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Cosa significa per la spiritualità essere belli?

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padre Francesco Occhetta - pubblicato il 13/12/13

Padre Occhetta ragiona sul significato reale della bellezza che deve essere sempre accompagnata dalla Grazia
Dostoevskij diceva: “Il mondo sarà salvato dalla bellezza”. È vero, purtroppo però vale anche il suo contrario: il mondo può anche essere ingannato e tradito dalla bellezza. Come mai, la bellezza – che insieme alla bontà e alla verità – è un attributo di Dio, tanto spesso si trasforma in una trappola mortale e diventa causa di delitti o di lacrime? Perché tante personificazioni della bellezza, a cominciare dalla bella Elena di Troia, sono state causa di lutti e tragedie immani; o ancora perché i tanti miti della bellezza si sono poi suicidati?
Esistono tre specie di bellezza: la bellezza fisica o dei corpi, la bellezza intellettuale o estetica e la bellezza morale e spirituale. Tra un piano e il successivo c’è sempre un abisso. La bellezza fisica, essendo legata alla materia, è aleatoria. Può esserci per un tempo, ma poi la malattia o la vecchiaia la trasformano e la riducono. Si tratta di una bellezza fallace perché crea l’illusione, di essere eterna, inalterabile, sufficiente a se stessa. Tutto questo lo sappiamo è una menzogna.
Nella Scrittura, per esempio la bellezza di Maria si colloca sul terzo piano, quello della santità e della grazia. Maria è bellezza esteriore, ma anzi più ancora bellezza interiore, fatta di luce, di armonia, di corrispondenza perfetta tra la realtà e l’immagine che Dio aveva nel creare la donna. La Chiesa dice che Maria è Eva in tutto il suo splendore e perfezione, per questo i padri della Chiesa la chiamano la “nuova Eva”.
Il tempo di Avvento ci ricorda che la bellezza non va disprezzata, il Cantico dei Cantici celebra la bellezza della sposa e dello sposo con un entusiasmo insuperato e senza complessi. Anch’essa è creazione di Dio, anzi il fiore stesso della creazione materiale. Tuttavia questo tempo è la memoria di una bellezza che non può essere abbassata al rango di bellezza puramente animale, ridotta ai sensi, a strumento di seduzione, a sex appeal. Sarebbe infatti disumanizzarla. Un culturista o una Miss Italia senza niente nella testa e nel cuore diventano noiosi e banali. Per essere pienamente una bellezza “umana”, si deve riflettere un’anima e uno spirito che la illuminano.
Ecco le persone davvero belle, sono persone “graziate” e “graziose”; graziate perchè si sanno accolte, amate, perdonate dopo aver fatto esperienza di Dio; graziose perché irradiano vita, luce, speranza, energia, sorriso! Questa è l’opera della “grazia divina” che la Chiesa celebra in Maria per aiutarci a vivere il nostro Avvento.Tratto dal blog di Francesco Occhetta

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