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La favola vera del nipote ritrovato

The president of the human rights organization Abuelas de Plaza de Mayo, Estela de Carlotto – it

AFP PHOTO / JUAN MABROMATA

The president of the human rights organization Abuelas de Plaza de Mayo, Estela de Carlotto, talks to journalist after holding a meeting with her long-lost grandson Ignacio Guido Montoya Carlotto and Argentine President Cristina Fernandez de Kirchner at the presidential residence in Olivos, Buenos Aires, on October 23, 2014. Fernandez de Kirchner handed de Carlotto and her grandson documents of his parents who disappeard during the 1976-1983 Argentine dictatorship. AFP PHOTO / JUAN MABROMATA

Chiara Santomiero - Aleteia - pubblicato il 04/11/14

Papa Francesco incontrerà Estela Carlotto e il nipote Guido, sottratto dai militari argentini durante la dittatura e ritrovato 36 anni dopo

Domani in Vaticano la signora Estela presenterà il nipote a Papa Francesco. Un evento che sarebbe emozionante per chiunque, ma molto, molto di più per la storia eccezionale che c'è dietro questo legame familiare e per la relazione con la vicenda personale di Bergoglio.

Estela Carlotto è la leader delle "abuelas de plaza de Mayo", l'associazione di nonne argentine che si battono per ritrovare i figli dei desaparecidos, giovani uomini e donne fatti sparire negli anni bui della dittatura militare e i cuibambini, nati spesso nei centri di detenzione clandestina, sono stati affidati anonimamente a nuove famiglie, nelle quali sono cresciuti totalmente ignari delle proprie origini.

Il musicista Ignacio Guido Montoya Carlotto era uno di questi bambini, il figlio di Laura Carlotto, sequestrata incinta e uccisa dai militari subito dopo il parto. Sua nonna Estela lo ha ritrovato solo lo scorso agosto, 36 anni dopo la nascita. Grande commozione per questa "favola vera" anche per Bergoglio, che ha conosciuto bene gli orrori della dittatura degli anni '80 durante la quale aveva messo in piedi a Buenos Aires una rete di protezione e aiuto per molti finiti sotto la mira dei militari.

Domani avranno modo di incontrarsi per, come ha dichiarato Estela Carlotto alla stampa argentina prima di partire per Roma insieme ai 18 membri della famiglia che la accompagnano, "avere una conversazione familiare".

Sono ancora 400 i figli sottratti ai desaparecidos che mancano all'appello. La tenacia delle abuelas ne ha recuperati 114 alla propria storia e alle famiglie che li hanno attesi a lungo. Ma il trascorrere del tempo rischia di portarsi via, insieme alla vita di queste donne ormai anziane, la speranza di poter abbracciare i nipoti.

Bergoglio aveva già incontrato la presidente delle abuelas, il 24 aprile 2013 al termine dell’udienza generale in piazza San Pietro. In quell’occasione le nonne avevano chiesto aiuto al Papa nella ricerca, tramite gli archivi della Chiesa in Argentina e del Vaticano, dei los nietos desaparecidos, i nipoti scomparsi. "La dittatura – avevano sottolineato – non solo ha rubato i nostri figli e i nostri nipoti, ma anche fatto svanire tutte le prove che ci avrebbero permesso di sapere che cosa hanno fatto di loro. È per questo che per noi ogni informazione, per quanto piccola possa sembrare, è un bene fondamentale per individuare i figli dei nostri figli".

Per questo la Chiesa argentina ha deciso di intervenire in modo diretto. Nei giorni scorsi, il presidente della Conferenza episcopale, mons. José Maria Arancedo, è comparso in uno spot televisivo per chiedere "alle persone che hanno informazioni sul luogo in cui sono stati i bambini sequestrati, o siano a conoscenza dei luoghi di sepoltura clandestina, di riconoscere l'obbligo morale che hanno di riferirlo alle autorità competenti". "Siamo impegnati — ha sottolineato Arancedo — a continuare a cercare la verità con la certezza che ciò ci rende liberi". Nel breve filmato — intitolato "La fede muove verso la verità" — insieme a mons. Arancedo ci sono la vice presidente delle abuelas Rosa Roisinblit e la presidente Estela Carlotto. "Speriamo che questa campagna – ha affermato Arancedo – colpisca i fedeli e coloro che sanno qualcosa affinché lo dicano, perché sebbene c'è molta paura, vi è stato un crimine aberrante e se anche c'e' chi dice che i nipoti che cerchiamo stanno bene non si può accettare che una persona sia stata rubata".

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