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La discussa statua del Gesù senzatetto benedetta da papa Francesco

Jésus sans-abri

© Timothy Schmalz

Aleteia - pubblicato il 06/03/14

Opinioni contrastanti su un'originale scultura che invita a vedere Cristo nei poveri

Una scultura di Gesù rappresentato come un senzatetto avvolto in una coperta su una panchina ha suscitato polemiche: alcuni sostengono che il Nazareno non sia un vagabondo indifeso bisognoso di aiuto, altri che è proprio il più emarginato.

Una donna che abita lì vicino ha chiamato una sera la polizia credendo che la figura fosse davvero un senzatetto che minacciava la sicurezza del quartiere, ha riferito La Vie. “Gesù deve essere capace di rispondere alle nostre necessità, e non il contrario”, ha dichiarato.

L'opera, intitolata “Gesù senzatetto”, iper-realista, sembra rappresentare una persona qualsiasi, ma più da vicino si possono osservate le stigmate di Cristo sui piedi di bronzo.

Non è stato facile trovare una collocazione per la scultura: lo scorso anno, il “Gesù senzatetto” è stato respinto dalla cattedrale di San Patrizio di New York e da quella di San Michele di Toronto, ma nel novembre scorso è stata presentata a papa Francesco, che si è mostrato colpito, l'ha trovata bella, ha pregato davanti a lei e poi l'ha benedetta.

Lo scultore, Timothy Schmalz, ha avuto l'idea di rappresentare in questo modo originale Cristo dopo aver visto un senzatetto che dormiva in strada durante le feste di Natale. “Quando vediamo gli emarginati, dovremmo vedere Gesù Cristo”, ha scritto sulla sua pagina web.

L'artista canadese ha realizzato molte opere “di impatto”. Tra le altre, una rappresenta un mendicante che chiede l'elemosina – ed è molto simile a quella del senzatetto sulla panchina -, un'altra papa Francesco mentre mette le scarpe a un povero.

Alla fine, la statua è stata collocata vicino a una chiesa di Davidson (North Carolina, Stati Uniti). Il pastore, David Buck, non ha alcuna intenzione di ritirarla. “Ci ricorda in modo ammirevole che la nostra fede si esprime a partire dalla nostra preoccupazione per i più poveri”, ha detto. “Questa scultura rappresenta la nostra vocazione ultima”.

[Traduzione a cura di Roberta Sciamplicotti]

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