A fare la proposta è stato il ministro della Salute. Il cardinale Willem Eijk in campo per contrastare una pratica assurda, rivolta a bambini malati e disabili gravi tra 1 e 12 anni
L’Olanda continua a sorprendere in tema di eutanasia. Dopo la pubblicità in tv per promuovere la “normale” e “semplice” “dolce morte”, e il tentativo di legalizzare l’eutanasia per gli over 75, adesso è il turno dei bambini. Il cardinale Willem Eijk ha denunciato il progetto legislativo di rendere possibile l’eutanasia sui bambini da 1 a 12 anni. Una legge del genere nel cuore dell’Europa, a suo parere, costituisce una deriva generale.
La legge attuale in Olanda
Attualmente in Olanda la legge sull’eutanasia rivolta a bambini e ragazzi, si applica a partire dai 12 anni in su. Il consenso dei genitori è richiesto tra i 12 e i 16 anni. Nella classe di età tra i 16 e i 18 anni è sufficiente consultare i genitori, ma non è necessario il loro consenso. La proposta fatta dal Ministro della Sanità olandese, Hugo de Jonge, con una lettera al Parlamento, controfirmata anche dal Ministro della Giustizia potrebbe fare da apripista ad altre nazioni europee in futuro. «I pediatri potranno praticare l’eutanasia e per questo non saranno punibili».
Il “piano inclinato” che denuncia il cardinale
Il cardinale Eijk, medico, consulente di diversi dicasteri vaticani e arcivescovo di Utrecht, spiega Il Messaggero (2 novembre) che questo atto normativo è l’ultimo passaggio di una deriva iniziata negli anni Ottanta.
«Da notare il piano inclinato nella discussione olandese sull’eutanasia. All’inizio degli anni ’80 – afferma – l’eutanasia, nella fase terminale di una malattia, era considerata accettabile. Poi è diventata lecita anche prima della fase terminale. Negli anni ’90 l’eutanasia è stata applicata anche in casi di disturbi psichiatrici e di demenza. Dall’inizio del Duemila, il trattamento di fine vita è stato applicato ai neonati disabili (bambini dalla nascita all’età di 1 anno). E presto anche per i bambini da 1 a 12 anni».
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“Perché allargare il cerchio?”
«Perché allargare ulteriormente il cerchio – si chiede il cardinale Eijk – quando lo stesso ministro De Jonge ha ammesso che si tratta di una minoranza?» (si parla di 5-10 casi all’anno). Per loro, aggiunge Eijk, «ci si deve concentrare sulla ricerca di cure palliative più efficienti».
De Jonge, scrive Avvenire (3 novembre), però insiste per tutelare quei medici per cui l’unica soluzione è porre fine alla vita dei bambini senza però essere puniti. Lo fa citando il protocollo di Groningen del 2005, documento approvato dall’associazione dei pediatri dell’Olanda e usato come indicatore delle linee guida nazionali sull’eutanasia ai bambini in caso di sofferenza e disabilità incurabile del neonato.
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Nessun valore legale
Il particolare fondamentale, a cui De Jonge non fa riferimento, è che il Protocollo non ha alcun valore legale: quindi il magistrato potrebbe, a sua discrezione, ignorarlo. «Si tratta anche di una questione economica, in quanto seguire tutte le regole imposte dalla legge è molto costoso», ha dichiarato Liesbeth van de Berg, come il premier Rutte del Partito liberale Vvd, asserendo che «l’eutanasia non dovrebbe neanche essere inserita nel Codice penale ma considerata come una pratica medica normale». Un concetto, conclude il quotidiano dei vescovi, che suscita persino rabbia in questo periodo di rinnovata epidemia.
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