Aveva più o meno 4 - 5 anni ed era fuori a giocare con gli altri bambini del quartiere; Margaret viveva sul Monte Carmelo e la sua era l'unica famiglia araba, cattolica per giunta.
Gli altri bambini, tutti ebrei, iniziano ad insultare lei e il fratello; una prassi consolidata. Ma lei ci resta male, si arrabbia, piange e vorrebbe reagire come la frustrazione più che legittima che sta provando le suggerisce con forza. Torna da sua madre che, invece, le comanda tutt'altro.
Non è una sintesi mirabile di cosa sia essere cristiani, questo episodio e anche l'esito che Margaret stessa gli riconosce?
Un amore controintuitivo, oggetto di comando da parte di una mamma che vuol bene ai proprio figli e proprio per questo non asseconda le emozioni per quanto naturali ma, comprendendole, invita a vincerle come ha fatto Cristo. E lo fai lei per prima; usa ed educa al dialogo e al perdono come argine dinamico, ma invalicabile: il solo capace non solo di frenare l'odio ma di trasformarlo in altro. E il pane? non c'è segno più significante, concreto ed evocativo di questo.
Nella mia esperienza e studio personale non ho avuto modo di conoscere molto da vicino il carisma di Chiara Lubich e il popolo che da quello è nato ma ora, leggendo la lunga intervista esclusiva rilasciata da Margaret Karram al Corriere della Sera e pubblicata il 21 settembre, mi pare che in questo episodio dell'infanzia della donna ci sia tanto, se non tutto, come nella firma autografa per un abile perito grafologo.
Nell'articolo, la presidente in carica del Movimento dei Focolari risponde a molte domande, più di una riferita allo scandalo degli abusi sessuali perpetrati all'interno dell'Opera di Maria, in Francia e già oggetto di indagini e condanne. Appare addolorata, ma schietta e coraggiosa, come un chirurgo che per curare una ferita non ha paura non solo di guardarla ma di aprirla ancora di più.
Eppure il focus del pezzo non sono gli abusi di potere e sessuali, nel rigoroso ordine che li può spiegare; e nemmeno l'atto di accusa, l'offerta di ascolto per le vittime, le scuse sentite e sincere, l'impegno sistematico e intelligente a riparare i danni inflitti.
Il focus è proprio il fuoco: quello che arde nel cuore di questa donna e anche del Papa che l'ha incontrata con il suo movimento. Lo stesso fuoco che il vulcano in eruzione del Cuore di Cristo continua a espandere inarrestabile da 20 secoli.
E a quel cratere attivo il Santo Padre e Margaret Karram sembrano continuamente riferirsi e alludere; del calore di quel fuoco vogliono parlare, di ciò che ha acceso Chiara Lubich e i suoi, di ciò che non è stato affatto compreso o peggio è stato platealmente tradito perché ha preteso di trasformare l'azione libera dello Spirito in protocolli, ingiunzioni, schemi, invasioni indebite nello spazio sacro della coscienza personale.
Dopo avere chiesto ai Focolari di promuovere la sinodalità e quindi la corresponsabilità di tutti nella vita dell'Opera di Maria, ha aggiunto:
Un monito forte, un aut aut senza scampo: o cambiate o prenderò misure più forti; parafrasa il giornalista. E chiede
Piena adesione indica un'intimità, una volontà di fare proprie le intenzioni che hanno animato le parole del Santo Padre. E' l'obbedienza nel suo abito più bello.
Nell'udienza del 5 febbraio il Papa aveva messo in guardia dal rischio del ripiegamento su sè stesso del Movimento, radice della mala pianta di ogni abuso perché
Sono circa trenta le vittime dei presunti abusi sessuali perpetrati da Jean-Michel Merlin, un laico consacrato oggi ottantenne che nel movimento, in Francia, ha passato la vita, dagli anni '60 fino al 2016 quando ne è stato espulso. L'approssimazione sul numero delle vittime è spiacevole perché sembra una banalizzazione: ogni vittima è una vita segnata profondamente dall'abuso sessuale.
Si tratta di un numero incerto perché le verifiche sulle testimonianze finora giunte sono tuttora in corso (affidate alla Ciase, commissione indipendente sugli abusi sessuali nella Chiesa) e destinate a crescere di numero perché è probabile che altri trovino il coraggio di raccontare, anche a distanza di decenni e con esistenze faticosamente ricucite, la sofferenza che hanno vissuto.
Già Maria Voce, che ha preceduto Margaret alla guida del Movimento, aveva dichiarato nell'ottobre del 2020
Il Pontefice ha incontrato il 16 settembre ultimo scorso non solo i Focolari ma anche gli altri principali movimenti ecclesiali che hanno fatto fiorire quella stupefacente primavera di cui parlava S. Giovanni Paolo II il giorno di Pentecoste in piazza San Pietro, nel lontano 1998. (Io c'ero)
Proprio per il valore prezioso di queste realtà rese vive dall'unico Spirito che si sbizzarrisce in tanti carismi, anche Papa Francesco si è posto come un padre e un agricoltore davanti a queste piante: sono vive, sono nel giardino della Chiesa, ma sono anche da innaffiare e, aggiungerà proprio al momento del saluto di Margaret, da potare.
Lo sviluppo non è sempre vera crescita: tanti rami non significano per forza più frutti, anzi. Se i rami sono troppi o si sviluppano in troppe direzioni tolgono luce ed energia alla pianta. Perché ci siano di nuovo fiori e frutti, è necessario che proprio in periodi di riposo vegetativo si proceda a tagliare ad arte ciò che è secco, insano, disordinato.
