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Riforma della Curia: tra centro e periferia largo alla sussidiarietà

Ordinary Public Consistory 13 February 2015 – 05 © Sabrina Fusco

© Sabrina Fusco / ALETEIA

<span>Ordinary Public Consistory for the creation of new Cardinals</span>

Chiara Santomiero - Aleteia - pubblicato il 13/02/15

Per i cardinali slides sulla riforma dell'economia vaticana: un modello di trasparenza da condividere nelle diocesi

Dagli interventi dei cardinali presenti al Concistoro che per due giorni ha esaminato le proposte di riforma della Curia romana emerge un generale apprezzamento del lavoro presentato nelle relazioni dei cardinali Maradiaga e Semeraro del "C9". E' la sintesi del portavoce della Santa Sede, padre Federico Lombardi, che in un briefing con i giornalisti ha riferito delle sessioni di lavoro concluse nel pomeriggio di venerdì 13 febbraio con la relazione del cardinale O'Malley sulla commissione contro la pedofilia.

Ciò che viene sottolineato ripetutamente nelle osservazioni proposte nei 40 interventi succedutisi (166 i cardinali presenti) è come strutturare il rapporto tra Curia e chiese locali in un'ottica di "comunione" e non di mero efficientismo, che è uno dei punti fondamentali riforma. Nella decentralizzazione delle competenze può essere d'aiuto il principio di sussidiarietà: a quale livello, cioè, si può o si deve compiere un'attività con lo scopo della sua maggiore funzionalità. Secondo i cardinali la riflessione da operare nell'ambito dei dicasteri vaticani deve riguardare "ciò che si fa meglio e dove: cosa a Roma, cosa nelle conferenze episcopali e cosa nelle diocesi".

Poichè i tempi di attuazione della riforma si presentano lunghi, tra i padri è emerso un certo consenso sul fatto che ci possa essere un'attuazione graduale di "decisioni o misure che sembrano mature", senza bisogno di attendere "il completamento di tutta l’opera". Alcuni hanno anche osservato che la costituzione apostolica "Pastor Bonus"di Karol Wojtyla del 1988 contiene anche “elementi molto positivi e importanti” che “non vanno perduti”. A questo proposito L'Osservatore Romano (13 febbraio) ha rilevato come sia stata emendata in alcune parti da sei "motu propri", uno firmato da Giovanni Paolo II e ben cinque da Benedetto XVI.

La presenza di tanti cardinali in Vaticano, alcuni per la prima volta, ha fornito l'occasione per fare il punto sull'economia vaticana e i nuovi organismi costituiti per attuarne la riforma nell'ottica della trasparenza. In un'ampia relazione a più voci illustrata da slides, ai cardinali è stato presentato il complesso itinerario che ha portato alla fine dello scorso anno alla costituzione del segretariato per l'economia guidato dal cardinale australiano Pell. In diciannove interventi vari cardinali hanno espresso apprezzamento per l’impegno messo in campo nella riorganizzazione dell’amministrazione della Santa Sede nel senso “della trasparenza, della responsabilità, della integrità, della competenza” che conferiscono grande “credibilità” al cammino di cambiamento intrapreso dalla Curia Romana. Lo stesso tipo di risultati, hanno auspicato, deve essere condiviso a livello delle diocesi.

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