Gli angeli sono spesso associati alla Madonna, e padre Edouard Lamy, il santo curato di La Courneuve, ha confidato al suo biografo quale delicatezza presiede le relazioni tra gli angeli e la loro Regina:
A Garabandal, in Spagna, è San Michele che è intervenuto più d’una volta presso le veggenti, chiaramente portando la “comunione miracolosa” a Conchita nella notte del 18 giugno 1962, se non si tratta là d’un pio imbroglio.
E’ interessante notare, invece, che l’iconografia di San Damiano ha “preso” dalle apparizioni di Signy (Francia, 1890), senza confessarne l’origine, la rappresentazione di Maria, Regina dell’Universo, vestita di bianco, con un lungo velo portato da una coorte di angioletti vestiti di abiti multicolori.
Più interessante è l’apparizione mariana che fu all’origine – lontana – della fondazione da parte di Clotilde Micheli (in religione Maria Serafina del Sacro Cuore beatificata dalla Chiesa) fondatrice della congregazione delle Suore degli Angeli, in Italia.
Era il 31 maggio 1867. Clotilde aveva allora quindici anni, e sua sorella Fortunata alcuni anni di meno. La ragazzina era in preghiera davanti alla statua dell’Immacolata nella chiesa parrocchiale di Imer (Trento), quando vide la chiesa illuminarsi subitaneamente d’un vivo splendore e riempirsi di angeli. Poi la Vergine Maria apparve, recante il Bambino Gesù, scortata da una splendida folla di spiriti celesti.
A questa vista, presa dal timore, Fortunata volle fuggire, ma gli angeli la trattennero e la incoraggiarono ad ascoltare quello che la loro grande Regina stava per dire: “Mio Figlio ed io vogliano che Clotilde fondi un nuovo istituto che si chiamerà le "Suore degli Angeli”, poiché i suoi membri si proporranno di imitare gli angeli adorando la Santissima Trinità e servendo il prossimo”.
Ella le spiegò ancora che le religiose dovrebbero onorare in modo speciale la Santissima Trinità e celebrare con un particolare fervore la sua Concezione Immacolata. E che ella stessa entrerebbe in quell’istituto, dove prenderebbe il nome di suor Maria degli Angeli.
Finiamo col racconto della seconda Annunciazione che ricevette la Vergine Maria, quello della sua morte gloriosa e della sua Assunzione, tale come la contemplò la mistica spagnola Maria d’Agreda:
Gli angeli auguravano vivamente la vista della loro regina. I santi desideravano ardentemente la presenza della loro sovrana, e tutti i cieli chiedevano a modo loro la loro imperatrice, affinché ella li riempisse tutti di gloria e di gioia.
La Santissima Trinità inviò l’arcangelo Gabriele con una moltitudine di spiriti beati, per annunciare alla loro regina in quale tempo, ed in quale maniera, ella passerebbe alla gloria eterna. Il Principe celeste discese col corteo degli angeli nell’oratorio, dove trovò la divina madre prosternata a terra in forma di croce, che chiedeva con lacrime misericordia per i peccatori. E come risvegliata dalla melodia degli angeli, ella si rialzò e rimase in ginocchio per ascoltare l’ambasciata del Signore. Essi giungevano tutti con delle corone e delle palme in mano del tutto differenti, che significavano diverse ricompense e meriti della grande regina.
L’arcangelo avendola salutata con l’Ave Maria, continuò: “L’Onnipotente ed il Santo dei santi ci invia alla Maestà vostra per annunciarvi da parte sua la felice fine del vostro pellegrinaggio. Vi rimangono ancora tre anni per essere ricevuta per tutta l’eternità nella gloria beata, dove tutti gli abitanti vi desiderano”.
Ella ricevette quella gradevole notizia con una gioia ineffabile e, prosternata di nuovo a terra, ella rispose alla stessa maniera dell’Annunciazione: “Sono la serva del Signore, sia fatto secondo la vostra parola” (Maria d’Agreda, Mistica Città di Dio, cap. XLVI).