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Perché Dio chiede matrimoni per sempre e con una sola persona?

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Juan Ávila Estrada - Aleteia - pubblicato il 24/07/14

Uno degli insegnamenti più difficili della Chiesa è proprio quello relativo al divorzio

Ci sono insegnamenti di Gesù che provocano disagio perché li consideriamo troppo restrittivi e limitanti per la libertà e per il desiderio perenne di costruire la felicità. “Non avete letto che il Creatore da principio li creò maschio e femmina e disse: Per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una carne sola? Così che non sono più due, ma una carne sola. Quello dunque che Dio ha congiunto, l’uomo non lo separi” (Mt 19,3 segg.)

Questa frase pronunciata direttamente da Gesù con autorità, contravvenendo anche alla legge mosaica, ha suscitato dibattiti, scissioni, scismi all’interno della Chiesa e dolore da parte di molti che, avendo fallito nel proprio matrimonio, hanno cercato di rifarsi una vita affettiva e oggi si sentono esclusi o respinti dalla Chiesa perché viene loro negata la Comunione.

È uno degli insegnamenti non facili da comprendere. Come può Dio pretendere che un’unione coniugale sia per sempre se noi, tanto vulnerabili, tanto inclini al male, tanto fragili, ci sentiamo spesso incapaci di essere fedeli ai nostri impegni perenni? Può forse esserci un’unione per sempre? E se ci sbagliamo?

Dall’altro lato, molti difendono la possibilità di dissolvere il matrimonio tenendo conto del fatto che l’amore è volubile o che non esiste un affetto che possa essere duraturo nel tempo a causa della contingenza dell’uomo. Perché Dio chiede unioni matrimoniali per sempre e con una sola persona? Forse non ci conosce? Non sa di cosa siamo fatti?

La difesa dell’indissolubilità è proprio nell’argomentazione della sua negazione. Dio sa di cosa siamo fatti e proprio per questo crede in noi. Conosce perfettamente tutto ciò di cui siamo capaci ma che a causa del nostro peccato abbiamo a poco a poco cancellato dalla nostra intelligenza. Siamo peccatori, lo sa benissimo, ma siamo anche esseri redenti, e questa redenzione è ciò che permette di fare di noi nuove creature. Siamo fatti per l’amore, che non è solo una possibilità umana, ma anche un dovere metafisico. Chi non ama ha perso la sua umanità e il senso di ciò che è.

Per credere nell’indissolubilità matrimoniale è necessario credere nella fedeltà, e per credere nella fedeltà è necessario credere nell’amore, ma per credere nell’amore è fondamentale credere in Dio. Non si può credere all’amore vero se non crediamo in Dio.

Che l’amore sia eterno e perenne dipende dal credere che esista un Dio che è amore, perché le definizioni “per sempre” (carattere infinito), “da sempre” (eternità), perfezione e trascendenza sono legate al Creatore. Quando si perde la nozione di Dio, si dissolve la concezione dell’amore.

Nessuno crede tanto all’amore umano come Dio, che sapendo come siamo ha permesso di darci sempre attraverso tutte le generazioni l’opportunità di imparare da lui che è il nostro miglior maestro e di proporci un modello di trinità terrena in cui l’esperienza amorosa possa viversi in questa vita e nell’altra.

La “morte di Dio” proclamata da Nietzsche è stata la morte dell’amore umano, perché l’uno non si comprende senza l’altro. Da dove potremmo trarre quindi un riferimento per comprendere cos’è che offriamo quando consegniamo la nostra vita a un’altra persona? Negare Dio è negare l’eternità, e con essa soccomberebbe la resurrezione e saremmo condannati al nulla o a un eterno ritorno reincarnazionista per cercare di imparare in una nuova vita quello che non abbiamo appreso nella precedente, ma non lo faremo mai non sapendo cosa sia.

Se lasciamo l’amore come puro meccanismo fisiologico, staremo esponendolo alla velleità della pelle che vuole sempre dar piacere a se stessa e si giustifica in qualsiasi cosa a questo scopo. Solo quando comprendiamo che Dio esiste, che “è amore” e che ci ha amati con amore eterno possiamo vivere l’esperienza della donazione, del “sì” per sempre senza paura di esserci sbagliati, ma soprattutto senza lasciare quel “sì” alla mercè degli istinti viscerali che chiedono ogni giorno di più come un enorme serpente che divora se stesso per la coda.

L’amore umano è legato a Dio. L’incredulità, l’ateismo, sono la morte dell’“amore per sempre”; e se non esiste questo amore per sempre, allora siamo condannati a vivere anelando a ciò che non è possibile. Quello che ci aspetta è il nonsenso.

[Traduzione a cura di Roberta Sciamplicotti]

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