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Anna Marchesini: “Non ho ancora capito perché si sta in vita ma ci sto”

Anna Marchesini – it

Federico Riva 2008

Aleteia - pubblicato il 04/11/14

Il ritorno dell'attrice ammalata richiama il caso Brittany Maynard e fa riflettere sulla dignità della vita

“Si sta in vita per obbedire alle necessità della vita. Io l’ho scritto nel libro. Ma non lo penso… Non ho ancora capito perché si sta in vita ma ci sto” è la voce piena di energia di Anna Marchesini che, nonostante la malattia, torna alla ribalta dal 4 al 16 novembre al Piccolo Teatro Paolo Grassi di Milano, con uno spettacolo tratto da uno dei racconti del suo ultimo libro Moscerine.

Decisa a vivere alla grande
L’attrice è tornata a mostrarsi in pubblico il 2 novembre ospite di Fabio Fazio a quasi un anno dalla sua scorsa apparizione a Che Tempo Che Fa. Combattiva e decisa a voler vivere alla grande, Anna Marchesini non ha esitato a raccontare la sua condizione di vita: la comica di Orvieto da anni soffre di un’artrite reumatoide che l’ha costretta a stare lontano dalle luci della ribalta. Ma chi la ascolta non vede una donna rassegnata. Tutt’altro. Può ammirare e sentirsi coinvolto dal suo racconto. Ironica, senza paura, spigliata e vivace, Anna Marchesini ha ironizzato a più riprese su di sé, sulla sua malattia, sui perché della sua vita, raccogliendo applausi e standing ovation. Apparsa molto magra e scavata in viso, ha fatto prevalere su tutto la sua gran voglia di lottare.

Il caso Brittany Maynard
Proprio il giorno prima del suo ritorno in TV, il 1 novembre, un’altra donna dall’altra parte del pianeta, aveva scelto di non combattere più: Brittany Maynard. Storie diverse, certamente, ma con un punto in comune: la convivenza con una malattia irreversibile. In aiuto a Brittany sono arrivati numerosi appelli di persone che, come lei, sono affette da mali incurabili: Kara Tippets, madre di 4 figli, che ha scritto una lettera alla ragazza testimoniando la sua grande fede, mostrandole che la morte non è priva di Bellezza se affidata alle mani del Signore. E poi Phillip Johnson, seminarista di 30 anni che convive con un cancro terminale dal 2008. Philip ha mandato un messaggio alla donna dicendo che “La sofferenza e il dolore del cuore che sono parte della condizione umana non devono essere sprecati e interrotti per paura o cercando controllo”. Ma nonostante queste testimonianze di amore al suo destino, Britanny non ha cambiato idea.

Dignità della vita
In questa sede non giudichiamo la scelta di Britanny ma cerchiamo di portare alla luce la testimonianza di coloro che affermano il valore ultimo della vita. Di chi lo fa con i suoi modi, con la sua storia e il suo temperamento. Di chi non si arrende perché, sotto sotto, intravede un significato anche nel dolore. Anna Marchesini ha mostrato con il suo humour che esiste una dignità, una modalità diversa di guardare alla propria malattia.

Tags:
testimonianze di vita e di fede
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