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Sandro, Michal, Zbigniew: martiri e beati insieme a Romero

Don Sandro Dordi – Michal Tomaszek – Zbigniew Strzalowski

© Public Domain

Chiara Santomiero - Aleteia - pubblicato il 17/02/15

Il 5 dicembre 2015 avrà luogo la beatificazione dei primi tre martiri della Chiesa peruviana

"Ci hanno detto di scendere e ci hanno accompagnato via. Mentre camminavamo abbiamo sentito i colpi degli spari". C'erano due seminaristi sulla jeep con don Sandro Dordi il 25 agosto del 1991 sulla strada lungo il Rio Santa: i guerriglieri maoisti di "Sendero Luminoso" li allontanarono prima di uccidere il missionario bergamasco che da 11 anni lavorava fianco a fianco con i campesinos del Perù. La stessa sorte, in un luogo poco distante, avevano subito qualche giorno prima, due frati francescani polacchi: Michal Tomaszek e Zbigniew Strzalkowski.

Papa Francesco ha autorizzato la beatificazione di tutti e tre con lo stesso decreto con il quale ha aperto la strada alla beatificazione dell'arcivescovo salvadoregno mons. Romero e oggi la diocesi peruviana di Chimbote ha annunciato che la celebrazione per Sandro, Michal e Zbigniew – come vengono chiamati con familiarità nella nota – avrà luogo il 5 dicembre prossimo.

Michal, Zbigniew e Sandro sono i primi martiri nella storia del Perù; nel decreto c'è scritto che sono stati uccisi "in odio alla fede".

Don Alessandro – Sandro – Dordi era un sacerdote diocesano "fidei donum", cioè prestato dalla diocesi di Bergamo alla diocesi di Chimbote, parrocchia di Santa. Prima del Perù, aveva lavorato a lungo nel Polesine dopo il disastro dell'alluvione. A Porto Viro c'è una piazza e una statua di bronzo in bicicletta a ricordarlo, ma più ancora una cooperativa sociale che porta il suo nome e ha lo scopo di sviluppare una economia partecipata che produca "benessere e inclusione sociale". Dopo il Polesine, don Sandro era stato in Svizzera tra gli emigrati italiani.

Nella diocesi di Chimbote don Sandro arriva nel 1980. E' un territorio poverissimo dove il sacerdote porta pane e Vangelo, insegnando che ci può essere una via al riscatto sociale che non passa attraverso la lotta armata portata avanti in quegli anni dalla formazione maoista di "Sendero Luminoso".Non ci sarebbe voluto molto tempo prima che le due idee di cambiamento della società – promozione umana e violenza – venissero in collisione.

Dopo una lunga serie di assassinii di politici e sindacalisti, Sendero Luminoso aveva dichiarato che la “La Chiesa la lasceremo come dolce, a fine pasto”. Nel novembre del 1990, don Sandro sfugge ad un primo attentato insieme al vescovo di Santa. Il 9 agosto del 1991 Sendero Luminoso uccide Michal Tomaszek e Zbigniew Strzalkowski, due frati francescani di origine polacca di 32 e 34 anni. Erano accusati di "ingannare il popolo con le bibbie e i rosari".

Da Cracovia, dove erano entrati nella Congregazione dei conventuali della provincia di Sant’Antonio, erano partiti per una missione nelle Ande peruviane assieme al sacerdote Jaroslaw Wysoczanski, con l’obiettivo di fondare il primo convento del loro ordine e portare la fede, la speranza e la carità tra i poveri di Pariacoto, uno dei maggiori centri della produzione mondiale di coca destinata a essere trasformata in cocaina. Un commercio straordinariamente florido che garantiva ingenti profitti per i trafficanti quanto magri salari per i coltivatori (www.terredamerica.com).

Quel pomeriggio d'estate alcuni uomini di Sendero Luminoso li catturarono in chiesa e li fecero salire su un furgone sul quale si svolse il processo sommario: colpevoli, a causa dell'annuncio del Vangelo, di scoraggiare i giovani dall’aderire ai gruppi terroristici e rallentare la rivoluzione. Il percorso durò poco: arrivati vicino al cimitero li uccisero assieme ai sindaci di Pariacoto e Pueblo Viejo.

Nella cucina della casa parrocchiale di Santa don Sandro aveva appeso un calendario nel quale, oltre agli impegni, c'erano scritte annotazioni di quanto andava succedendo: a luglio, a proposito del ferimento di un padre spagnolo, aveva scritto “Si mette male”. C'è un appunto anche per il 9 agosto sull'uccisione dei due francescani (Missionduemila, inserto mensile del settimanale diocesano “La Nostra Domenica”, 13 giugno 1999). Qualche giorno dopo l’assassinio dei due religiosi sul muro del mercato era apparsa la scritta: “Yankees, el Perù serà tu tumba”. “Straniero, il Perù sarà la tua tomba”. Don Sandro commenta subito: “E’ stato scritto per me”, ma non scappa. Il pastore non abbandona il suo gregge.

Il resto è la storia di un martirio annunciato e di una fede alta e forte come le montagne del Perù dove Sandro, Michal, Zbigniew hanno sparso il sangue. La causa di beatificazione, a lungo frenata dai sospetti di simpatie per la "teologia della liberazione" che avrebbero portato a precedenti connivenze con i guerriglieri, ha concluso il suo iter. Sandro, Michal, Zbigniew e così mons. Romero sono indicati ufficialmente alla venerazione dei loro popoli che già li considera santi.

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