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“Chiara Lubich – L’amore vince tutto” la fiction in onda il 3 gennaio

CRISTIANA CAPOTONDI, CHIARA LUBICH
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Annalisa Teggi - pubblicato il 30/12/20
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La Rai inaugura il nuovo anno con questa storia. Cristiana Capotondi nei panni di Chiara Lubich, una ricostruzione degli anni giovanili in cui la fondatrice dei Focolarini intuì che solo Dio resta dentro un mondo che crolla.Il palinsesto televisivo di Rai 1 sceglie Chiara Lubich per inaugurare il nuovo anno: in onda il 3 gennaio in prima serata la fiction Chiara Lubich – L’amore vince tutto.

Una vaccinazione dello spirito

Il produttore Luca Barbareschi parla di vaccinazione dello spirito per accompagnare i telespettatori alla visione:

In questi giorni stanno iniziando le prime vaccinazioni contro il Covid, Chiara Lubich è una vaccinazione dello spirito contro quella che noi in ebraico chiamiamo “maldicenza”, citata anche da papa Francesco. Questo è un anno in cui la vaccinazione non deve essere solo immunitaria ma anche dello spirito per portare le nuove generazioni a ricostruire il Paese con una politica responsabile. (da Avvenire)

Nel ruolo della carismatica protagonista e fondatrice del Movimento dei Focolari c’è l’attrice Cristiana Capotondi, che è stata impegnata nelle riprese del film lo scorso agosto.

Proprio contemporaneamente la Capotondi era stata nominata capodelegazione della Nazionale femminile di calcio. Dalla passione sportiva alla fede, forse il salto non è così ardito. «Il campo da gioco» dell’anima umana è un terreno che trabocca di ostacoli e occasioni, proteso nella sua corsa verso una porta … che ci intordurrà nella nostra casa celeste.


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Un fuoco tra le macerie

E nel caso della Lubich non è una metafora dire che il Cielo si è manifestato come casa già in terra. Colpisce che raccontando la sua esperienza di Paradiso accaduta nell’estate del ’49 nella chiesetta di Sant’Antonio lei dica «era infinito, ma mi trovavo a casa». È un’intuizione ed è una sfida, quella di portare l’unità dell’amore con cui Dio ci tiene in braccio qui, nella storia terrena fitta di ombre, segnata da contraddizioni, scossa da tormenti.

La vocazione di Chiara Lubich si mette a fuoco nell’Italia attraversata dal secondo conflitto mondiale. Tra le macerie sboccia una nuova dimora per l’uomo, e scaldata da un fuoco divino: «crollava il mondo, restava Dio». La fiction diretta da Giacomo Campiotti racconterà proprio gli anni giovanili di Chiara, quelli in cui la sua chiamata si manifesta e chiarisce:

Sarà dunque il racconto dei primissimi anni, quelli fondativi, in cui Chiara comprende la strada che Dio le chiede di percorrere e inizia ad intraprenderla, seguita da un sempre più numeroso gruppo di persone che dall’Italia percorreranno le vie del mondo intero. Ma sarà anche un viaggio all’interno del contesto storico, sociale ed ecclesiastico in cui Chiara si muove – quello, cioè, della Seconda Guerra Mondiale, dei primissimi anni del dopoguerra e dei fermenti pre-conciliari che agitano la cattolicità. (da Movimento dei Focolari)

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Il 2020 è stato l’anno del centanario della sua nascita. Questo è uno dei motivi per cui anche il mondo televisivo si è interessato a questa figura che ha segnato profondamente la spiritualità cristiana.

Quale valore è riconosciuto come peculariare nella voce della fondatrice dei Focolarini?

La forza di una figura come quella di Chiara oggi – si legge nel comunicato stampa – è di farci guardare l’altro come possibilità, dono, portatore di un seme di verità da valorizzare e amare, per quanto distante possa essere. La fratellanza universale come presupposto di dialogo e pace. Il messaggio di Chiara non appartiene soltanto al mondo cattolico e la sua figura ha contribuito a valorizzare la donna e il suo ruolo anche e soprattutto al di fuori dell’istituzione ecclesiastica. (Ibid)

Baita Paradiso

Nella cornice del Trentino, in piena estate, Cristiana Capotondi si è immedesimata in questa storia che lascerà un segno, splancherà domande e riflessioni. Ha ripercorso gli anni in cui, nella Trento del 1943, una maestra poco più che ventenne constata che tutto appare senza senso tra le macerie e le devastazioni. Eppure lì, in una piccola casetta che oggi si chiama Baita Paradiso, si ritrova a leggere il Vangelo insieme a poche amiche. E tutta la disperazione si ribalta in un’ipotesi nuova di vita:

«Che tutti siano uno» è questo il versetto che più colpisce Chiara e che diventa il suo programma di vita, scandaloso e incomprensibile per chi, stremato dalla guerra, cerca prima la vendetta della giustizia. Quelle parole di vita lette sotto le bombe diventano luce nel buio, speranza nella disperazione. (da Ansa)

La fede nei palinsesti televisivi ha sucessoDon Matteo docet – e forse c’è chi giudica questo dato in termini esclusivamente cinici di share e «fetta di pubblico». Ma è un dato che segnala ben altro. L’offerta video è vastissima e se certi contenuti religiosi attraggono la gente, evidentemente la verità del popolo è diversa dalla narrazione mainstream.

Strana gente cristiana che fa share

Va per la maggiore proclamarsi indipendenti da verità dogmatiche, fieri uomini di un secolo molto ateo ma con tantissimi idoli. Evidentemente questa facciata si scontra con uno zoccolo duro più silenzioso, ma più radicato nell’esperienza che nelle parole. La cristianità è un tessuto vivo in mezzo a noi. Sono volti che s’incontrano per strada prima ancora che dogmi da ripetere. Sono preghiere recitate coi nonni e abbracci ricevuti in momenti di dolore.

Per quanto emblematico possa suonare, chi etichetta tutto in termini di share viene a darci una notizia incoraggiante di questi tempi. Il popolo ama le storie dei santi, si appassiona a un prete detective. Forse, dietro lo schermo non c’è solo il cattolico praticante, ma anche chi proprio non si spiega perché questa «strana gente» cristiana nascere compagnie, genera opere, ha la presunzione di dire che davvero l’Amore ci salverà.