

Il mistero è tanto più fitto in quanto il furto d'autore richiede, in questo caso, una particolare abilità e conoscenza dei luoghi. "Chi ha messo a segno il colpo – sottolinea la giornalista del Messaggero Franca Giansoldati – non poteva che conoscere molto bene i locali attigui alla basilica in cui sono conservati i documenti dell'edificio, dal 1506 in poi, quando Papa Giulio II creò la Fabbrica per seguire le fasi di cantiere e poi per assicurare la manutenzione del nuovo edificio. Documenti di cantiere, lettere, pergamene, disegni dello stesso Buonarroti e di altri artisti, affreschi, testimonianze di Vasari e di Bramante. Arsenio Lupin sapeva bene come muoversi, dove andare a cercare, come orientarsi. Non è facile. Pochi, infatti, possono avere l'accesso diretto, visto che gli archivi della Fabbrica non sono nemmeno consultabili al pubblico".

L'ammanco, ha chiarito Lombardi, risale al 1997 quando "era stata constatata la mancanza dall`Archivio della Fabbrica di San Pietro di alcuni documenti di Michelangelo, uno scritto da lui, un altro con la sua firma". La notizia era stata segnalata dall`allora archivista, suor Teresa Todaro, al cardinale presidente della Fabbrica e arciprete della Basilica, Virgilio Noè. "Più recentemente – ha aggiunto padre Lombardi – il cardinale Comastri, attuale presidente, ha ricevuto una proposta per riacquistare, ad un certo prezzo, tali documenti". Netto il rifiuto del porporato di riacquisire per vie traverse dei documenti sottratti illecitamente.

"La Gendarmeria vaticana – ha informato ancora Lombardi – è in contatto con le competenti autorità di polizia italiane per gli approfondimenti opportuni".

Non confermata la notizia sull'entità del pagamento richiesto che ammonterebbe a centomila euro.

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