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La Chiesa ortodossa: con Francesco prosegue dialogo verso l’unità

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Silvia Gattas - pubblicato il 20/03/13

Intervista al Metropolita Gennadios. Bartolomeo I ha invitato il papa a Costantinopoli

La speranza che con papa Francesco il dialogo prosegua e arrivi fino all’unità visibile tra tutti i cristiani, la decisione di compiere comuni iniziative per la protezione dell’ambiente, l’invito in Turchia a Costantinopoli per il 30 novembre 2013. C’è tutto questo nell’incontro tra il patriarca ecumenico Bartolomeo I e papa Bergoglio, in occasione dell’udienza concessa dal pontefice ai rappresentanti delle Chiese e delle Comunità ecclesiali e di altre religioni. A parlarne, in questa intervista, è il metropolita Gennadios Zervos, arcivescovo ortodosso d’Italia e Malta.

La visita di Bartolomeo I alla messa di insediamento di papa Francesco ha rappresentato un segnale storico importante. Quale significato possiamo attribuire a questa scelta?

Gennadios Zervos: È un segno straordinario, un avvenimento storico, che non accadeva dallo Scisma del 1054. La presenza di Bartolomeo I alla messa di inizio pontificato rappresenta un gesto importante nella direzione della continuazione del dialogo intrapreso dalle due Chiese per camminare sulla stessa via affinché tutti siano una cosa sola. Il dialogo e il cammino comune rappresentano le due strade per raggiungere l’unità dei cristiani. Strada che dobbiamo e possiamo percorrere insieme.

Di cosa hanno parlato Bartolomeo I e il papa?

Gennadios Zervos: Il patriarca ha sottolineato l’aspetto dell’ecumenismo, dell’unità dei cristiani, del dialogo, della collaborazione, ma anche l’attenzione – come ha detto il papa – verso i poveri e i piccoli. Hanno discusso di comuni iniziative per l’ambiente visto che entrambi si sono dimostrati molto attenti alla difesa del Creato.

Quali passi siete pronti a compiere verso la definitiva riconciliazione con la Chiesa di Roma e quali gesti ecumenici vi aspettate da questo nuovo papa?

Gennadios Zervos: La commissione mista internazionale per il dialogo teologico tra la Chiesa cattolica e la Chiesa ortodossa lavora già in tal senso e affronta differenti problematiche. Noi come vescovi e arcivescovi collaboriamo sul piano pratico, con i fedeli. Tutto dipende dal popolo di Dio, dobbiamo far tornare l’Amore di Dio con la riconciliazione, con l’amore, con la spiritualità, abbandonandoci alla volontà di Dio per la vita della Chiesa.

Quali gesti ecumenici vi aspettate dal nuovo papa?

Gennadios Zervos: Non possiamo dire cosa ci aspettiamo da papa Francesco, preghiamo che Dio lo illumini affinché durante il suo ministero compia azioni e segnali che possano aiutare la realizzazione della volontà di Dio. Siamo chiese sorelle, e credo che tutto dipenda non solo dal papa ma anche da noi vescovi e arcivescovi, affinché si ritrovi la pace, il dialogo e l’amore per ottenere l’unità tra cristiani. Dobbiamo camminare su una via comune. Dal Pppa aspettiamo sempre cose nuove, che già ha cominciato a fare con la sua semplicità, disponibilità, amore, gioia. Tutte cose che ci fanno sperare fortemente che il papa aprirà una nuova pagina, una pagina storica e d’oro, per ottenere un’unica Chiesa di Cristo.

Pensa che il rafforzamento del dialogo tra Roma e Costantinopoli possa migliorare il rapporto anche con la Chiesa ortodossa russa?

Gennadios Zervos: Credo di sì. Oggi era presente anche la delegazione della Chiesa ortodossa russa, con Hilarion. Anche loro sperano che il dialogo vada avanti senza difficoltà e problemi. Sono sicuro che il papa, con la sua personalità, darà impulso ad aprire una nuova strada anche per la Chiesa ortodossa russa.

Bartolomeo I ha invitato il papa in Turchia?

Gennadios Zervos: Sì, ha invitato Francesco a recarsi a Costantinopoli il 30 novembre, per la festa di Sant’Andrea, patrono della Chiesa ortodossa. Il papa ha accettato con grande gioia. Preghiamo affinché possa venire, lui ha accolto l’invito con profonda gratitudine.

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