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Gli esorcisti: le possessioni del demonio, un’emergenza pastorale

Emanuele D'Onofrio - Aleteia - pubblicato il 03/11/14

La passione per l’occultismo ed esoterismo può essere innocente, ma gli effetti rischiano di non esserlo.
La battuta era di uno dei thriller più amati degli anni Novanta, e cioè I soliti sospetti. In particolare era un ispiratissimo Kevin Spacey che affermava: “La beffa più grande che il diavolo abbia mai fatto è stata convincere l’uomo che lui non esiste”. Questa non è solo una battuta riuscita che arriva da Hollywood, ma anche l’agghiacciante realtà che ha evidenziato l’Associazione Internazionale Esorcisti riunita in convegno, il primo dopo il riconoscimento ufficiale dell’AIE da parte della Santa Sede.

È proprio sui binari di un vuoto di valori religiosi e di una rilassatezza nel pensare il male che corre il treno che può portare a perdersi. Non dobbiamo dimenticare chi è il nemico, e che occorre tenerlo lontano non solo quando si è palesato, cioè attraverso l’esorcismo, ma adottando ogni giorno gli strumenti della tradizione cristiana. Ne ha parlato ad Aleteia il dott. Valter Cascioli, psichiatra e portavoce dell’Associazione Internazionale Esorcisti.

Quali dati giungono da questo convegno di esorcisti?
Cascioli: I disturbi dovuti all’attività demoniaca straordinaria sono in costante aumento. È un dato incontrovertibile, che ci deriva da numeri che arrivano dalle diocesi, ma soprattutto dall’esperienza degli esorcisti: parliamo di infestazioni, di vessazioni e in particolare di ossessioni diaboliche. Questi casi sono in costante aumento, al punto che sta diventando un’emergenza pastorale. Ne abbiamo parlato al nostro XII Convegno dell’Associazione Internazionale degli Esorcisti, che ha ricevuto da poco il riconoscimento da parte della Santa Sede. I casi sono in aumento principalmente per l’affievolirsi della fede, ma anche per l’aumento dell’interesse verso degli ambiti che aprono la strada all’attività demoniaca straordinaria: stiamo parlando dell’esoterismo, dell’occultismo e del satanismo. A volte per curiosità, per dabbenaggine o per proselitismo, molti giovani, ma anche diversi adulti, si avvicinano al mondo dell’occulto e dell’esoterismo e, ahimè, cadono vittime del male e del maligno, riportando incalcolabili danni sul piano fisico, psicologico, morale e chiaramente spirituale.

Il problema è che su questi temi si scherza troppo?
Cascioli: Io dico sempre: chi tocca i fili muore. Una volta questa era la scritta che appariva sui cavi dell’alta tensione. Che lo sappiamo, che ce ne rendiamo conto oppure no, che lo facciamo per superficialità, per distrazione o per qualsiasi altro motivo non cambia nulla, perché poi gli effetti nei fatti sono identici.

Come giudica il fatto che proprio ora sia arrivato il riconoscimento da parte del Vaticano?
Cascioli: E’ un fatto molto importante, e di questo ringraziamo non soltanto Sua Santità, ma anche i vescovi che ci sono molto vicini nella loro pastoralità con i loro consigli e soprattutto ricordandoci quello che è il magistero della Chiesa. Questo magistero sicuramente fa parte della nostra prassi. La Santa Sede ha voluto agire ora, e certamente questo è un segno dei tempi, un dono dello Spirito Santo alla Chiesa in un momento nel quale questa è diventata un’emergenza. Noi accogliamo di buon grado questo riconoscimento: esso mostra una maggiore sensibilizzazione verso questo ministero di consolazione e di liberazione, questa diaconia a favore di tante persone straziate a causa del male e del maligno. Per la sua vicinanza ringraziamo Papa Francesco, che durante il convegno ci ha inviato il suo messaggio e ci conforta sempre con le sue parole; lo ringraziamo anche per quell’attenzione che fa parte del suo ministero e per la sua pastoralità che ci richiama all’importanza della vigilanza e del combattimento spirituale.

Quali sono le motivazioni di questo aumento delle possessioni?
Cascioli: Tante volte abbiamo considerato i fattori che entrano in gioco, oltre all’azione del maligno, ovviamente. In particolare, assistiamo nella nostra società a un affievolirsi della fede, purtroppo anche da parte di tanti sedicenti cattolici che non vivono la fede che professano. Parimenti, accanto all’affievolimento, assistiamo ad una crisi dei valori, e anche ad un certo laicismo che in ragione di un relativismo culturale vuole in qualche modo assoggettare ad una logica materialista la vita dell’uomo. Ci stiamo dimenticando dei valori dello Spirito, ma soprattutto ci lasciamo andare a pratiche oggi sempre più diffuse e che hanno una grande rilevanza da un punto di vista mediatico nelle trasmissioni in TV, a volte sul web, a volte su libri: parlo di un interesse verso quei settori pericolosi – occultismo, esoterismo e satanismo – che abbiamo detto sopra e che aprono la strada a quella che noi consideriamo come attività demoniaca straordinaria. Molte persone hanno paura del diavolo, ma non hanno paura, ahimè, del peccato. Senz’altro convertirsi a Dio, cambiare vita e vivere in grazia di Dio attraverso una vita sacramentale e di preghiera è la difesa che ci consente di immunizzarci.

Stanno cambiando gli strumenti spirituali che gli esorcisti usano?
Cascioli: Questa battaglia, questo combattimento spirituale non viene svolto solo dagli esorcisti. Questi sono visti un po’ come soldati in prima linea e hanno il merito di essere sempre molto presenti rispetto a quei gravi disturbi di cui abbiamo parlato. La nostra attenzione tuttavia dev’essere rivolta non tanto all’esorcismo; piuttosto, dobbiamo guardare con attenzione a quelle armi spirituali di cui parla San Paolo e che ribadisce nei suoi insegnamenti Papa Francesco, i quali devono difenderci dall’attività demoniaca. Stiamo parlando dei sacramenti e della preghiera; soprattutto, occorre convertirsi veramente e vivere veramente la propria fede. Molte persone dicono di credere in Dio ma non lo testimoniano. Sicuramente dobbiamo riprendere in mano anche la Sacra Scrittura, come del resto ci invita continuamente a fare la Chiesa: attraverso il Vangelo e la tradizione è possibile conoscere quelle che sono le insidie del maligno, per poterlo meglio combattere.