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Don Patriciello richiama Fedez che incita all’aborto: i preti scelgono la vita

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ELIANO IMPERATO / CONTROLUCE VIA AFP - DELBO ANDREA / Shutterstock

Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 29/07/21

“Ognuno vive secondo i 'suoi' valori e si spende per quello in cui crede. L’aborto è, e sempre rimarrà, un pugno nello stomaco per tutti, credenti e non credenti”

Don Maurizio Patriciello striglia Fedez sull’aborto. E lo fa con un editoriale sul quotidiano Avvenire (29 luglio) in cui smonta con parole d’amore, la “scomunica” ai sacerdoti via twitter intimata dal rapper milanese. 

Tutto era nato da un tweet di un altro prete, don Mirco Bianchi, che inneggiava al supporto degli influencer nella battaglia contro l’aborto. 

«Appello agli influencers: aiutiamo ad aiutare a far nascere e a non fare aborti», aveva twittato don Mirco Bianchi. La risposta di Fedez non si è fatta attendere: «Appello a tutti i preti: non rompete le p. alle donne che scelgono di abortire. Grazie». 

“L’aborto è e rimarrà un pugno nella stomaco”

«Sono un prete anch’io – premette don Maurizio Patriciello – Il colorito invito, quindi, è rivolto anche a me. Quanto siamo strani. Ci sono servizi alla vita che i preti rendono – nel mondo della tossicodipendenza, della prostituzione, della povertà che si fa miseria, eccetera – che suscitano applausi e incoraggiamenti. E altri, invece, che ricevono solo denigrazioni e male parole. Il mondo va così».

«Ognuno vive secondo i ‘suoi’ valori – prosegue il parroco di Caivano, in provincia di Napoli – e si spende per quello in cui crede. L’aborto è, e sempre rimarrà, un pugno nello stomaco per tutti, credenti e non credenti. Per il semplice motivo che dentro ogni storia d’aborto oltre alla donna e al suo diritto c’è un altro essere umano, piccino piccino, che, come tutti noi, reclamerebbe il diritto di nascere se solo gli dessimo modo e tempo».

«Non lo credo non perché me lo impone il mio essere prete, ma perché in questo momento davanti ai miei occhi stanno passando i nomi, i sorrisi, i volti di tantissimi bambini nati anche grazie all’impegno mio e della mia comunità». 

FERRAGNI, FEDEZ, MATRIMONIO
Fedez e sua moglie Chiara Ferragni

Donne che hanno deciso di non abortire

In questi anni, racconta don Patriciello, decine di donne sul punto di abortire «sono ritornate sui loro passi, hanno cambiato idea, hanno portato avanti la gravidanza e hanno messo al mondo un bambino o una bambina che oggi è la luce dei loro occhi».

«Donne – prosegue – che non smettono di ringraziare questo povero prete che “non si fece i fatti suoi”. Sarebbe falso, fuorviante, ipocrita, pensare che tutte le donne che decidono di abortire, lo stiano facendo per il medesimo motivo, o che hanno tutte la stessa, granitica, convinzione». 

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“Io ho fatto una scelta e ne vedo i frutti”

Se «ognuno fa le sue scelte, tra cui quella di non scegliere», il parroco di Caivano è categorico: «Io, prete, ho fatto la mia e ne vedo i frutti. Ed è una scelta di vita. «Nel mio piccolo ho permesso al mondo di godere di inestimabili tesori. Io non so che cosa sia davvero la gioia, ma sono convinto che debba somigliare molto a quel sentimento che tante volte ho provato nello stringere tra le braccia un neonato che aveva corso il rischio di non nascere».

Le contraddizioni della legge 194

Don Patriciello, infine, invita, anche se indirettamente, Fedez ad abbassare i toni su tematiche così delicate come quella dell’aborto. 

«No, non penso che la ragione stia dalla parte di chi grida più forte. In genere è sempre il contrario. In Italia abbiamo una legge che dovrebbe aiutare a riflettere le donne che chiedono di abortire; poi, dovrebbe farsi carico dei loro problemi, anche – e sottolineo – economici, per evitare l’aborto». 

Infine, quando ogni tentativo fosse risultato vano, «malvolentieri, le si concede di abortire in ambiente sicuro, ospedaliero. In questi anni abbiamo visto che non è stato così. Che la legge 194, nella sua prima parte, non sempre è stata osservata. Tutti possiamo fingere di non vedere i poveri e i deboli, e tirare avanti per la nostra strada. È tanto comodo. Ma c’è chi non ci sta e si ferma a dare loro aiuto». 

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