Oltre alle conoscenze teologiche, al formatore sono richieste precise competenze educative.
«La formazione del Centro San Pietro Favre ha un carattere interdisciplinare, e si avvale principalmente della collaborazione con la Facoltà di Teologia, l’Istituto di Spiritualità e l’Istituto di Psicologia. Il curricolo proposto intende attuare le direttive della Chiesa per la formazione dei formatori e offre ai partecipanti una struttura che permette l’integrazione tra formazione intellettuale-accademica e formazione umano-spirituale-pastorale. In ambito educativo non ci si può improvvisare o accontentarsi del proprio intuito e del senso comune: a maggior ragione, tale convincimento va ribadito e perseguito quando è in gioco la preparazione dei pastori».
Da due anni il vostro Centro si rivolge a Formatori non solo al Sacerdozio, ma anche alla Vita Consacrata.
«Sin dalla fondazione del Centro, la nostra formazione è stata indirizzata ai sacerdoti religiosi e diocesani. Tra le maggiori novità introdotte nel 2012, il Centro San Pietro Favre – pur mantenendo inalterata la sua missione originaria – ha avviato un indirizzo rivolto alle Formatrici alla Vita Consacrata femminile. I nostri programmi sono a numero chiuso, in modo da garantire la “cura personalis” unitamente alla convenienza di una decisa partecipazione attiva da parte degli studenti nello svolgimento dei corsi».
Quali specificità richiede questo ampliamento di indirizzo?
«Il Centro ha rafforzato le sue caratteristiche specifiche di una forte ed esigente interdisciplinarietà, la formazione alla “leadership” nella Chiesa, e un’offerta accademica sul tema “Antropologia spirituale e vita religiosa”; continua l’offerta del servizio di colloqui di discernimento e di accompagnamento vocazionale nel Centro di Consultazione dell’Istituto di Psicologia e proponiamo l’opportunità di vivere l’esperienza degli Esercizi Spirituali di sant’Ignazio di Loyola».