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Preghiamo con i Padri della Chiesa. Beda il Venerabile

Beda il Venerabile

© Public Domain

Dimensione Speranza - pubblicato il 12/06/14

​Amabile figura di monaco, Beda contribuì grandemente alla diffusione della cultura cristiana in Inghilterra

Quasi tutto ciò che conosciamo della vita di Beda è quanto è stato raccontato da lui stesso nella sua Historia. Le sue parole, scritte nel 731, quando la morte era ormai vicina, gettano una luce sulla composizione del lavoro attraverso il quale è meglio ricordato nel mondo.

Amabile figura di monaco, Beda contribuì grandemente alla diffusione della cultura cristiana in Inghilterra. Nacque intorno al 672 nel Northumberland da genitori cristiani. Rimasto orfano all'età di sette anni, entrò giovanissimo nell'abbazia benedettina di Jarow, ove trascorse tutta la vita tra la preghiera, lo studio e lavori letterari.

Semplice, mite, generoso, innamorato dei Padri, dei classici e delle scienze naturali, Beda lavorò con infaticabile impegno fino alla morte che lo colse il 27 maggio del 735. Per le sue doti e virtù godette altissima stima non solo presso i monaci, ma anche presso molti vescovi e re che lo consultavano come un oracolo. Poco dopo la morte gli fu conferito il titolo di «venerabile», titolo che era una specie di canonizzazione a voce di popolo. La Chiesa sanzionò tale canonizzazione per mezzo di Leone XIII che lo dichiarò «Dottore» della Chiesa universale. Beda scrisse opere storiche, esegetiche, inni e preghiere.



A Dio, unica speranza

O Dio, unica speranza
di vita eterna per il mondo,
tu che rimani, solo, per i miseri
sicura àncora di salvezza,
concedimi valido aiuto
in così dura battaglia
e salva dalla sconfìtta il tuo servo,
o grande re:
fa' che la debole carne non soccomba, sola,
alle frecce innumeri del terribile tiranno.
Ricorda: io sono simile alla cenere,
al vento, all'ombra!
Come un tenero filo d'erba
fugge la mia vita:
ma la tua misericordia
che risplende da tutta l'eternità
liberi sempre il tuo servo dall'inganno!
Tu che sei disceso dall'alto rivestito di carne,
percuoti il subdolo serpente
con l'invincibile spada,
e fa' che la carne
possa sconfìggere gli spiriti maligni
e dirigersi vittoriosa verso il regno di DÌO,
Se infuriano le battaglie,
se urla l'ostile serpente,
se il feroce nemico incita i suoi alla guerra,
sotto la tua guida sarà facile la vittoria,
stretti a te nessun'idra riesce a turbarci.
Liberami, o Altissimo,
dalle insidie infernali
e fa' che mi accosti alla vera Luce
per fiorire nello splendore del tuo tempio,
o grande re,
e aver parte ai sacri cori del Cielo!

Hymni; Patrologiae cursus completus, ser. Latina, di J.-P. Migne, Parigi , Suppl. IV. 2237

(da Preghiamo con i Padri della Chiesa, 1992. Ed. Paoline. Biografia, pp 201-202; A Dio, unica speranza, pp 54-55).

qui l'articolo originale

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