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Pubblicità atea contro il Natale

Pubblicità atea USA

© Public Domain

Gelsomino Del Guercio - Aleteia - pubblicato il 03/12/14

Negli Stati Uniti è polemica. Accuse contro Dio e il Natale. I casi di spot anti-cattolici

In diverse città del sud degli Stati Uniti, luoghi da sempre abitati per la maggioranza da fedeli cristiani, sono apparsi negli ultimi giorni alcuni cartelloni pubblicitari molto particolari. Su di essi, riporta Il Sussidiario.net (3 dicembre) si vede una foto di una bambina con un cappello da Babbo Natale intenta a scrivere la classica letterina e la scritta: "Caro Babbo Natale, tutto quello che chiedo per Natale è che io possa non andare in chiesa, sono troppo grande per le favole".

"PRESSATI" DALLA CHIESA
Secondo l'associazione ateista che li ha preparati, si tratta di un messaggio rivolto solo a coloro tra gli atei che in questo periodo natalizio si sentono presi di mira e "soffocati" dalla pressione di chi li vorrebbe in chiesa, ma secondo invece le associazioni cristiane si tratta di un attacco deliberato ai cristiani che instillerebbero con forza nei loro figli la loro fede, oltre che un tentativo di indurre i ragazzini a ribellarsi ai genitori chiedendo di non portarli in chiesa. 

ACCUSE AI CATTOLICI
Il presidente di American Atheists, David Silverman, ha così commentato: "Oggi gli adulti non sono obbligati a pretendere di credere alle menzogne a cui credevano i loro genitori, è una cosa giusta avere il coraggio di dire che i vostri genitori avevano torto a proposito di Dio e va bene dire ai propri figli la verità".

IL CASO DELL'EUTANASIA
Non è la prima volta che i cattolici sono presi di mira dagli spot pubblicitari. Uno dei casi più clamorosi in Italia è stata la pubblicità pro-eutanasia diffusa dai radicali (Agoravox, 11 novembre 2010). Su Avvenire (11 novembre 2010) un editoriale di Francesco Ognibene dal titolo "Pubblicità mortale", definiva l’iniziativa radicale “una sparata deliberatamente provocatoria” e un caso di “premeditato bullismo politico e culturale”. Ognibene sosteneva che sia “inammissibile permettere che si pubblicizzi un reato attraverso i mezzi di comunicazione”, e ha pertanto auspicato l’intervento dell’Autorità garante delle comunicazioni.

PRO PRESERVATIVO
Altrettanto clamoroso è quello che è avvenuto in Spagna con la campagna pubblicitaria a favore dell'uso del preservativo varata dal governo Zapatero (Il Giornale, 16 gennaio 2009). La Confederazione nazionale cattolica dei genitori (Concapa) – che rappresenta due milioni di famiglie spagnole – chiese al ministro della Sanità il ritiro della campagna ’Yopongocondon.org’ (’Io metto il preservativo.org’), e la firma di un accordo tra ministero e produttori di preservativi per ridurne il costi. Secondo l’associazione cattolica, la campagna banalizzava il sesso, «presentandolo solo come piacere istantaneo, senza fornire nessun riferimento all’amore o alla famiglia».

EROI BIBLICI
Nel mirino degli spot denigratori non solo i valori cristiani e cattolici, ma anche testi e personaggi sacri. Basti pensare alla campagna di Sky (25 luglio 2011) con i più grandi campioni dello sport che diventavano santi e personaggi biblici, con il claim "Solo su Sky lo sport fa miracoli". Testimonial erano Eto'o, Pirlo, Ambrosini, Mauri, Castrogiovanni, Gallinari, Gérard Piqué del Barcellona, Federica Pellegrini... e la statua di Totti. La levata di scudi in ambito cattolico fu durissima. Primo fra tutti il cardinale Ersilio Tonini: "È una gravissima mancanza di rispetto. Associare la religione al concetto di vendita e acquisto insito in una pubblicità è contro la dignità. E se perdiamo questo rispetto, come facciamo a insegnare i giusti valori ai più giovani?" (La Stampa, 25 luglio 2011)

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