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Tranquilli, il Papa non va da nessuna parte

i due papi – it

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Lucandrea Massaro - Aleteia - pubblicato il 07/11/14

Un articolo di Dagospia allude alla possibilità di dimissioni ma non ci sono prove concrete a sostegno della tesi

Complice suo malgrado, si è tornato a parlare di Papa Francesco per mettere in giro la voce (tramite un articolo su Dagospia che sta girando molto su internet e in qualche redazione) che sia pronto al ritiro dal soglio petrino. Diciamo bonariamente “complice suo malgrado”, perché proprio in questi giorni Bergoglio ha precisato alcune norme già fissate da Paolo VI e Giovanni Paolo II e che rendono obbligatorie per i cardinali di Curia le dimissioni a 75 anni (Aleteia, 6 novembre).

C’è chi quindi ha voluto trarre, forse frettolosamente, speriamo senza malizia, un modo per affrontare in maniera sistematica la questione delle dimissioni pontificie aperta dal suo predecessore, il Papa emerito Benedetto XVI. Ma è davvero così?

E’ bene ricordare cosa il Papa ha detto da Cardinale, all’indomani della notizia mentre – gioco forza – si stava preparando per partire alla volta del Conclave, a Roma ad un amico in Argentina. Secondo Bergoglio bisognava avere “un coraggio enorme e una umiltà infinita” per fare quello che Benedetto XVI ha fatto (Terre d’America, 13 febbraio).

Dunque nessuna “condanna”, ma una filiale gratitudine per l’insegnamento che Benedetto XVI impartiva a tutta la Chiesa. Insegnamento che Ratzinger aveva provveduto ad affrontare – probabilmente più in teoria che non in pratica – al giornalista tedesco Peter Seewald, autore di un libro intervista, nel quale Papa Benedetto disse: «Se un Papa si rende conto con chiarezza che non è più capace, fisicamente, psicologicamente e spiritualmente, di assolvere ai doveri del suo ufficio, allora ha il diritto e, in alcune circostanze, anche l’obbligo, di dimettersi» (2010).

Stesso pensiero di Papa Francesco, che a bordo dell’aereo che lo riportava in Vaticano dalla Terra Santa, parlando coi giornalisti al seguito ha annunciato: "Se non ce la farò a proseguire, seguirò la strada aperta da Benedetto XVI, quella dei papi emeriti" (Repubblica, 27 maggio).

Aggiungendo che quello di Benedetto «non è un caso unico: ha aperto la porta dei Papi emeriti, che prima non c’erano». Affermazione che naturalmente scatena la curiosità dei giornalisti che hanno chiesto: se lui stesso dovesse «sentir venir meno le forze» si dimetterebbe a sua volta? La risposta di Francesco: «Io farò quello che il Signore mi dirà di fare: quindi pregare e cercare la volontà di Dio» (Giornalettismo, 27 maggio).

Tuttavia l’autore del pezzo potrebbe non aver tenuto conto di altre idee e pensieri di Papa Francesco che durante l’estate scorsa, a proposito dell’aspetto "definitivo" dell’essere vescovo di Roma, Francesco ha sottolineato: "Credo che uno che ha più sicura la sua strada definitiva è il Papa! Perché il Papa… dove finirà il Papa? Lì, in quella tomba, no?" Riferendosi al Sepolcro in San Pietro, dove riposano tutti i pontefici, a Roma (Repubblica, 29 giugno).

Perché in sostanza la questione della permanenza sul soglio di Pietro da parte del Papa si può riassumere con questa frase che Monsignor Georg, segretario di entrambi i Vescovi di Roma, ha detto in riferimento alle dimissioni di Benedetto XVI: “Il Papa non è fuggito da una responsabilità, ma è stato coraggioso perché si è detto: ‘Io non ho più le forze che sono necessarie in questo momento e allora ridò la responsabilità a Colui che me l’ha data, al Signore‘” (Famiglia Cristiana, 10 febbraio).

Non ci sono quindi dimissioni all’orizzonte, sicuramente se ci fossero la stampa sarebbe l’ultima a saperlo, così com’è accaduto con Ratzinger che ha spiazzato il mondo. A meno che il Papa non decida per una legge canonica che imponga a se stesso e ai suoi successori di passare la mano ad una certa età, resta la legittima e cristiana libertà di poter scegliere, consci della propria responsabilità di fronte alla Chiesa universale e di fronte al suo vero capo: Cristo.

A questo aggiungiamo che pensare che Benedetto XVI sia venuto meno al suo sacro dovere sapendo che egli prega incessantemente per la Chiesa e il Papa regnante, è una visione delle cose più adatta ai non credenti che non ai cristiani, a cui ricordiamo di non perdere “la parte migliore” (Lc 10, 42).

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