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La “lingua nuova” di Papa Francesco che sferza il cuore della gente

Pope Francis 011 – it

TIZIANA FABI / AFP

Gelsomino Del Guercio - Aleteia - pubblicato il 02/01/15

Durante il Te Deum il papa ha parlato di «mafiarsi» e «nostalgiare la schiavitù». Sono gli ultimi di una serie di neologismi introdotti nei suoi discorsi

«Mafiarsi», «nostalgiare la schiavitù». Papa Francesco, vescovo di Roma, nel Te Deum di fine anno ha coniato due neologismi nella nostra lingua italiana, che evidentemente diventa sempre più sua (Corriere della Sera, 2 gennaio). 

IL LUNFARDO ARGENTINO
I neologismi sono mutuati molto spesso dal lunfardo, uno slang nato nelle prigioni argentine e diffusosi poi tra il popolo, ha spiegato, tempo fa, Flavio Alivernini, autore di un saggio sulla lingua del Papa, pubblicato sulla rivista Limes: «È stato capace di togliere il dialetto da una periferia geografica e farlo simbolo di una periferia esistenziale» ha aggiunto. 

I CONNOTATI DELLA MAFIA
Ecco, è questo il punto. Scagliando un duro monito contro la corruzione, Bergoglio ha detto che  «se la società costringe i poveri a 'mafiarsi' va in miseria». In questo contesto, scrive il Corriere, «mafiarsi», è molto più esistenziale di «entrare nella mafia». «Mafiarsi» indica quasi uno stravolgersi della persona, che da una parte si «estrania a se stessa» e dall’altra si trasforma, prende i connotati della mafia. La parola suggerisce in chi ascolta proprio una torsione esistenziale, prima che sociologica o criminale. 

COCCOLARE LA SCHIAVITU'
E che dire di «nostalgiare la schiavitù»? È come se la schiavitù uno la «coccolasse», la «accudisse», la «covasse al caldo» del suo cuore. «Nostalgiare» rimanda all’atteggiamento interiore di chi prova nostalgia, molto più dell’espressione «avere nostalgia», che allude a un’azione in qualche modo più esterna a chi ce l’ha. Qualche giorno prima del Te Deum, il 22 dicembre 2014, tra le quindici malattie che ha secondo lui affliggono la Curia, Bergoglio ha parlato di «martalismo», pensando a Marta, la sorella di Lazzaro e Maria.

IL CELEBRE PRIMEREAR
Sono numerosi neologismi del papa che hanno fatto rumore in questa prima parte di pontificato. Dall’oramai celebre «primerear» (arrivare primi) pronunciato nel corso del viaggio in Brasile per la Giornata mondiale della gioventù del luglio 2013, poi ripetuto in occasione della vigilia di Pentecoste coi movimenti ecclesiali il successivo 18 maggio, a «balconear» (stare al balcone), «ningunear»(confondere), «hagan lio» (fare casino) e altri ancora.

LA RACCOLTA DI MILLA
Ne ha raccolti 17 Jorge Milia, già alunno di Bergoglio quando questi insegnava Letteratura e Psicologia a Santa Fe negli anni '64 e '65, sulle pagine dell'Osservatore Romano (19 novembre 2013). Milia ha ribattezzato i «neologismi papali» in «bergoglismi». Tra tutti ce ne è uno, «probabilmente quello a lui più caro», «misericordiando», che sfugge «anche al lunfardo  perché solo lui, il suo autore, ne detiene la paternità esclusiva. Non ha soltanto a che vedere con la misericordia, che in lui più che una parola è un sentimento, ma c'entra direttamente col suo motto: miserando atque eligendo». 

IL GERUNDIO BERGOGLIANO
Milia, incontrando il papa, gli ha chiesto: «Perché 'misericordiando´?». E lui: «Il gerundio latino miserando è intraducibile sia in italiano che in spagnolo. Mi è venuto in mente di tradurlo con un altro gerundio che non esiste: `misericordiando´».

Il blog di Milia, Terre d'America (1 agosto 2014), pubblica in ordine i 17 "begoglismi" di Francesco.

1. Quel Dio cattolico che ci “primerea” sempre
2. Non “balconear” la vita, ma tuffarsi come ha fatto Gesù
3. Una civilizzazione che si è “spannata” ha bisogno della speranza cristiana
4. “Hagan lio”, perché la Buona Notizia non è silenziosa…
5. Quella nullificazione che cancella l’Altro. Non lasciatevi ningunear
6. Quell’invito a “pescar” uno sguardo nuovo sulla società e sulla Chiesa
7. Che pena una gioventù empachada e triste!
8. “Misericordiando”. Dialogo con il Papa su un curioso gerundio
9. Il “chamuyo” di Dio, seduttore ad oltranza
10. Que Dios me banque! Se mi ha messo qui che ci pensi lui
11. Lo spirito del soldato e i generali sconfitti del doverfaresimo
12. “Giocare in attacco”. Le metafore calcistiche di un papa tifoso
13. Cristiani gioiosi e facce da “cetriolini sott’aceto
14. La fiaba cinese dell’abolizione della schiavitù
15. Viandanti della Fede tra scuola e strada
16. Un consiglio ai “trepas” nella Chiesa: arrampicatori, fate gli alpinisti, è più sano
17. “Recen por mi”. Un bergoglismo poco bergogliano? Forse. Ma a forza di chiederlo il Papa ci ha messo il copyright

LA STORIA DELLE COMADRI
Ma non c'è solo «misericordiando». Il settimanale Vita ne ha raccolte diverse in un approfondimento sulle parole del Papa, pubblicato qualche mese fa. Ad esempio, la preghiera «memoriosa», piena di memoria; le «comadri» (ai ginecologi cattolici: «Un tempo, alle donne che aiutavano nel parto le chiamavamo “comadre”’: è come una madre con l’altra, con la vera madre, no? Anche voi siete “comadri” e “compadri”: anche voi»).

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