La generazione di figli è un gesto sublime d’amore attraverso la donazione della vita. È permettere a un nuovo essere l’estasiante avventura della vita, dell’amore, della scoperta, dell’incontro e dell’immersione finale nel cuore di un Dio che è suprema realizzazione di ogni essere. La coppia non è feconda solo perché genera figli, ma perché si ama, e amandosi si apre alla vita, diversamente da coloro che per libera scelta, egoisticamente, decidono di non accogliere la vita. “Il compito fondamentale della famiglia è il servizio alla vita”, e per questo “qualsiasi atto matrimoniale deve rimanere aperto alla trasmissione della vita”.
Per ragioni giuste, senza egoismo, gli sposi possono voler distanziare la nascita dei figli, in vista di una maternità e una paternità responsabili. La continenza periodica e la regolazione della natalità sulla base dell’auto-osservazione sono conformi ai criteri oggettivi della moralità.
Vista la serietà dell’ambiente in cui ci troviamo, dobbiamo ammettere senza paura che molte coppie cattoliche, anche quelle che cercano di vivere seriamente il proprio matrimonio, non si sentono costrette a usare solo i metodi naturali. Nelle Équipes di Nostra Signora non è diverso. Dobbiamo aggiungere che in genere non sono messe in discussione dai confessori. Da un lato, le coppie sono aperte alla vita e rifiutano l’aborto, è un dato di fatto. Dall’altro, non percepiamo nelle omelie e nell’assistenza spirituale l’insistenza sulla dottrina della Humanae Vitae.
Il controllo della natalità attraverso i metodi naturali teoricamente è positivo, ma nella cultura attuale ci sembra carente a livello di praticità. Coppie soprattutto giovani vivono un ritmo di vita che non permette loro di praticare questi metodi, visto che richiedono tempo per la formazione e il tempo è un prodotto raro nel mondo in cui viviamo. La cosa peggiore è che essendo spiegato in modo superficiale, e quindi mal utilizzato, il metodo naturale si guadagna l’ingiusta fama di essere non sicuro e dunque spesso inefficiente. Ancora una volta, dunque, ammettiamo con sincerità che non è seguito dalla maggior parte delle coppie cattoliche.
Visto che il controllo della natalità si è dimostrato una necessità, le coppie, nella stragrande maggioranza, non rifiutano l’utilizzo di altri metodi contraccettivi. In generale, non li riteniamo un problema morale. Dobbiamo considerare che le relazioni sessuali sono orientate alla trasmissione della vita ma anche al servizio dell’amore coniugale. In questo non c’è nulla di sorprendente, tenendo in considerazione le esigenze della legge quanto alla forza dell’istinto sessuale, ma ciò che non è normale è che un gran numero di coppie cattoliche sia immerso in questa angoscia.
Il Movimento delle ENS ha elaborato anni fa un tema di studio intitolato “Evangelizzare la sessualità”. In questo documento constatiamo la disparità tra la dottrina morale e la prassi della coppia. Trattandosi di una questione importante, nel Movimento si è iniziato uno studio basato sulle catechesi della Teologia del Corpo di San Giovanni Paolo II intitolato “La teologia della sessualità”.
Santo Padre, padri sinodali, signori e signore, se almeno le coppie trovassero luce e sostegno presso il clero sarebbe già un grande incoraggiamento! Molte volte i consigli contraddittori non fanno altro che aumentare la loro confusione. Chiediamo che il magistero si affretti a dare ai sacerdoti e ai fedeli le grandi linee di una pedagogia pastorale che aiuti ad adottare e a osservare i principi stabiliti nella Humanae Vitae.
È necessario e urgente il pronunciamento di un orientamento facile e sicuro, che risponda alle esigenze del mondo attuale senza ferire l’essenza della morale cattolica, che avrà bisogno di essere ampiamente diffusa. Terminiamo ribadendo la nostra fedeltà totale e incondizionata a Gesù Cristo, attraverso il Santo Padre e la Chiesa.
[Traduzione a cura di Roberta Sciamplicotti]