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Aver cura del cuore

Mani formano cuore

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Lucandrea Massaro - Aleteia Team - pubblicato il 23/10/13

Le malattie cardiovascolari sono una delle principali cause di mortalità: utili consigli per prendersi cura di sé
I disturbi cardiovascolari sono ancora la prima causa di morte negli adulti nei paesi occidentali, un tema quindi all’ordine del giorno in una società come la nostra. Approcciare dunque nel modo corretto il tema della salute, del prendersi cura e della prevenzione è utile a salvare vite e migliorarne la qualità. E’ quello che viene proposto ad esempio da una nota catena di
farmacie diffuse in Italia che ha prodotto un utile
opuscolo con una serie di consigli e informazioni. 

Da questo spunto,
Aleteia, ha contattato il dottor Alfredo Galiano, romano, internista cardiologo e volontario dell’
Unitalsi, per capire meglio cosa si intenda per patologie cardiovascolari e quali siano il modo migliore per approcciare queste tematiche: 

Galiano: Per semplificare possiamo indicare i due fenomeni maggiori: l’infarto cardiaco e a livello cerebrale l’ictus, ma qui parliamo dalla coda del processo, siamo già al cosiddetto danno d’organo. Ictus, infarto, l’insufficienza renale, sono patologie importanti ma sono il punto d’arrivo di vari fattori di rischio, è su questo che bisogna concentrare l’attenzione, la cosa più importante oggi è la prevenzione, non solo del singolo fattore, ma della loro combinazione. 

Ovvero?
Galiano: L’essenziale è capire in ogni paziente quali sono i fattori di rischio in cui può incorrere: ipertensione, diabete, dislipidemia, fumo, obesità, e la “familiarità”, cioé se in famiglia ci sia stato un evento acuto (infarti, ictus, morte improvvisa) in età prematura (donne sotto i 65, negli uomini sotto 55) i più comuni. Uno deve valutare in quel soggetto che sa essere – per esempio – iperteso o sovrappeso quali siano eventuali altri fattori e verificarne la presenza. Se il soggetto ha uno solo di questi fattori al medico basta tenere sotto controllo quel fattore, ma più fattori si “potenziano” l’un l’altro e dunque dovrà tenere conto che in questi frangenti 1+1 non fa due, ma 3!

Prevenzione, si può fare qualcosa per prendersi cura del proprio cuore?
Galiano: Si può fare tantissimo. Noi dobbiamo lavorare su peso e pressione, screening e uno stile di vita sano: attività fisica, mangiare in modo corretto, evitare il fumo, una visita periodica dal medico di famiglia. Si dovrebbe iniziare già alle scuole elementari con l’educazione alimentare e all’attività fisica. E poi non stancarci mai di informare i cittadini sulle condizioni di rischio. Si può prevenire l’infarto, ma è più importante prevenire i fattori di rischio, si possono salvare molte più vite.

Lei collabora con l’Unitalsi da medico come volontario: se alla malattia il medico si approccia indipendentemente dalle proprie convinzioni, con la sua "tecnica". Invece al malato, lei come si avvicina da credente?
Galiano: Il medico ha un dono che deve mettere a disposzione degli altri, egli ha una tecnica che deve mettere al servizio, ma poi è essenziale il modo con cui ci si prende cura del paziente. Immedesimarsi nel paziente, nella sua condizione è importante. L’approccio è quello simpatetico e mettersi a disposizione, dimostrandogli che siamo al servizio di lui in quanto persona. Un approccio che mi proviene dai tempi dell’università, e che oggi vedo un po’ perso nei colleghi più giovani. L’opportunità che ha un medico di fare questo servizio è un dono speciale, una vera grazia che ci ricorda che siamo medici sempre, e non solo nell’orario di ambulatorio…

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