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Come attenuare i conflitti nel matrimonio?

Couple in conversation – it

Ed Yourdon-CC

Revista Ser Persona - pubblicato il 26/11/14

Si deve stabilire una forma di comunicazione che smorzi la negatività dell'emotività del conflitto, trasformandolo in un'opportunità per migliorare la vita matrimoniale

Se c’è un reclamo, è perché in una delle parti c’è una necessità non soddisfatta. Di fronte a questo, si deve stabilire una forma di comunicazione che attenui la negatività dell’emotività del conflitto, trasformandolo in un’opportunità per migliorare la vita matrimoniale.

Alcune condizioni importanti

– Quando uno dei coniugi reclama qualcosa, bisogna lasciarlo parlare, anche se non ha ragione, perché ha bisogno di sfogarsi. Una volta esposto il problema, sarà disposto al dialogo con più apertura e serenità.

– Chi reclama a ragione lo fa perché ama, ha interesse e ha bisogno che il suo coniuge si superi.

– Se bisogna criticare qualche difetto o atteggiamento, si deve fare con amore. Se di per sé risulta doloroso accettare i propri difetti, è ancor più difficile quando ce li dicono gli altri. Per questo dobbiamo essere estremamente delicati e comprensivi al momento di criticare o di dire qualcosa di negativo a un’altra persona.

– Non bisogna mai gettare in faccia gli errori del passato. Servono comprensione e amore per le debolezze altrui, come vorremmo che si facesse nei nostri confronti. Nella sua opera “I miserabili”, Victor Hugo segnala che essere misericordiosi è sapere dove sono le ferite dell’altro e non toccarle.

– Non discutere mai irritati. Se si è arrabbiati, non è il momento di affrontare la problematica. Ciò implica molta saggezza e prudenza, forze e dominio per controllare l’ira che possiamo provare quando ci troviamo in una situazione di conflitto.

– Evitare i gesti di impazienza, che dimostrano soltanto che non c’è una sincera disposizione all’ascolto.

– Evitare di gridare. Il grido è di per sé un’aggressione, indipendentemente da ciò che si dice.

– Non cercare di vincere in una discussione. L’apparente sconfitta è in realtà una grande vittoria di chi, rispondendo con il silenzio, si mortifica per amor di Dio. Il problema in una discussione è che a volte si cerca più di vincere l’altro che di trovare vie e soluzioni ai problemi.

– Quanto ai problemi con i figli, bisogna sottolineare che il conflitto è con il figlio, non con il coniuge, anche se la mancanza commessa dal figlio è avvenuta abusando dell’amore e della tolleranza di uno dei genitori.

– Non ammettere la negligenza (trascuratezza, apatia), reclamare ciò che si deve reclamare. Nell’amore si richiede una sana esigenza. Dobbiamo sempre cercare il meglio per la persona che amiamo, e a volte sarà necessario essere esigenti. Quando non amiamo, non ci interessa se la persona si supera o meno, ma con la persona amata questo non può mai accadere.

– Non terminare mai la giornata dopo una discussione senza recuperare la pace, anche se il conflitto non è stato risolto. Serve umiltà, per parlare, per far vedere che l’amore prevale. 

– Quando ti sbagli, ammettilo e chiedi scusa. Per molti chiedere scusa equivale a umiliarsi, ma NON È COSÌ: grande è chi riconosce di essere un essere umano con debolezze e difetti e lotta ogni giorno per superarsi.

– Due persone non litigano se uno non vuole, e chi sbaglia è quello che parla o grida di più. Per logica, chi è più calmo vede le cose con maggiore chiarezza e potrà dialogare con più tranquillità e pace interiore.

– Non discutere davanti ai figli, farlo in privato. Discutere è a volte inevitabile, ma è altrettanto inevitabile fare la pace con amore.

[Traduzione a cura di Roberta Sciamplicotti]

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