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La simbologia delle urne per il prossimo Conclave

Chiara Santomiero - pubblicato il 05/03/13

Il gregge, le spighe e l'uva

Quando, tra pochi giorni ormai, i cardinali elettori entreranno nella Cappella Sistina per il Conclave, le loro scelte circa la persona del futuro pontefice saranno affidate, come si dice, al “segreto dell'urna”. L'Ufficio delle celebrazioni liturgiche del Sommo Pontefice ha spiegato come sono fatte le urne che verranno usate nel prossimo Conclave.

Fino a Giovanni Paolo II, per raccogliere le schede dei Conclavi dell'ultimo secolo furono utilizzati un calice e una pisside conservati oggi nella Sacrestia pontificia della Cappella Sistina.

Con la promulgazione della costituzione apostolica Universi Dominici Gregis sulla vacanza della sede apostolica e l'elezione del Romano Pontefice, nel 1996, si è presentata la necessità di adeguare le norme alle nuove norme (cap. V). Al calice e alla pisside previsti in precedenza, infatti, andava affiancata una nuova urna destinata a raccogliere il voto di eventuali cardinali aventi diritto al voto che, però a causa di qualche infermità, non possano recarsi nella Cappella Sistina. In questo caso, tre cardinali estratti a sorte e detti “Infirmarii” vengono incaricati di raccogliere il voto degli infermi.

Piuttosto che realizzare la sola urna mancante si scelse allora di progettarne tre nuove per renderle più funzionali allo scopo ma anche per uniformarle a un unico stile artistico.

Le tre urne sono d'argento e bronzo dorato e caratterizzate da un linguaggio iconografico legato a due simbologie: quella del pastore e del gregge – il papa è il buon Pastore che nel nome di Cristo ha il compito di “confermare i fratelli” – e l'altra dei simboli eucaristici dell'uva e delle spighe.

L'idea del Buon Pastore sottolineata da tre piccole pecore adorna l'urna che dovrà contenere le schede dei cardinali elettori. Le norme parlano di un piatto da apporre a quest'urna e prescrivono che ogni cardinale dovrà “deporre la propria scheda nel piatto e con questa introdurla nel recipiente” sottostante. Tale piatto riporta i simboli degli uccelli, dell'uva e delle spighe.

La seconda urna – utilizzata solo nel caso della presenza in Conclave di eventuali cardinali impediti da malattia ad allontanarsi dalla propria camera – presenta una chiave per maggiore segretezza del voto. La terza urna serve a raccogliere le schede, prima che queste vengano bruciate per dare il segnale della non avvenuta elezione (fumo nero) o dell'elezione del nuovo pontefice (fumo bianco).

Sulla sommità di questa campeggia per intero la figura del Buon pastore e ai piedi della piccola scultura due chiavi incrociate: il tradizionale simbolo del potere papale che si radica nel Vangelo e nell'affermazione di Gesù a Pietro che gli darà “le chiavi del regno dei cieli”.

La realizzazione delle urne è stata affidata all'artista Cecco Buonanotte, lo stesso autore delle porte di ingresso dei Musei vaticani inaugurate con il Giubileo del 2000.

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