E qualsiasi potatura, oltre che faticosa, fa anche un po' male, essendo noi dei viventi di un ordine alquanto superiore a quello dei vegetali. Però si tratta sempre espressione di cura, amore, dedizione: pesuppone una presenza costante nel tempo, uno sguardo vigile e presente, una sapienza di anni messa al servizio del bene.
Il Papa
Margaret non si sottrae e risponde con coraggio.
C'è un'esperienza, nella vita di Chiara Lubich, che ha costituito per lei e i primissimi che erano con lei una sorta di Monte Tabor in cui hanno potuto vedere e sperimentare davvero il Regno di Dio che poi hanno voluto contribuire a scoprire nella realtà quotidiana, coperta dall'oscurità non solo del male e del peccato, ma anche della semplice ordinarietà: si tratta del cosiddetto "Paradiso del '49"; un'esperienza mistica in cui Chiara si è come immersa nel mistero di Dio Trinità e di Gesù Abbandonato. E lì ha messo radice il suo carisma dell'unità, da cui sono nate le molte opere dell'unica Opera, compresa l'economia di comunione; poiché un carisma veramente cattolico è cattolico sul serio: ha dentro di sé la pretesa, sostenuta dalla stessa Parola di Cristo, di "fare nuove tutte le cose".
Ecco le sue parole:
Il punto critico arriva ora: c'è un nodo del pensiero di Chiara Lubich che, pur essendo nell'alveo della tradizione secolare della Chiesa, testimoniato da mistici e Padri della Chiesa, è stato oggetto di colpevoli o incaute deformazioni fino ad arrivare quasi al suo opposto, negli esiti raggiunti: l'invito all'annullarsi, lo svuotamento di sé al quale ci sentiamo chiamati non solo da maestri esterni ma soprattutto dal Maestro interiore, è una faccenda tra noi e Dio. Solo a Lui possiamo consegnarci.
E persino nel metterci a servizio del prossimo, nel fargli spazio largamente, lo facciamo perché riconosciamo ciò che nemmeno l'altro spesso sa di avere impressa: l'immagine di Cristo.
Questa è una via di liberazione. Mentre il suo scimmiottamento, il suo modo di imporla d'ufficio che forse non solo nel movimento dei Focolari si è verificato, tende a trasformarsi nel suo opposto.
Il problema nasce dalla sovrapposizione e forse dalla non comprensione della diversa natura dei due piani. Così il Santo Padre:
Seguendo lo snodarsi del discorso, notando anche la scelta delle parole, così chiare, distese e partecipate, si riconoscono i tratti di una vera guida: qualcuno che si fa carico in prima persona del dolore inflitto, non solo eventualmente a livello personale, ma anche da parte di chi le è stato affidato, persino con effetto retroattivo.
Margaret Karram è in carica come presidente solo dall'inizio del 2021, il 31 gennaio. ( e potrà esserlo per un massimo di due mandati di 5 anni l'uno, secondo il decreto del Pontificio Consiglio per i Laici, la Famiglia e la Vita).
Pesino nello stile comunicativo si potrebbe riconoscere un accento particolarmente femminile e materno: una capacità di sentire da dentro il dolore provato dalle vittime e la sofferenza per il male che qualcuno che ami come un figlio ha inflitto ad altri tuoi figli e fratelli. Cose che solo un cuore di madre sa sopportare a quel modo, senza rompersi.
Anche di questo ha parlato Margaret: della capacità di sopportare la sofferenza tipica delle donne. Sembriamo in effetti quasi disegnate per questo, senza masochismo di sorta; perché da quella stessa sensibilità sgorga anche la capacità di gioire e amare con eccezionale intensità.
Il Movimento dei Focolari è una realtà ecclesiale a guida esclusivamente femminile poiché essere donne è condizione necessaria, ma non sufficiente, per sintonizzarsi con il particolare carisma che Chiara Lubich ha ricevuto in dono.
La Karram non ha dubbi sulla complementarietà uomo - donna, sul fatto che sia voluta da Dio e per il bene di tutto. Sollecitata a dire il suo pensiero circa la promozione del ruolo delle donne nella Chiesa, tema che sta particolarmente a cuore a questo Papa come già a S. Giovanni Paolo II e a Benedetto XVI, risponde con queste parole:
No, non è la Chiesa che rincorre il pensiero del mondo, che va dietro alle mode del momento per cui le donne sono brave a prescindere, l'uomo è violento per definizione e più potere diamo alle donne meglio è.
E' esattamente il contrario, se ragioniamo dal punto di vista della storia della salvezza: è solo nella Rivelazione che abbiamo imparato a conoscere il progetto di Dio sull'uomo e la donna, alleati insieme.
E' alla ferita del peccato originale che sappiamo di dover ricondurre tutte le aberrazioni e perversioni che si esprimono nel conflitto tra i sessi. Ed è nella restaurazione della nostra bellezza originaria che in Cristo diventa una nuova creazione che troviamo la sola possibile emancipazione della donna e dell'uomo.
Una come Margaret Karram, allora, potrebbe a buon diritto diventare un modello da proporre alle altre donne. Ma chi è impegnato a testimoniare l'amore di Cristo per ogni uomo non si attarda in battaglie di retrovia in stile "quote rose obbligatorie" o Barbie con le proprie fattezze.
Dopo le necessarie potature e il riposo apparentemente inerte dell'inverno esploderà di nuovo la primavera: chissà quali e quanti frutti arriveranno dalla pianta del Movimento dei Focolari.
"Coraggio. Avanti", ha concluso il Papa salutando personalmente la presidente. Sentiamolo anche su tutti noi, questo invito paterno.