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Leader islamico sposa la linea di papa Francesco

Pope Francis (R) puts his arms around Rabbi Abraham Skorka (C) and Omar Abboud (L), a leader of Argentina’s Islamic community – it

AFP PHOTO/ VINCENZO PINTO

JERUSALEM : Pope Francis (R) puts his arms around Rabbi Abraham Skorka (C) and Omar Abboud (L), a leader of Argentina's Islamic community, travelling with him at the Western Wall, Judaism's holiest site, in Jerusalem's Old City on May 26, 2014. Pope Francis faces a diplomatic high-wire act as he visits sacred Muslim and Jewish sites in Jerusalem on the final day of his Middle East tour AFP PHOTO/ VINCENZO PINTO

Gelsomino Del Guercio - Aleteia - pubblicato il 30/12/14

Il capo del Consiglio degli imam delle Filippine plaude la linea del dialogo

Gli sforzi di papa Francesco per la pace e il bene dell'umanità «devono essere ascoltati e sostenuti da tutti gli esseri umani, senza distinzione di religione o credo. Nello specifico, invito i miei fratelli e fedeli musulmani ad ascoltare e a comprendere le parole del pontefice: vanno seguite, se vogliamo sconfiggere il terrorismo». Lo ha dichiarato il capo del Consiglio degli imam delle Filippine, Ebra M. Moxsir al-Haj, durante un'intervista televisiva al programma "Know the Truth" che andrà in onda i primi di gennaio 2015 in vista dell'arrivo del pontefice nel Paese (Asianews, 29 dicembre). 

APPELLI SINCERI DEL PONTEFICE
Il leader islamico, scrive l'agenzia cattolica, è anche cappellano delle Forze nazionali di polizia, e durante l'intervista ha aperto le porte al confronto con papa Francesco: «Dobbiamo dare il benvenuto sincero al pontefice – ha evidenziato – e sostenere i suoi appelli per la cooperazione interreligiosa. Francesco ci spinge a improntare i rapporti fra le fedi sulla sincerità e sulla buona volontà: questa è l'unica strada per una vera pace. Io sostengo con forza la sua posizione contro l'estremismo, che non si fermerà davanti a nulla se non alla pace fra le religioni».

CONDANNA DEL TERRORISMO
E' la prima forte presa di posizione di un'autorità islamica dopo l'appello lanciato da Papa Francesco sul volo di ritorno dalla Turchia. In quell'occasione, Bergoglio chiese apertamente a «tutti i leader islamici» di condannare gli atti di terrorismo. «Perché aiuterà la maggior parte del popolo islamico, ascoltarlo dalla bocca dei suoi leader, religiosi, politici, accademici, intellettuali. Noi tutti abbiamo bisogno di una condanna mondiale. Gli islamici che hanno una identità dicano: noi non siamo questo, il Corano non è questo» (Corriere della Sera, 29 novembre).

STATO ISLAMICO NON E' ISLAM
Un messaggio in sintonia con le parole di Ishak Kizilaslan, imam della moschea Sultanahmet (nota come Moschea Blu) di Istanbul. «L'Islam è pace, che la stessa parola significa pace e sottomissione», affermava l'Imam poco prima dell'arrivo di Bergoglio in Turchia. Per Kizilaslan, i media occidentali danno un'immagine sbagliata dell'Islam, assimilandolo alle atrocità commesse da gruppi come lo Stato islamico (Is), attivo in Iraq e Siria. «Ma loro non rappresentano il mondo islamico». L'Is, precisava l'autorità islamica, «agisce non per fini religiosi», ma per »una questione soprattutto politica» (Adnkronos, 27 novembre).

I TRE OBIETTIVI DEL SUMMIT
Messaggi distensivi sono fuoriusciti anche dal terzo Summit cristiano-musulmano che si è svolto a Roma il 4 dicembre. Prevenire i conflitti educando al dialogo interreligioso, costruire una rete di cooperazione istituzionale tra cristiani e musulmani e condannare l’uso della religione per legittimare azioni ingiuste: queste i tre obiettivi da centrare da qui al 2016, data del nuovo summit in programma a Teheran

FRATELLANZA E UMANITA'
«Siamo passati dall’incontro al dialogo: abbiamo coltivato il dialogo per anni – sentenziava il cardinale Jean-Luois Tauran, presidente del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso -ora bisogna camminare insieme e realizzare qualcosa insieme. Insistere su una buona educazione, far amare l’altro non come il diverso da temere ma come il diverso da conoscere, da condividere per ricostruire insieme una nuova società basata sulla fratellanza e sull’umanità» (Radio Vaticana, 4 dicembre).

NUOVA TAPPA A FINE GENNAIO
Il dialogo, scrive Asianews (29 dicembre) proseguirà il 29 e 30 gennaio 2015 con la riunione annuale della commissione per i Rapporti religiosi con i musulmani che fa capo al Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso. Una riunione con lo sguardo rivolto all'Iraq dove «un nuovo e particolare canale di dialogo – ha spiegato il cardinale Tauran – è stato aperto con la creazione di un Comitato permanente per il dialogo con rappresentanti delle maggiori comunità religiose del Paese: sciiti, sunniti, cristiani, sabeani. Si tratta di un segno di speranza, in un quadro piuttosto buio». 

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