L’inferno esiste, ci ricorda Papa Francesco, e alcuni santi lo hanno avuto in visione. Le loro descrizioni convergono sulla dimensione lugubre e tenebrosa che si richiama all’inferno. Ma per alcuni le visioni non sono state solo drammatiche e di totale sofferenza.
Santa Teresa d'Avila è stata la mistica che forse lo ha descritto in modo più dettagliato. "L’entrata mi pareva come un vicolo assai lungo e stretto, come un forno molto basso, scuro e angusto; il suolo, una melma piena di sudiciume e di un odore pestilenziale in cui si muoveva una quantità di rettili schifosi. Nella parete di fondo vi era una cavità come di un armadietto incassato nel muro, dove mi sentii rinchiudere in un spazio assai ristretto".
Santa Maria Faustina Kowalska fa una descrizione delle pene che ha avuto in visione nell'Inferno. “Queste le varie pene che ho viste: la prima pena, quella che costituisce l'inferno, è la perdita di Dio. La seconda, i continui rimorsi della coscienza. La terza, la consapevolezza che quella sorte non cambierà mai. La quarta pena è il fuoco che penetra l'anima, ma non l'annienta; è una pena terribile: è un fuoco puramente spirituale, acceso dall'ira di Dio. La quinta pena è l'oscurità continua, un orribile soffocante fetore, e benché sia buio i demoni e le anime dannate si vedono fra di loro e vedono tutto il male degli altri ed il proprio. La sesta pena è la compagnia continua di satana; la settima pena è la tremenda disperazione, l'odio di Dio, le imprecazioni, le maledizioni, le bestemmie”.
Tra le visioni “maschili” dell'Inferno c’è quella di San Giovanni Bosco. Lui parlò dell’Inferno come in un sogno fatto in compagnia dell’angelo custode. La visione più terrificante? Probabilmente quella della beata Caterina Emmerick: "All'inferno si sprofondano cavernose prigioni, si estendono orrendi deserti, laghi smisurati rigurgitanti di mostri paurosi, orribili. I demoni sono imprigionati dentro una sfera, che risulta di tanti settori concentrici. Al centro dell'inferno si sprofonda un abisso tenebroso, dov'è precipitato Lucifero in catene, e dove sta immerso tra cupi vapori”.