Aleteia logoAleteia logoAleteia
venerdì 26 Aprile |
Aleteia logo
Chiesa
separateurCreated with Sketch.

Come agiamo di fronte al male?

Desprecio – it

© Diego Velando Andrade / Flickr / CC

padre Carlos Padilla - Aleteia - pubblicato il 26/07/14

A volte ci allontaniamo dal male che ci danneggia, ci chiudiamo in una bolla per non farci toccare

Giudichiamo senza misericordia. Una persona mi diceva: “Non ho il cuore educato a vedere il buono della gente; giudico molte persone. Devo riprendermi continuamente perché vedo solo i loro difetti. Mi sono anche sorpreso vedendomi disprezzare il dolore altrui, mancando anche di carità. Credo sempre che la terra fertile sia la mia, e a volte disprezzo la terra altrui”.

Giudichiamo e condanniamo. Vogliamo porre fine a quel male che danneggia il nostro campo. Ci allontaniamo da quel male che ci danneggia. Ci chiudiamo in una bolla per non farci toccare. Ci crediamo migliori. Sentiamo di appartenere al partito dei puri, della terra buona.

La tentazione è quella di allontanarci da quanti stanno male, da coloro che non sono come noi, da quelli che non fanno bene le cose. Mettiamo da parte proprio chi ha più bisogno.

Non ci rendiamo conto del bene che possiamo fare agli altri. A quelli che soffrono per il loro peccato. A quelli che non trovano pace sulla loro strada. A quelli che non riescono a riposare e vivono in continua tensione. Lì possiamo gettare semi di pace e speranza.

La cosa più grave, però, è che a volte dividiamo con le nostre critiche e i nostri giudizi, con menzogne e offese, con la nostra violenza e la nostra ira.

Ci crediamo migliori di altri, e in nome di Dio separiamo, dividiamo, seminiamo discordia, imponiamo la nostra superbia. A volte anziché amore seminiamo odio.

A volte sentiamo che il Regno di Dio non è presente, che il male è più forte del bene. Ma non è vero. Il Regno di Dio è quel piccolo seme; è interrato nel nascondimento della terra e muore e cresce senza che ce ne rendiamo conto.

Sembra un seme troppo piccolo e debole, insignificante. L’amore cresce in silenzio. Ed essendo così piccolo, porta dentro di sé il germe dell’albero immenso che può diventare.

Il Regno è come quel granello di senape, il più piccolo dei semi. E allo stesso tempo è un albero, il più grande degli alberi, che può offrire rifugio a tutti tra i suoi rami.

Questo sguardo sul Regno di Dio, sulla sua presenza tra gli uomini, ci dà speranza al momento di guardare alla nostra vita. Vediamo i nostri peccati e la nostra debolezza, vediamo quanto è fiacco il nostro amore e ci rendiamo conto che da soli non ce la facciamo.

Siamo un uccello dalle ali spezzate, come diceva padre José Kentenich: «È l’immagine dell’uccello con le ali spezzate. L’aquila divina deve discendere e portarci nel seno della Trinità. Se la nostra vita dev’essere una vita d’amore, dovrà essere promossa da Dio».

Scopriamo la distanza esistente tra quello che sono e quello che posso diventare. Le ali spezzate ci parlano della nostra debolezza. L’amore che Dio ha per noi ci fa credere nelle nostre capacità. Il desiderio di crescere ci fa guardare avanti con ottimismo. Possiamo arrivare più lontano, più in alto, più in profondità.

[Traduzione a cura di Roberta Sciamplicotti]

Tags:
spiritualità
Top 10
See More