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“Un fulmine a ciel sereno”

Aleteia - pubblicato il 11/02/13

Le reazioni alle dimissioni di Benedetto XVI

“Un fulmine a ciel sereno”. L’espressione del decano del collegio cardinalizio, cardinale Angelo Sodano, è forse quella che meglio sintetizza la generale reazione all’annuncio di Benedetto XVI di rinunciare all’esercizio del ministero petrino a partire dal 28 febbraio prossimo.

Solo il fratello del Papa, Georg Ratzinger, era comprensibilmente al corrente da mesi della decisione. «Ero stato messo al corrente», ha dichiarato il religioso secondo quanto riporta il sito del quotidiano Die Welt: «Mio fratello si augura più tranquillità nella vecchiaia» (Ansa).

«La sua missione però continuerà – ha detto ancora il cardinale Sodano -. Ella ha detto che ci sarà sempre vicino con la sua testimonianza e con la sua preghiera. Certo, le stelle nel cielo continuano sempre a brillare e così brillerà sempre in mezzo a noi la stella del suo pontificato».

«La dichiarazione del Papa – ha spiegato padre Federico Lombardi, direttore della sala stampa vaticana in un briefing con i giornalisti- è coerente con quello che il Papa aveva dichiarato nel libro intervista “Luce del mondo” di Peter Seewald, in cui ci sono due domande precise che si riferiscono alla ipotesi delle dimissioni. Seewal aveva chiesto in una prima domanda a proposito di situazioni difficili se queste pesavano sul pontificato in corso e se il Papa aveva pensato di dimettersi. La risposta era stata: “Quando il pericolo è grande non si può scappare, ecco perché questo, sicuramente, non è il momento di dimettersi’ (il riferimento era alla questione degli abusi) ‘è proprio in momenti come questo che bisogna resistere e superare, la situazione difficile. Questo è il mio pensiero. Ci si può dimettere in un momento di serenità, o quando semplicemente non ce la si fa più, ma non si può scappare nel momento del pericolo e dire ‘se ne occupi un altro’. Quindi qui il Papa aveva detto che le difficoltà non erano per lui motivo di dimissione anzi per non dimettersi. La seconda domanda di Seewal: ‘Quindi è immaginabile una situazione nella quale lei ritenga opportuno che il Papa si dimetta?’. La risposta del Papa è stata: ‘Si, quando un Papa giunge alla chiara consapevolezza di non essere più in grado fisicamente, mentalmente e spiritualmente di svolgere l’incarico affidatogli, allora ha il diritto, e in alcune circostanze anche il dovere di dimettersi’» (Radio vaticana).

La notizia ha fatto immediatamente il giro del mondo. «La cancelliera tedesca Angela Merkel ha commentato, tramite il suo portavoce Steffen Seibert, la notizia delle dimissioni del pontificato di Benedetto XVI. Merkel ha espresso “gratitudine e rispetto” per il pontificato del papa “tedesco”. “Il governo federale vuole esprimere il più grande rispetto per il Santo Padre, per il suo operato e – ha concluso il portavoce – per aver dedicato la sua vita alla chiesa cattolica”».

Sentimenti analoghi sono stati espressi dal presidente della Repubblica italiana, Giorgio Napolitano: «"Un grande coraggio e da parte mia grandissimo rispetto": così Napolitano, ha commentato la decisione del Papa di dimettersi» (Ansa).

«Il presidente del Parlamento Europeo, Martin Schulz, in un messaggio Twitter ha “espresso tutto il mio rispetto ad un Papa che, nonostante tutte le difficoltà della Chiesa, ha dato speranza alla sua gente”»(Ansa).

Per il cardinale di Parigi, Andrè Ving-Trois, «”con la sua decisione di lasciare il pontificato, Benedetto XVI ha “rotto un tabù secolare” che “apre una nuova fase nella storia del Papato”. ''Personalmente considero il suo atto coraggioso. Per noi cristiani è un evento rilevante, per il suo carattere eccezionale, ma anche per la personalità del papa. In termini nazionali, per noi francesi – ha aggiunto Andrè Vingt-Trois -, che nel corso degli ultimi otto anni e anche prima abbiamo potuto constatare i legami stretti che Benedetto XVI ha intrattenuto con la cultura e con la chiesa francese, significa perdere un carissimo amico della Francia in generale e della Chiesa francese in particolare”» (Ansa).

