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Aborto, Ru-486, pillola del giorno dopo: un diritto o una deriva?

Mirko Testa - pubblicato il 21/02/13

I temi della politica alla luce della dottrina sociale della Chiesa

Terza puntata di Question Time, lo spazio di riflessione e approfondimento dove i candidati cattolici si confrontano sui temi caldi della politica.

Questa volta parliamo di aborto, un nodo cruciale per lo più disertato durante la campagna elettorale e lo facciamo con i seguenti politici: Lucio Romano, medico e docente universitario di Bioetica e Ginecologia ed Ostetricia (Università Federico II di Napoli), candidato al Senato per Scelta civica con Monti per l'Italia; Giuseppe Fioroni, laureato in Medicina e Chirurgia con specializzazione in Medicina interna, candidato alla Camera per il Partito Democratico; ed Eugenia Roccella, già sottosegretario di Stato al Ministero della Salute, candidata alla Camera per il Popolo della Libertà; Il commento finale è stato affidato a Salvino Leone, medico chirurgo, specialista in Ostetricia e Ginecologia e presidente dell’Istituto di Studi Bioetica “Salvatore Privitera” di Palermo.

Secondo l'on. Roccella, non è pensabile toccare la Legge 194, va solo applicata correttamente attraverso delle apposite linee guida incentrate su alcuni punti nevralgici come il limite temporale per l'aborto oltre i 90 giorni. Toccando il tema della Ru-486 parla poi di un “progetto politico” usato per scardinare attraverso l'aborto a domicilio alcuni paletti fondamentali proprio della Legge 194. Infine, rilancia una sua vecchia proposta del 5 per mille pro-life, cioè di un 5 per mille per i centri di aiuto alla vita, per le associazioni che concretamente aiutano le donne in situazioni di fragilità, di maternità difficile, affinché riescano a superare queste difficoltà e ad accettare la gravidanza.

Per il prof. Romano, la Legge 194 “deve essere rideclinata nella sua totalità, in quanto è stata da sempre disattesa tutta la parte che si riferiva alla prevenzione”. Nella Ru-486 vede la deriva legata alla “privatizzazione dell'aborto” e si impegna a promuovere il valore della dignità di ogni vita umana come patrimonio comune, anche attraverso “un'obiezione di coscienza attiva, vale a dire propositiva per l'aiuto nei confronti delle donne”.

Anche per l'on. Fioroni la Legge 194 va attuata in tutte le sue parti in vista di una “paternità e maternità responsabili”, attraverso tutto il sostegno e l'aiuto alla vita, affinché la donna possa liberamente decidere senza essere pressata dagli aspetti economici. Sulla Ru-486 ritiene, invece, che i Parlamenti non si debbano occupare delle ricette mediche e che gli unici ad avere voce in capitolo sullo stato di sicurezza di una determinata sostanza siano le autorità sanitarie.

Nel tirare un po' le somme, il prof. Leone ha evidenziato la necessità reale di potenziare l'applicazione di tutti gli articoli della Legge 194, in particolare di quelli riguardanti la prevenzione, l'uso dei centri di aiuto alla vita, la valorizzazione delle strutture di volontariato. Allo stesso tempo, però, ha tenuto a precisare che il problema dell'aborto volontario non può essere affrontato esclusivamente per via legislativa, sulla scia della deriva tutta italiana di “una giuridicizzazione dell'etica”. Occorre, infatti, promuovere “un cambiamento di cultura, di mentalità, di atteggiamento”.

Per quanto riguarda la Ru-486, il prof. Leone ha ribadito che si tratta di un metodo abortivo a tutti gli effetti, ma che occorre prudenza nel fare facili assimilazioni tra questa e la cosiddetta pillola del giorno dopo, che potrebbe non funzionare come un vero e proprio abortivo.

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