Nel giorno del Venerdì Santo alcuni famosi santi e mistici con le stigmate acuivano le loro sofferenze. Le piaghe della Passione di Cristo diventavano ferite infuocate e sanguinanti.
Tra i casi più clamorosi di santi con le stigmate infuocate nel giorno della Passione di Cristo c'è quello di santa Veronica Giuliani. A trentaquattro anni, nel 1694, la stigmatizzazione della si manifesta con la corona di spine, cioè con un cerchio rosso in rilievo, ruvido e con macchie violette aventi la forma di spine. I medici, per lenire i suoi dolori, impiegano invano pomate, impiastri e antispastici sulla testa e sul collo.
All’età di trentasette anni, il Venerdì Santo, Veronica riceve altre stigmate: le cinque piaghe. Vede uscire cinque raggi splendenti, simili a fiammelle, dalle piaghe di Cristo. All’interno, quattro di questi raggi hanno dei chiodi, mentre, nel quinto, c’è una lancia d’oro incandescente.
Questa le trapassa il cuore, mentre i chiodi le forano mani e piedi. «Provai un grande dolore ma nello stesso tempo mi sentii tutta trasformata in Dio».
I santi con le stigmate infuocate il Venerdì Santo e nei giorni della Settimana Santa sono numerosi: l'ultima in ordine cronologico è Natuzza Evolo, che non ha mai nascosto le particolari sofferenze avute durante i giorni della Passione di Cristo.
Anche Padre Pio da Pietrelcina raccontava di subire dolori atroci durante queste giornate. Un caso interessante, a cui i medici non hanno mai saputo dare spiegazioni, è quello della beata Teresa Neumann: il suo sangue sgorgava da diverse parti del corpo, anche dalla fronte. Ogni Venerdì, e sopratutto quello Santo, diventava un giorno di lamenti indicibili per la mistica tedesca scomparsa nel 1962.