“Una decisione che ci lascia con l’animo carico di dolore e di rincrescimento; ancora una volta Benedetto XVI ha offerto esempio di profonda libertà interiore”.  Il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei, ha espresso i sentimenti di tutta la Chiesa italiana alla notizia dell’annuncio delle dimissioni del pontefice. “Rendiamo grazie al Signore per il Suo ricco Magistero, per i Suoi messaggi, la cura con cui ha sempre accompagnato i vescovi europei, e la Sua testimonianza personale di fede e fiducia nel Signore, nella quale ha espresso un così grande amore per tutta la Chiesa” ha scritto al Papa il cardinale Péter Erdő, presidente del Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa (Ccee). Ma le reazioni alla decisione di Benedetto XVI non si limitano alla Chiesa cattolica.

“Sorpresa e rammarico” per la scelta di un “interlocutore dotto e sensibile” sono stati manifestati dal Rabbino Capo della Comunità ebraica di Roma, Riccardo Di Segni. Il rapporto con questo Papa, ha affermato Di Segni è stato basato “sulla stima” e «“abbiamo apprezzato in particolare la sua attenzione a sottolineare le radici ebraiche del cristianesimo, come premessa per un rapporto rispettoso e costruttivo”. “Certo non sono mancati momenti di divergenza – conclude Di Segni – inevitabili per le differenze essenziali e insanabili tra i due mondi; ma c'è stata sempre una volontà positiva di confronto e di costruzione. Non sarà dimenticata la sua visita alla Sinagoga di Roma nel Gennaio del 2011, come segno di continuità nella traccia segnata dal suo predecessore”» (Asca).

“Siamo addolorati e molto sorpresi per le dimissioni di Papa Benedetto XVI”, ha affermato in una nota Foad Aodi, presidente della Comunità del Mondo arabo in Italia (Comai). «”Ringraziamo il Papa per i suoi numerosi appelli costruttivi a favore della pace, dei diritti umani e degli immigrati, per gli aiuti umanitari ai civili in difficoltà, per il dialogo interculturale ed interreligioso”, continua Aodi. “Sicuramente è un atto coraggioso e pieno di responsabilità ed è un insegnamento per tutti i leader nel mondo, rappresenta una novità assoluta”». Aodi, che esprime l’auspicio per un “Papa italiano” conclude che «“Il mondo arabo ribadisce la sua vicinanza al Papa e a tutta la Chiesa cattolica ed e' pronto per proseguire e intensificare la collaborazione e il dialogo con tutte le religioni”» (Adnkronos).

Papa Benedetto XVI, ha detto all’Agenzia Sir il neo arcivescovo di Canterbury, Justin Welby, leader della Comunione anglicana nel mondo, «“ha dimostrato a noi tutti cosa puo' essere in concreto la vocazione della Sede di Roma, una testimonianza su scala universale del Vangelo e un messaggero di speranza”. Welby parla di un ministero che Benedetto XVI ha svolto “con grande dignità, visione e coraggio. Nel suo insegnamento e nei suoi scritti – prosegue l'arcivescovo Welby – egli ha saputo affrontare con mente teologica creativa e notevole le questioni di oggi. Noi, che apparteniamo alle famiglie cristiani siamo consapevoli dell'importanza di questa testimonianza e ci uniamo ai nostri fratelli e sorelle cattoliche nel ringraziare Dio per l'ispirazione e la sfida del ministero di papa Benedetto”».

Parole di stima per il pontefice sono arrivate anche dal Patriarcato di Mosca. «“Papa Benedetto XVI aveva dichiarato guerra alla dittatura del relativismo” e questo “lo ha reso poco popolare agli occhi di politici laicisti e giornalisti ma lui non è una star dei media, è un uomo di Chiesa”: lo ha detto il metropolita Hilarion, capo del Dipartimento per le Relazioni ecclesiastiche esterne del Patriarcato di Mosca, citato dall'agenzia Itar-Tass. “Su vari mass media il pontefice è stato criticato come tradizionalista e conservatore, ma proprio queste sue qualità sono apprezzate da milioni di cristiani nel mondo, sia cattolici sia non, e da quanti hanno intenzione di mantenere i valori spirituali e morali del cristianesimo tradizionale”, ha aggiunto» (Ansa).

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