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Cosa succede con l’inizio della sede vacante?

Mirko Testa - pubblicato il 28/02/13

Il governo della Chiesa passa immmediatamente alla Camerca apostolica

Allo scoccare delle 20 di questo giovedì, termine della giornata lavorativa del pontefice, scatta tecnicamente il periodo della sede vacante anche se ufficialmente avrà inizio il 1° marzo. Si tratta, però, di una situazione inedita in quanto la Costituzione apostolica Universi Dominici Gregis che detta le norme per la vacanza della sede apostolica e l'elezione del romano pontefice – pur ammettendo la possibilità della rinuncia al ministero petrino – è pensata a partire dalla morte del pontefice.

A quell'ora, comunque, decadranno dal loro incarico il segretario di Stato, i presidenti, i prefetti e i membri di tutti i dicasteri vaticani. Resteranno per l'ordinaria amministrazione solo il camerlengo (l'attuale segretario di Stato, il cardinale Tarcisio Bertone) così come il sostituto della segreteria di Stato (monsignor Angelo Giovanni Becciu), il segretario per i rapporti con gli Stati (monsignor Dominique Mamberti) e i segretari dei Dicasteri vaticani. Resteranno nel loro ruolo anche il decano del Collegio cardinalizio (Angelo Sodano), che però non entrerà in Conclave avendo più di 80 anni, il penitenziere maggiore (il cardinale Manuel Monteiro de Castro), il cardinal vicario per la diocesi di Roma (Agostino Vallini), il cardinale arciprete di San Pietro (Angelo Comastri), l'elemosiniere di Sua Santità (mons. Guido Pozzo) e il cerimoniere pontificio (mons. Guido Marini), così come i nunzi e i delegati apostolici.

Al camerlengo spetterà il compito di sigillare l'appartamento pontificio, di prendere possesso del Palazzo apostolico, di curare e amministrare, col consenso dei cardinali nei casi più gravi, i beni e i diritti temporali della Santa Sede.

La “macchina” della Chiesa non si fermerà completamente: gli uffici legati alle attività caritatevoli o agli aspetti sacramentali così come i tribunali continueranno a funzionare come di consueto.

Secondo quanto affermato ad Aleteia dal prof. Eduardo Baura, docente di Diritto canonico alla Pontificia Università della Santa Croce e consultore della Congregazione per i Vescovi, “il governo della Chiesa in questa primissima fase sarà affidato alla Camera apostolica composta dal camerlengo, dal suo vice e dagli uditori, almeno finché non si costituiranno le congregazioni generali dei cardinali a cui verrà affidato il timone per il periodo successivo”.

Sabato mattina, quindi, il decano del collegio cardinalizio convocherà formalmente tutti i cardinali a Roma affinché possano iniziare al più presto le congregazioni generali, previste per lunedì 4 marzo. Sarà poi sempre lui a stabilire l'agenda con i temi all'ordine del giorno delle congregazioni generali.

In questo periodo, ha specificato il prof. Baura,“le congregazioni generali non avranno potestà legislativa, non avranno facoltà di abrogare, potranno solo interpretare le norme già esistenti. Le questioni ordinarie verranno affrontate dai cardinali riuniti in congregazione generale – alla quale potranno partecipare tutti i cardinali, compresi anche gli ultraottantenni senza diritto di voto -, o in congregazione particolare per le questioni più pratiche, composta dal cardinale camerlengo oltre a tre porporati scelti dai tre ordini cardinalizi (vescovi, presbiteri, diaconi), che derivano la loro denominazione dalle suddivisioni medievali del clero di Roma, e che rimangono in carica per tre giorni".

E' durante le congregazioni generali inoltre che ha luogo una sorta di pre-Conclave, in cui si riflette sulle sfide che interpellano la Chiesa e su quale potrebbe essere il profilo ideale del futuro papa.

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