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Il partito della Chiesa non esiste più

Famiglia Cristiana - La nuova Bussola quotidiana - pubblicato il 11/01/13

Il rinvio di Todi 3, un sintomo dell'incapacità di organizzare i cattolici in politica?

I cattolici hanno qualcosa di importante da dire anche in politica, e soprattutto in un momento di crisi non dovrebbero diluire la propria presenza in questo campo.

“Non esiste, e da molto tempo, il partito della Chiesa”, ed è il momento di “pensare al mondo cattolico in modo nuovo, articolato e comprensibile”. Così il Ministro per la cooperazione internazionale, Andrea Riccardi, in un'intervista al Corriere della Sera, nella quale ha ribadito che non si candiderà e che le “sponsorizzazioni'” per la lista Monti arrivano “sia tra i laici sia tra qualche ecclesiastico” (Corriere della Sera, 11 gennaio).

Per il ministro non si poteva pensare che la lista Monti venisse costruita “con il manuale Cencelli delle organizzazioni cattoliche”. “Non siamo nel 1948”, ha aggiunto Riccardi. “Non ci sono le gerarchie che mandano i cattolici a candidarsi né nella lista Monti, né nel Pd, né nel Pdl”.

Allo stesso modo, non si poteva pensare che l'esperienza del Forum delle associazioni cattoliche a Todi “potesse essere travasata direttamente in politica”, anche perché quella di Todi “non è una super organizzazione dei cattolici italiani”. Nel mondo cattolico, tuttavia, tiene banco la questione dell'ingresso in politica di molti esponenti del Forum, che nel frattempo ha deciso di far saltare l'atteso incontro previsto il 10 gennaio a Roma.

Uno dei principali promotori, che ha chiesto l’anonimato, ha confessato che in vista del meeting c’erano state diverse telefonate tra i più stretti collaboratori del premier e ambienti della Conferenza episcopale. “Da parte cattolica si cercava di saggiare le intenzioni del Professore, verificare la sua disponibilità non tanto o non soltanto su temi etici e princìpi non negoziabili, ma a una apertura più marcata in tema di sostegno alle famiglie flagellate dalla crisi, scuole libere, Terzo settore”. “Conclusione? 'Il Professore ci ha fatto sapere che la sua partecipazione non sarebbe stata 'opportuna'. La scusa? La presenza di movimenti religiosi come i Neucatecumenali e l’Azione cattolica'” (Tempi, 10 gennaio). Poche ore dopo, l'incontro è stato rinviato.

Questa decisione è per alcuni il “segno di un evidente fallimento nell’organizzare la presenza dei cattolici in politica e può preludere ad un loro significativo oscuramento nel prossimo Parlamento”. Perché? Tra le motivazioni, si è sottolineata l'assenza nell'agenda Monti di qualsiasi accenno alle grandi questioni della protezione della vita, dalla legge 40 sulla fecondazione assistita all'approvazione della legge sull’eutanasia, dalla difesa della famiglia dal divorzio breve al riconoscimento delle coppie omosessuali (La Nuova Bussola Quotidiana.it, 10 gennaio).

Su questo tema, la deputata del Pdl Eugenia Roccella ha sottolineato in una nota come Monti candidi il direttore del sito Gay.it, che ha giustamente rimarcato come la propria presenza nella lista sopperisca all’assenza di esplicite indicazioni sul tema nel programma montiano, mostrandone nella pratica la posizione (Tempi, 10 gennaio).

Da più parti si sottolinea allora come anziché concentrarsi su tattiche e nomi per le liste si dovesse riprendere il discorso fatto al primo incontro di Todi dal cardinale Angelo Bagnasco, che aveva ricordato come il bene comune non sia un insieme di valori messi insieme a caso, ma abbia un ordine in cima al quale ci sono vita, famiglia e libertà di educazione, pilastri di una società che voglia dirsi realmente umana (Famiglia Cristiana, 17 ottobre 2011).

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