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Jean Thierry, il primo beato milanese venuto dall’Africa

Jean Thierry Ebogo

© Public Domain

Aleteia - pubblicato il 11/09/14

La vocazione precoce, l'arrivo in Italia e il sogno di "diventare Gesù"

Jean Thierry Ebogo ha una grande, grandissima aspirazione nella vita: “diventare Gesù”. All’inizio sembra la fantasticheria di un bimbo e invece diventa la certezza di una breve ma intensa esistenza.

Vocazione precoce
Jean Thierry nasce il 4 febbraio 1982 e percorre il Camerun da un capo all’altro, dietro a papà, che per motivi di lavoro deve cambiare residenza ogni due o tre anni. Compagna inseparabile nei suoi spostamenti è sempre la vocazione sacerdotale, che i genitori non ostacolano e che direzioni spirituali illuminate contribuiscono a rafforzare. A 11 anni, quando entra in seminario, già sono ben delineati in lui i tratti fondamentali della sua fisionomia spirituale: carattere deciso, intelligenza viva, tendenzialmente irritabile ma pronto a scusarsi, insofferente di ogni ingiustizia, innamorato della preghiera, naturalmente portato alla meditazione.

La malattia
Il 5 gennaio 2006 Jean Thierry sale alla Casa del Padre. Era da pochi mesi in Italia, portato dall’Africa nella speranza di poter affrontare il tumore osseo scoperto nel 2004, appena ammesso al noviziato. Così non fu. La malattia non gli diede scampo. Ma quei mesi vissuti in Italia – come gli anni, brevi e luminosi, della sua vita in Africa – bastarono a lasciare una traccia indelebile in chi l’aveva conosciuto. (Avvenire, 10 settembre)

Processo di beatificazione
Il 9 settembre la chiesa di di Santa Teresa di Gesù Bambino a Legnano era gremita per il rito di chiusura del processo diocesano super virtutibus per la beatificazione del giovane carmelitano scalzo che da religioso prese il nome di Jean Thierry di Gesù Bambino e della Passione

Il cardinale Angelo Scola durante l’omelia ha ricordato che «Noi europei, dopo aver intrapreso l’evangelizzazione dell’Africa, dell’America, dell’Asia, ora dobbiamo accogliere con gioia l’arrivo di evangelizzatori che vengono da quelle terre perché risorga la nostra fede» e si rafforzi quella «condivisione fraterna» che va aperta a tutti, a partire da «chi è più nel bisogno».

Tags:
santi e beati
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